Bar Miramare
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Ultimi giorni per il bar Miramare a Molfetta: una storia lunga mezzo secolo

A fine mese chiuderà i battenti l'attività della famiglia Di Modugno

Ogni città si identifica anche con le proprie attività commerciali, soprattutto quelle che si rivelano in grado di resistere allo scorrere del tempo e ai cambiamenti, piccoli o grandi che siano: la storia della famiglia Di Modugno a Molfetta si lega indissolubilmente con la gestione del Bar Miramare, una autentica istituzione su via San Domenico, nel cuore della zona portuale.

Dopo quasi mezzo secolo di attività, alla fine di questo mese, si chiuderanno i battenti di questo riferimento per tutte le generazioni a pochi passi dal mare. Per capire i motivi di questa decisione radicale abbiamo parlato direttamente con Stefano, titolare del bar: «Dal 1975 è iniziato un lungo percorso che è ormai prossimo alla chiusura perché ci sono momenti in cui subentra un senso di stanchezza rispetto a un lavoro svolto con passione per tanto tempo e si diventa consapevoli di dover porre una fine, nonostante tutto».

«In questi ultimi giorni di apertura - aggiunge Stefano - penso di continuo ai 21 anni di gestione di cui vado fiero e che mi hanno permesso di avere un contatto diretto e sincero con i molfettesi che ci hanno scelto per il nostro servizio e i nostri prodotti e che oggi mi sento di dover sentitamente ringraziare. La posizione strategica ci ha sempre permesso di sentirci nella parte più viva di Molfetta, quella che nei pressi del mare ti fa stare bene proprio perché in questa città il mare è l'essenza di tutto».

«Dopo tanti anni di onorato lavoro adesso è arrivato il momento di fermarci - aggiunge - pur nella consapevolezza che tanti molfettesi avvertiranno la mancanza del nostro caffè, delle nostre prelibatezze e in generale dello spazio sociale che questo bar era capace di costruire. Dalla nostra granita al quartino, siamo felici di aver ricevuto tanti commenti di apprezzamento da parte di amici e clienti che anche in questi giorni continuano a farci sentire amati».

Con orgoglio, dunque, e magari con un pizzico di malinconia per tutto ciò che è stato, Stefano si prepara a chiudere un percorso lavorativo che resterà comunque scritto per sempre tra le pagine di storia di Molfetta. Perché ogni città si identifica anche con le persone che vivono e lavorano al suo interno.
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