
Pulo di Molfetta segnalato per la candidatura a patrimonio Unesco
Avviata una procedura che coinvolge diversi siti archeologici del Barese
Molfetta - lunedì 23 agosto 2021
10.05
Nei giorni scorsi è stato avviato il processo di segnalazione di diversi siti archeologici della Terra di Bari in vista di una possibile candidatura a Patrimonio Unesco. Tra gli altri, nel dettaglio, ci sarebbe anche l'area del Pulo di Molfetta: situato a due chilometri dal centro urbano, è un'ampia formazione di origine carsica (perimetro 600 m, diametro massimo 170 m, profondità 30 m) sulle cui pareti verticali si aprono numerose grotte e costituisce un eccezionale esempio di biodiversità, grazie alla presenza di oltre duecento specie floristiche tipiche della macchia mediterranea.
L'idea è partita dall'Archeoclub di Corato, nella persona del suo presidente e consigliere nazionale, che ha ufficialmente proposto di inserire i molti siti preistorici dell'area di Corato, Altamura, Andria, Bisceglie, Giovinazzo, Molfetta e Ruvo: il territorio preso in considerazione in questo lavoro comprende quella parte della Puglia centrosettentrionale denominata Terra di Bari con alcune propaggini nella parte meridionale della Daunia. Lo scopo di tale delimitazione permette di inquadrare sia tipologicamente che dal punto di vista propriamente insediativo, la cultura dolmenica dal Neolitico all'età del Ferro nei suoi vari aspetti, con lo scopo di circoscrivere un'area omogenea e rendere questa patrimonio internazionale monumentale dell'Unesco, dato il carattere unico, eccezionale e culturalmente rilevante della storia più antica della Puglia.
Frequentato da comunità neolitiche già 7.000 anni fa, il Pulo di Molfetta ha avuto una ininterrotta frequentazione fino all'Età del Bronzo. Gli scavi condotti a partire dal primo Novecento nelle campagne circostanti la dolina hanno restituito importanti reperti archeologici. La ceramica impressa, definita nelle classificazioni scientifiche come appartenente alla "Civiltà di Molfetta", è espressione dell'importante cultura fiorita sui margini della dolina. Nella seconda metà del XVIII secolo il Pulo con le sue grotte ricche di nitrato, prezioso componente naturale della polvere da sparo, diventa il centro dell'interesse scientifico ed economico del regno di Napoli e dei Borboni, che favoriscono sopralluoghi e analisi per la costruzione di una nitriera.
Affinché questi insediamenti siano inseriti nella "tentative list" italiana, questa relazione potrà essere inclusa nel corso degli incontri del Comitato del patrimonio mondiale dell'Unesco. L'ambito territoriale comprende le città di Altamura, Andria, Bisceglie, Bitonto, Corato, Giovinazzo, Molfetta, Ruvo di Puglia, Terlizzi e una parte del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, luoghi che rappresentano l'eredità del passato di cui noi oggi beneficiamo e che trasmettiamo alle generazioni future.
Per questo motivo l'Archeoclub di Corato intende perseguire, sulla scia di tante altre iniziative culturali avvenute in questi anni, l'idea di trasformare questa intera area in bene culturale Unesco da inserire non più in un circuito provinciale, ma internazionale. Per far ciò è stata già preparata la documentazione iniziale che associa a tutti gli insediamenti pre-protostorici della zona in modo da rendere comprensibile e "caratterizzante" questo complesso fenomeno. Tale dossier sarà presentato dalla Sede Nazionale dell'Archeoclub d'Italia Aps al Ministero della Cultura per iniziare l'iter di inserimento definitivo dei beni, che sarà proposto nelle prossime settimane a tutte le istituzioni interessate (Regione Puglia, Parco dell'Alta Murgia, comuni, università, enti del Terzo Settore), in modo da coinvolgere pienamente ognuna di queste realtà per far fronte comune.
