
L'appello di un medico del 118: «In prima linea contro il COVID-19 ma trascurati dalle istituzioni»
Lettera alla nostra redazione: «Chiedo di essere considerata con qualche tutela»
Molfetta - mercoledì 25 marzo 2020
Riceviamo e pubblichiamo una lettera giunta alla nostra redazione da parte di un medico del 118 impegnato, come i suoi colleghi di tutta Italia, nell'emergenza sanitaria legata all'epidemia di Coronavirus.
«Buonasera direttore,
sono Maria Patimo, un medico 118. Sto rientrando adesso a casa dalla mia famiglia dopo aver fatto la mattina al lavoro. Vorrei provare a descrivere il mio stato d'animo attuale: ad inizio turno è paura frammista a un "devo farcela", facendo fondo a tutto quello che la mente dispone e cercando di ripassare mentalmente segnali e sintomi da considerare al fine di effettuare un'ipotesi diagnostica. A fine turno, nonostante la stanchezza, perché lavorare per strada e con i DPI non è cosa banale, si è felici per avercela fatta anche questa volta. Perché i medici 118 stanno combattendo in prima linea anche a mani nude, perché i DPI non arrivano o arrivano in maniera assolutamente inadeguata per quantità e a volte anche per qualità».
«I medici 118 stanno affrontando con abnegazione e professionalità secondo il giuramento di Ippocrate una guerra speciale oltre che spietata perché il nemico è invisibile. I medici 118 vanno avanti nonostante tutto perché continuano ad essere in regime di convenzione pur essendo a tutti gli effetti ospedalieri o, meglio, possiamo parlare di sanitari che gestiscono l'emergenza pre-ospedaliera anche tempo dipendente. Vorrei fare un esempio a concretizzare l'assenza di tutele per il medico convenzionato: un medico dipendente se messo in quarantena per il Coronavirus non perde il proprio stipendi, un medico convenzionato, invece, ha decurtazione dello stesso con un compenso integrativo da parte dell'assicurazione Enpam, per giunta in tempi "biblici"».
«Il Ministro Conte, con il provvedimento "Cura Italia", lodevole perché nonostante tutto riesce a guardare oltre, pone poi incentivi al lavoro straordinario nella sanità: ciò renderebbe ancora più disumano lo sforzo e l'abnegazione dei professionisti portandoli al massacro. Gli incentivi al personale dipendente SSN sono di circa 600 euro già dal mese di marzo ma, a tal proposito, lo stesso Dott. Oliveti (presidente Enpam) denuncia questo provvedimento sottolineando la disparità dello stesso prevedendo di contro, ai medici convenzionati, un "fondo per il reddito di ultima istanza" con una dotazione procapite molto inferiore e con tempi e modalità di attribuzione lasciati all'incertezza».
«Insomma, i medici 118 sono in prima linea al lavoro ma per il Governo e le istituzioni sono al massimo da tutelare "in ultima istanza". Questo è il malessere che lascia l'amaro in bocca quando rientro a casa dopo aver messo a repentaglio la mia vita e quella dei miei familiari per arginare la pandemia.
Mi scusi per lo sfogo, grazie per l'attenzione.
P.S. Alcuni cittadini chiamano i medici eroi: io chiedo solo di essere considerata con qualche tutela.
Maria Patimo».
«Buonasera direttore,
sono Maria Patimo, un medico 118. Sto rientrando adesso a casa dalla mia famiglia dopo aver fatto la mattina al lavoro. Vorrei provare a descrivere il mio stato d'animo attuale: ad inizio turno è paura frammista a un "devo farcela", facendo fondo a tutto quello che la mente dispone e cercando di ripassare mentalmente segnali e sintomi da considerare al fine di effettuare un'ipotesi diagnostica. A fine turno, nonostante la stanchezza, perché lavorare per strada e con i DPI non è cosa banale, si è felici per avercela fatta anche questa volta. Perché i medici 118 stanno combattendo in prima linea anche a mani nude, perché i DPI non arrivano o arrivano in maniera assolutamente inadeguata per quantità e a volte anche per qualità».
«I medici 118 stanno affrontando con abnegazione e professionalità secondo il giuramento di Ippocrate una guerra speciale oltre che spietata perché il nemico è invisibile. I medici 118 vanno avanti nonostante tutto perché continuano ad essere in regime di convenzione pur essendo a tutti gli effetti ospedalieri o, meglio, possiamo parlare di sanitari che gestiscono l'emergenza pre-ospedaliera anche tempo dipendente. Vorrei fare un esempio a concretizzare l'assenza di tutele per il medico convenzionato: un medico dipendente se messo in quarantena per il Coronavirus non perde il proprio stipendi, un medico convenzionato, invece, ha decurtazione dello stesso con un compenso integrativo da parte dell'assicurazione Enpam, per giunta in tempi "biblici"».
«Il Ministro Conte, con il provvedimento "Cura Italia", lodevole perché nonostante tutto riesce a guardare oltre, pone poi incentivi al lavoro straordinario nella sanità: ciò renderebbe ancora più disumano lo sforzo e l'abnegazione dei professionisti portandoli al massacro. Gli incentivi al personale dipendente SSN sono di circa 600 euro già dal mese di marzo ma, a tal proposito, lo stesso Dott. Oliveti (presidente Enpam) denuncia questo provvedimento sottolineando la disparità dello stesso prevedendo di contro, ai medici convenzionati, un "fondo per il reddito di ultima istanza" con una dotazione procapite molto inferiore e con tempi e modalità di attribuzione lasciati all'incertezza».
«Insomma, i medici 118 sono in prima linea al lavoro ma per il Governo e le istituzioni sono al massimo da tutelare "in ultima istanza". Questo è il malessere che lascia l'amaro in bocca quando rientro a casa dopo aver messo a repentaglio la mia vita e quella dei miei familiari per arginare la pandemia.
Mi scusi per lo sfogo, grazie per l'attenzione.
P.S. Alcuni cittadini chiamano i medici eroi: io chiedo solo di essere considerata con qualche tutela.
Maria Patimo».