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Cronaca
«L'aggressore del musicista è mio figlio». Padre coraggio chiede scusa
Cosimo Amato ha deciso di uscire allo scoperto e denunciare il fatto: «A Vincenzo garantirò il supporto necessario per una pronta guarigione»
Molfetta - sabato 13 settembre 2025
8.36
«Sono Cosimo Amato e mio figlio si è reso responsabile dell'aggressione ai danni dell'incolpevole musicista Vincenzo Minervini». A parlare, per la prima volta, è il padre del presunto autore della violenta gomitata al volto avvenuta lunedì a Molfetta, in corso Dante, durante la processione musicale della Madonna dei Martiri.
La sua è una storia di coraggio. E soprattutto dolore. «Intervengo pubblicamente rispetto ad una vicenda molto dolorosa che ha colpito la mia famiglia. Lo faccio - ha detto supportato dal suo avvocato, Felice Petruzzella - per porre fine ad ogni tipo di ingiusta strumentalizzazione di un noto e triste accaduto che vede come protagonista mio figlio», di 32 anni. La vicenda ha assunto una dimensione ben più ampia e «del tutto distorta rispetto a quanto accaduto», ha precisato Amato.
L'episodio, immortalato da uno smartphone, mostra un passante che, all'improvviso, colpisce con una gomitata uno dei musicisti della banda. «Innanzitutto è da chiarire che il fatto non è maturato in un contesto delinquenziale o legato alla festa patronale. Infatti, io e la mia famiglia - ha detto - viviamo silenziosi il dramma della malattia mentale di nostro figlio, combattendo da tempo e con speranza, spesso impotenti davanti ad eventi inattesi come quello accaduto l'8 settembre».
Di suo figlio, il padre lo descrive come «un bravo ragazzo, ma un male oscuro e subdolo l'ha colpito e faticosamente sta cercando di curarsi anche con il prezioso sostegno del Centro di Salute Mentale. Minervini è stato disgraziatamente vittima di un imprevedibile momento di obnubilamento mentale del ragazzo. Pertanto, a lui sono state senza indugio rivolte le mie scuse e quelle della mia famiglia, in forma privata, garantendogli il supporto necessario per una pronta guarigione».
Amato, inoltre, ho rivolto le sue scuse anche «ai miei concittadini perché un momento di debolezza psicologica di mio figlio ha sconvolto una festa così sentita e partecipata. Mi auguro - ha detto - che così chiariti i fatti, possa finalmente porre fine alle ingiustificate strumentalizzazioni di questa triste vicenda», ha concluso Amato. «L'autore di questo inqualificabile gesto - ha aggiunto Petruzzella, legale dell'uomo - risponderà, se del caso, nelle sedi competenti di quanto accaduto».
«L'auspicio è che possa calare il silenzio su un fatto episodico, non ascrivibile in alcun contesto delinquenziale e che alcuno avrebbe potuto prevedere. I soggetti affetti da malattie mentali hanno bisogno del sostegno di tutti - ha concluso Petruzzella -. Il mio augurio è che la città possa comprendere quanto accaduto».
La sua è una storia di coraggio. E soprattutto dolore. «Intervengo pubblicamente rispetto ad una vicenda molto dolorosa che ha colpito la mia famiglia. Lo faccio - ha detto supportato dal suo avvocato, Felice Petruzzella - per porre fine ad ogni tipo di ingiusta strumentalizzazione di un noto e triste accaduto che vede come protagonista mio figlio», di 32 anni. La vicenda ha assunto una dimensione ben più ampia e «del tutto distorta rispetto a quanto accaduto», ha precisato Amato.
L'episodio, immortalato da uno smartphone, mostra un passante che, all'improvviso, colpisce con una gomitata uno dei musicisti della banda. «Innanzitutto è da chiarire che il fatto non è maturato in un contesto delinquenziale o legato alla festa patronale. Infatti, io e la mia famiglia - ha detto - viviamo silenziosi il dramma della malattia mentale di nostro figlio, combattendo da tempo e con speranza, spesso impotenti davanti ad eventi inattesi come quello accaduto l'8 settembre».
Di suo figlio, il padre lo descrive come «un bravo ragazzo, ma un male oscuro e subdolo l'ha colpito e faticosamente sta cercando di curarsi anche con il prezioso sostegno del Centro di Salute Mentale. Minervini è stato disgraziatamente vittima di un imprevedibile momento di obnubilamento mentale del ragazzo. Pertanto, a lui sono state senza indugio rivolte le mie scuse e quelle della mia famiglia, in forma privata, garantendogli il supporto necessario per una pronta guarigione».
Amato, inoltre, ho rivolto le sue scuse anche «ai miei concittadini perché un momento di debolezza psicologica di mio figlio ha sconvolto una festa così sentita e partecipata. Mi auguro - ha detto - che così chiariti i fatti, possa finalmente porre fine alle ingiustificate strumentalizzazioni di questa triste vicenda», ha concluso Amato. «L'autore di questo inqualificabile gesto - ha aggiunto Petruzzella, legale dell'uomo - risponderà, se del caso, nelle sedi competenti di quanto accaduto».
«L'auspicio è che possa calare il silenzio su un fatto episodico, non ascrivibile in alcun contesto delinquenziale e che alcuno avrebbe potuto prevedere. I soggetti affetti da malattie mentali hanno bisogno del sostegno di tutti - ha concluso Petruzzella -. Il mio augurio è che la città possa comprendere quanto accaduto».