Tartarughe spiaggiate
Tartarughe spiaggiate
Cronaca

Oltre cento tartarughe marine morte in un anno

Bilancio infelice per il mare che lambisce la costa

Bilancio infelice per gli spiaggiamenti di tartarughe marine e cetacei sul tratto di costa che si estende da Zapponeta a Monopoli. Pasquale Salvemini, del WWF e responsabile del Centro di Recupero tartarughe marine di Molfetta definisce catastrofico il numero di tartarughe rinvenute morte infatti il totale che supera i 100 esemplari a cui va aggiunta l'ennesima carcassa rinvenuta nei giorni scorsi sulla spiaggia di "Pane e pomodoro" a Bari. I decessi sono certamente avvenuti per mano dell'uomo come testimoniano le lesioni macroscopiche sulle carcasse come ad esempio il prolasso cloacale che é quasi certamente riconducibile all'annegamento. Salvemini spiega che le tartarughe pescate con le reti a strascico dovrebbero essere portati a bordo e monitorate per qualche tempo dai pescatori e nei casi in cui è necessario essere consegnate centri di recupero.

Gli esemplari ormai privi di vita restano in mare anche per diversi mesi e vengono riportate a riva dalle mareggiate in avanzato stato di decomposizione e quindi su di esse non è possibile effettuare le necroscopie che svelerebbero le altre eventuali cause del decesso.
A rendere ancor più drammatico il bilancio è proprio l'età delle tartarughe spiaggiate infatti la maggior parte di esse sono tartarughe adulte e quindi pronte la riproduzione e per lo più di sesso femminile; questa età è difficile da raggiungere perché le tartarughe sin da piccole sono alla mercè di diversi pericoli sia naturali che altro antropici, basti pensare che sulle oltre cento uova schiuse per ogni deposizione poche sono quelle che riescono a raggiungere l'età adulta che tante volte viene interrotta per mano dell'uomo.

Il Centro di Recupero tartarughe marine di Molfetta, che rientra nel programma NETCET(mirato non solo la ricerca su cetacei tartarughe ma anche nella sensibilizzazione verso questi animali), prevede infatti a effettuare i rilievi metrici sulle tartarughe spiaggiate, a lavorare ad un progetto di studio genetico mediante prelievi bioptici su le carcasse, effettuando necroscopia quando le condizioni della carcassa lo consentono presso il dipartimento di medicina Veterinaria di Bari effettuate dal prof. Nicola Zizzo, a recuperare e ricoverare gli animali vivi e facendo sensibilizzazione sulle operatori della pesca.
Lo strascico non é l'unica tecnica di pesca invasiva infatti diverse tartarughe sono state recuperate con ami e lenze e sempre presso il dipartimento di medicina veterinaria vengono operata dal prof. Antonio di bello per l'asportazione di tali strumenti di pesca.

L'opera di sensibilizzazione ha portati i primi benefici infatti è crescente il numero dei pescatori che si stanno impegnando nella tutela di questi animali come gli equipaggi del motopeschereccio "Nuova Giovanna" Di Michele Monopoli Pietro dell'olio da diversi anni in protagonisti nella salvaguardia di questi animali, un motopeschereccio "Argonauta" di Andrea e Domenico napoletano che nuovi nella collaborazione con il centro di recupero hanno già salvato la vita diversi esemplari di caretta caretta; entrambi appartenenti alla marineria di Bisceglie.
Salvemini pone come obiettivo del nuovo anno quello di sensibilizzare più operatori della pesca per ridurre il numero di decessi tartaruga, inoltre la sensibilizzazione é stata svolta anche aprendo il centro alle visite scolastiche.

Il recupero degli animali vivi è importante anche perché essi sono campanelli d'allarme sullo stato di salute del nostro mare infatti nel periodo di permanenza presso il centro di recupero sono stati i raccolti campioni di micro e macroplastica defecati delle tartarughe; consegnare le tartarughe centri di recupero significa dare una seconda possibilità.

Salvemini inoltre ringrazia tutti coloro che hanno avuto un ruolo fondamentale nella liberazione delle tartarughe recuperate mettendo a disposizione le proprie imbarcazione al fine di consentire a questi animali di riprendere il loro viaggio al largo del nostro mare; recentemente queste collaborazioni sono state seguite dalle telecamere di Linea blu condotto da Donatella Bianchi, Striscia la notizia con Edoardo Stoppa e del Tg1 con l'inviata Roberta Badaloni per lanciare livello nazionale il messaggio della salvaguardia di questi animali. La tutela del mare e dei suoi abitanti non resterà una pura utopia se verrà perpetuato e saldato il lavoro congiunto tra centri di recupero e operatori della pesca.
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