
«Sanità pubblica per tutti». Rifondazione protesta davanti all'ospedale di Molfetta
Il partito: «Bisogna tornare a investire sulla sanità. Stop ai tagli»
Molfetta - sabato 28 novembre 2020
10.06
Uno striscione sulla recinzione dell'ospedale "Monsignor Bello" di Molfetta: «Il virus ce l'ha insegnato: i tagli sono un reato. Sanità pubblica per tutte e tutti».
E' così che Rifondazione Comunista, nella prima mattinata di oggi, ha dato vita a una protesta. L'ennesima, a proposito della sanità locale, messa in atto dal partito.
"La Puglia di Emiliano, distintasi per lo scontro istituzionale sulla scuola, dimostra tutta la fragilità del sistema sanitario regionale emersa drammaticamente dopo la propaganda elettorale. Anni e anni di piani di riordino, basati sulla chiusura di ospedali e tagli, non potevano che procurare questa situazione. Gravi pertanto le dichiarazioni di Emiliano che intende eliminare i tetti di spesa per permettere ai grandi gruppi della sanità privata di investire in Puglia", scrive in una nota Rifondaziona.
"Noi riteniamo che bisogna tornare ad investire sulla sanità pubblica in termini di potenziamento della rete ospedaliera, della medicina del territorio, nuove assunzioni a tempo indeterminato degli operatori sanitari ed eliminazione a livello universitario dei meccanismi che hanno bloccato la formazione di medici e infermieri. Si tratta di misure necessarie non solo per affrontare la crisi sanitaria attuale ma anche per garantire cure degne ai malati non COVID che ancora di più in questo periodo vivono il disastro della sanità pubblica. I soldi ci sono, vanno recuperati introducendo una tassa per i patrimoni oltre il milione di euro, bisogna tagliare le spese militari e interrompere i finanziamenti pubblici alla sanità privata. Questo governo non ha avuto nessuna strategia per affrontare la crisi sanitaria, nonostante il tempo a disposizione non ha potuto affrontarla al meglio perchè avrebbe dovuto cambiare politica economica e sanitaria, cosa che non vuole e non può fare", continua spiegando le motivazioni della protesta.
"Eppure nel mondo non mancano gli esempi virtuosi: Cuba e Venezuela da sempre investono tanto sulla sanità pubblica, la Cina ha investito fortemente sul tracciamento. Questi paesi stanno subendo molto meno questa crisi e tocca a noi partendo da questi esempi tornare al modello di sanità pubblica presa ad esempio in tutto il mondo che si fondava nell'articolo 32 della nostra carta costituzionale".
E' così che Rifondazione Comunista, nella prima mattinata di oggi, ha dato vita a una protesta. L'ennesima, a proposito della sanità locale, messa in atto dal partito.
"La Puglia di Emiliano, distintasi per lo scontro istituzionale sulla scuola, dimostra tutta la fragilità del sistema sanitario regionale emersa drammaticamente dopo la propaganda elettorale. Anni e anni di piani di riordino, basati sulla chiusura di ospedali e tagli, non potevano che procurare questa situazione. Gravi pertanto le dichiarazioni di Emiliano che intende eliminare i tetti di spesa per permettere ai grandi gruppi della sanità privata di investire in Puglia", scrive in una nota Rifondaziona.
"Noi riteniamo che bisogna tornare ad investire sulla sanità pubblica in termini di potenziamento della rete ospedaliera, della medicina del territorio, nuove assunzioni a tempo indeterminato degli operatori sanitari ed eliminazione a livello universitario dei meccanismi che hanno bloccato la formazione di medici e infermieri. Si tratta di misure necessarie non solo per affrontare la crisi sanitaria attuale ma anche per garantire cure degne ai malati non COVID che ancora di più in questo periodo vivono il disastro della sanità pubblica. I soldi ci sono, vanno recuperati introducendo una tassa per i patrimoni oltre il milione di euro, bisogna tagliare le spese militari e interrompere i finanziamenti pubblici alla sanità privata. Questo governo non ha avuto nessuna strategia per affrontare la crisi sanitaria, nonostante il tempo a disposizione non ha potuto affrontarla al meglio perchè avrebbe dovuto cambiare politica economica e sanitaria, cosa che non vuole e non può fare", continua spiegando le motivazioni della protesta.
"Eppure nel mondo non mancano gli esempi virtuosi: Cuba e Venezuela da sempre investono tanto sulla sanità pubblica, la Cina ha investito fortemente sul tracciamento. Questi paesi stanno subendo molto meno questa crisi e tocca a noi partendo da questi esempi tornare al modello di sanità pubblica presa ad esempio in tutto il mondo che si fondava nell'articolo 32 della nostra carta costituzionale".