A inizio agosto, tra l'altro, l'ex convento dei frati Cappuccini sovrastante proprio la dolina carsica del Pulo è stato dichiarato immobile di interesse culturale da parte del Ministero della Cultura. Lo stesso Dicastero ha provveduto a darne notizia al Comune di Molfetta ufficialmente attraverso un apposito documento, reso pubblico attraverso la pubblicazione sull'albo pretorio.
L'idea è partita dall'Archeoclub di Corato, nella persona del suo presidente e consigliere nazionale, che ha ufficialmente proposto di inserire i molti siti preistorici dell'area di Corato, Altamura, Andria, Bisceglie, Giovinazzo, Molfetta e Ruvo: il territorio preso in considerazione in questo lavoro comprende quella parte della Puglia centrosettentrionale denominata Terra di Bari con alcune propaggini nella parte meridionale della Daunia. Lo scopo di tale delimitazione permette di inquadrare sia tipologicamente che dal punto di vista propriamente insediativo, la cultura dolmenica dal Neolitico all'età del Ferro nei suoi vari aspetti, con lo scopo di circoscrivere un'area omogenea e rendere questa patrimonio internazionale monumentale dell'Unesco, dato il carattere unico, eccezionale e culturalmente rilevante della storia più antica della Puglia.
Frequentato da comunità neolitiche già 7.000 anni fa, il Pulo di Molfetta ha avuto una ininterrotta frequentazione fino all'Età del Bronzo. Gli scavi condotti a partire dal primo Novecento nelle campagne circostanti la dolina hanno restituito importanti reperti archeologici. La ceramica impressa, definita nelle classificazioni scientifiche come appartenente alla "Civiltà di Molfetta", è espressione dell'importante cultura fiorita sui margini della dolina. Nella seconda metà del XVIII secolo il Pulo con le sue grotte ricche di nitrato, prezioso componente naturale della polvere da sparo, diventa il centro dell'interesse scientifico ed economico del regno di Napoli e dei Borboni, che favoriscono sopralluoghi e analisi per la costruzione di una nitriera.
Affinché questi insediamenti siano inseriti nella "tentative list" italiana, questa relazione potrà essere inclusa nel corso degli incontri del Comitato del patrimonio mondiale dell'Unesco. L'ambito territoriale comprende le città di Altamura, Andria, Bisceglie, Bitonto, Corato, Giovinazzo, Molfetta, Ruvo di Puglia, Terlizzi e una parte del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, luoghi che rappresentano l'eredità del passato di cui noi oggi beneficiamo e che trasmettiamo alle generazioni future.
Per questo motivo l'Archeoclub di Corato intende perseguire, sulla scia di tante altre iniziative culturali avvenute in questi anni, l'idea di trasformare questa intera area in bene culturale Unesco da inserire non più in un circuito provinciale, ma internazionale. Per far ciò è stata già preparata la documentazione iniziale che associa a tutti gli insediamenti pre-protostorici della zona in modo da rendere comprensibile e "caratterizzante" questo complesso fenomeno. Tale dossier sarà presentato dalla Sede Nazionale dell'Archeoclub d'Italia Aps al Ministero della Cultura per iniziare l'iter di inserimento definitivo dei beni, che sarà proposto nelle prossime settimane a tutte le istituzioni interessate (Regione Puglia, Parco dell'Alta Murgia, comuni, università, enti del Terzo Settore), in modo da coinvolgere pienamente ognuna di queste realtà per far fronte comune.
A inizio agosto, tra l'altro, l'ex convento dei frati Cappuccini sovrastante proprio la dolina carsica del Pulo è stato dichiarato immobile di interesse culturale da parte del Ministero della Cultura. Lo stesso Dicastero ha provveduto a darne notizia al Comune di Molfetta ufficialmente attraverso un apposito documento, reso pubblico attraverso la pubblicazione sull'albo pretorio.