
Lama Martina al centro delle violazioni anti-Covid. Lo sfogo di una residente
Claudia Gadaleta, da sempre abitante nella zona, parla di cosa sta accadendo nel parco
Molfetta - domenica 4 aprile 2021
20.00
Riceviamo e pubblichiamo questa lettera, scritta da Claudia Gadaleta, da sempre abitante nei pressi di Lama Martina.
"Si è commesso un grande peccato d'ingenuità quando si è pensato che aprire la lama alla frequentazione non avrebbe intaccato la quiete e la purezza dell'ambiente. Provo un enorme dispiacere a vedere che quella che in passato era una radura rigogliosa e piena, adesso è stata ridotta a una terra battuta e calpestata in cui i fili d'erba hanno ormai desistito al tentativo di ricrescere.
Il biancospino è tormentato dalle pallonate, gli insetti hanno perso le loro case a causa delle pesanti ruote di biciclette, monopattini e ciclomotori che, andando fuori sentiero, hanno distrutto la flora. Neanche la memoria dei contadini è stata risparmiata dal passaggio di questi mezzi sui muretti a secco. Il canto degli uccelli e il ronzio delle api sono continuamente oscurati dagli schiamazzi.
Come si può notare dalle foto allegate, la terra pullula di rifiuti, tra cui mascherine, bottiglie di plastica, bottiglie di vetro, carte di caramelle e, gran finale, mozziconi di sigarette. Una delle pochissime zone verdi di Molfetta, a cui sono affettivamente molto legata, maltrattata e calpestata senza rispetto. A questo punto, guardo all'idea di rendere possibile l'accesso alla lama come un fatale errore, dal quale sono consapevole non si potrà più tornare indietro, almeno finché l'ignoranza continuerà a regnare sovrana nella comunità e soprattutto, mi dispiace dirlo, tra i miei coetanei.
Alla parte sana della società: se vi capita di fare delle passeggiate nella lama, potreste portare con voi delle buste e dei guanti e, all'occorrenza, raccogliere i rifiuti che incontrate. Non è tanto, ma pur sempre un tentativo di tenere pulito l'ambiente".
"Si è commesso un grande peccato d'ingenuità quando si è pensato che aprire la lama alla frequentazione non avrebbe intaccato la quiete e la purezza dell'ambiente. Provo un enorme dispiacere a vedere che quella che in passato era una radura rigogliosa e piena, adesso è stata ridotta a una terra battuta e calpestata in cui i fili d'erba hanno ormai desistito al tentativo di ricrescere.
Il biancospino è tormentato dalle pallonate, gli insetti hanno perso le loro case a causa delle pesanti ruote di biciclette, monopattini e ciclomotori che, andando fuori sentiero, hanno distrutto la flora. Neanche la memoria dei contadini è stata risparmiata dal passaggio di questi mezzi sui muretti a secco. Il canto degli uccelli e il ronzio delle api sono continuamente oscurati dagli schiamazzi.
Come si può notare dalle foto allegate, la terra pullula di rifiuti, tra cui mascherine, bottiglie di plastica, bottiglie di vetro, carte di caramelle e, gran finale, mozziconi di sigarette. Una delle pochissime zone verdi di Molfetta, a cui sono affettivamente molto legata, maltrattata e calpestata senza rispetto. A questo punto, guardo all'idea di rendere possibile l'accesso alla lama come un fatale errore, dal quale sono consapevole non si potrà più tornare indietro, almeno finché l'ignoranza continuerà a regnare sovrana nella comunità e soprattutto, mi dispiace dirlo, tra i miei coetanei.
Alla parte sana della società: se vi capita di fare delle passeggiate nella lama, potreste portare con voi delle buste e dei guanti e, all'occorrenza, raccogliere i rifiuti che incontrate. Non è tanto, ma pur sempre un tentativo di tenere pulito l'ambiente".