Un'aula del Tribunale
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Cronaca

Ferimento Squeo: reato derubricato per il 34enne. Ma resta in carcere

Il Tribunale ha escluso il tentato omicidio derubricandolo in lesioni. Resta l'accusa di porto abusivo di arma

Il Tribunale per la Libertà di Bari, in accoglimento dell'istanza di riesame presentata dagli avvocati Michele Salvemini e Giuseppe Germinario, legali difensori di Vito Magarelli, di 34 anni, ha parzialmente accolto la richiesta difensiva tesa a ritenere «insussistenti» i gravi indizi di colpevolezza del reato di tentato omicidio.

I fatti risalgono al 10 agosto scorso, quando in piazza Paradiso, il 44enne Leonardo Squeo fu colpito all'addome da alcuni colpi d'arma da taglio e poi da un colpo d'arma da fuoco al piede destro con una pistola calibro 7.65. Il ferito, riuscì a trascinarsi in via Bixio, dove, raggiunto da vari conoscenti, fu condotto in ospedale. Per quell'episodio, il 12 ottobre scorso i Carabinieri hanno arrestato due cugini omonimi, Vito Magarelli, di 48 e 34 anni, entrambi accusati di tentato omicidio.

«La tesi difensiva, basata sul diverso apporto dei due cugini al fatto e sulla circostanza che intenzione del nostro assistito (Vito Magarelli, di 34 anni, nda) - hanno detto i due legali, Salvemini e Germinario - non fosse quella di cagionare la morte di Squeo» è stata parzialmente accolta dal Tribunale per la Libertà di Bari che ha escluso il reato di tentato omicidio derubricandolo in lesioni. Ma Magarelli non ha lasciato il carcere di Trani: è accusato del reato di porto abusivo di arma.

«Sebbene il reato di lesioni non consenta la custodia cautelare in carcere - concludono i due legali - Magarelli è rimasto ristretto per la sola detenzione dell'arma». Diversa la posizione dell'altro co-indagato, il cugino Vito Magarelli, di 48 anni, il quale non ha presentato alcuna istanza. Per lui l'accusa resta di tentato omicidio.
  • Michele Salvemini
  • Vito Magarelli
  • Giuseppe Germinario
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