Partita da Molfetta la terza missione umanitaria verso l'Ucraina
Destinazione Siret, in Romania. Il rientro nella prossima settimana
Molfetta - sabato 9 aprile 2022
13.10
Dopo Leopoli e Palanca, sarà Siret la terza meta per le missioni umanitarie partite da Molfetta con destinazione Ucraina: l'obiettivo è sempre duplice ossia portare viveri, beni di prima necessità e farmaci nei centri di accoglienza profughi e al tempo stesso portare in Puglia civili ucraini in fuga.
Dopo la missione di don Gino Samarelli con destinazione Leopoli e quella di don Beppe De Ruvo con destinazione Palanca (in Moldova), questa volta il pullman partito dalla nostra città è diretto alla cittadina di Siret, in Romania: la spedizione è stata organizzata dall'AVIS Bitonto in sinergia con l'AVIS Modugno e con la onlus "Le mani tese" sempre di Modugno. La partenza c'è stata nella mattinata di oggi sempre dal Duomo di San Corrado perché proprio nella sagrestia erano stati raccolti i pacchi poi caricati sul mezzo.
A raccontarci i dettagli su questo viaggio è stato Massimo Rutigliano, presidente dell'AVIS Bitonto: «Dopo aver dato una mano con i volontari impegnati nella missione di don Gino Samarelli, abbiamo voluto dare anche noi il via a una iniziativa analoga che è stata possibile grazie al sostegno economico di un imprenditore di Bari. Per motivi logistici abbiamo scelto di prendere come punto di partenza sempre lo splendido Duomo di Molfetta».
«Partiamo alla volta della Romania - spiega - ma saremo a pochissimi chilometri dal confine ucraino, in un territorio che sta soffrendo molto il gran numero di profughi che arrivano lì con la speranza di mettersi in salvo. Abbiamo già pianificato le operazioni con l'associazione locale che sta curando la registrazione dei civili e porteremo con noi in Puglia 44 profughi, bambini e donne di tutte le età che saranno qui assegnate a famiglie della provincia che si sono dette disponibili all'ospitalità».
«Sarà un lungo viaggio che condurremo grazie a un interprete e a tre autisti, con l'auspicio di essere di nuovo a casa per mercoledì prossimo. Cerchiamo nel nostro piccolo di fare il massimo per aiutare quante più persone possibili ad abbandonare quell'inferno, sempre con la speranza che prima o poi possano fare ritorno a casa, ma senza guerra» conclude.
Dopo la missione di don Gino Samarelli con destinazione Leopoli e quella di don Beppe De Ruvo con destinazione Palanca (in Moldova), questa volta il pullman partito dalla nostra città è diretto alla cittadina di Siret, in Romania: la spedizione è stata organizzata dall'AVIS Bitonto in sinergia con l'AVIS Modugno e con la onlus "Le mani tese" sempre di Modugno. La partenza c'è stata nella mattinata di oggi sempre dal Duomo di San Corrado perché proprio nella sagrestia erano stati raccolti i pacchi poi caricati sul mezzo.
A raccontarci i dettagli su questo viaggio è stato Massimo Rutigliano, presidente dell'AVIS Bitonto: «Dopo aver dato una mano con i volontari impegnati nella missione di don Gino Samarelli, abbiamo voluto dare anche noi il via a una iniziativa analoga che è stata possibile grazie al sostegno economico di un imprenditore di Bari. Per motivi logistici abbiamo scelto di prendere come punto di partenza sempre lo splendido Duomo di Molfetta».
«Partiamo alla volta della Romania - spiega - ma saremo a pochissimi chilometri dal confine ucraino, in un territorio che sta soffrendo molto il gran numero di profughi che arrivano lì con la speranza di mettersi in salvo. Abbiamo già pianificato le operazioni con l'associazione locale che sta curando la registrazione dei civili e porteremo con noi in Puglia 44 profughi, bambini e donne di tutte le età che saranno qui assegnate a famiglie della provincia che si sono dette disponibili all'ospitalità».
«Sarà un lungo viaggio che condurremo grazie a un interprete e a tre autisti, con l'auspicio di essere di nuovo a casa per mercoledì prossimo. Cerchiamo nel nostro piccolo di fare il massimo per aiutare quante più persone possibili ad abbandonare quell'inferno, sempre con la speranza che prima o poi possano fare ritorno a casa, ma senza guerra» conclude.