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Coronavirus, la Puglia e lo strano trend nella curva dei contagi

La regione continua ad avere dati in controtendenza rispetto a quelli nazionali

Se l'Italia fa registrare ormai da giorni un graduale (anche se lento) abbassamento della curva dei contagi, in Puglia l'andamento dell'epidemia sta seguendo una direzione leggermente diversa. I bollettini quotidiani pugliesi continuano a confermarlo: la frenata del Covid-19 sta comunque avvenendo ma con tempi e proporzioni diverse rispetto a gran parte delle altre regioni.

Nella giornata di ieri il dato nazionale ha mostrato una percentuale di positivi per tamponi effettuati del 10%, come non accadeva da settimane ormai: la regione con la percentuale più alta è il Veneto (18.7%) e al secondo posto si attesta proprio la Puglia con il dato di 17.2%. A seguire la provincia di Bolzano con il 15.8% di test positivi. La maggior parte delle regioni sono ormai sotto la soglia del 10%, persino la Lombardia (9.5%) e il Piemonte (8.8%), tra i territori più colpiti anche nella seconda ondata.

Un altro fattore conferma il fatto che l'area pugliese sia attardata nella flessione della curva epidemica: di tutte le regioni italiane, soltanto in tre non è ancora iniziata la fase discendente dell'incremento dei casi positivi, calcolato non su base giornaliera ma settimanale per avere un quadro più esplicativo e chiaro. Mediamente, in Italia si registra un incremento contagi di -22.9% rispetto ai sette giorni precedenti: in sintesi, quando questo valore è pari a 0% significa che il numero di nuovi casi rimane costante, se negativo significa che la curva è in discesa.

Stando a questa analisi, i grafici del Ministero della Salute mostrano come questo incremento settimanale sia positivo solo nella provincia autonoma di Trento (+26%), in Friuli (+6.3%) e proprio in Puglia (+6.3%). Insomma, le ultime due regioni citate sono molto vicine al picco ma non hanno ancora scavalcato la vetta dei contagi, come avvenuto nel resto della penisola: si tratta di un ritardo notevole se si pensa ai dati corrispondenti di Lombardia (-38.4%), Piemonte (-32.6%), Toscana (-38.8%) e Campania (-27.5%), tutte regioni che almeno per un certo lasso di tempo sono state (o sono tutt'ora) zone rosse.

C'è ancora un elemento per cui la Puglia risulta stare sul fondo della graduatoria nazionale: considerato il rapporto tra nuovi positivi e guariti negli ultimi sette giorni, la nostra regione figura al penultimo posto davanti solo alle Marche. Anche per quanto concerne il dato di occupazione dei posti in terapia intensiva, il dato pugliese (49% dei posti disponibili) e ben oltre la media nazionale (39%) e al quarto posto alle spalle di Piemonte (60%), Lombardia (57%) e provincia autonoma di Trento (55%).

Scendendo nel dettaglio provinciale, è noto ormai da giorni come la situazione più delicata sia quella nella provincia di Foggia (con il numero di decessi più alto da inizio epidemia, 496) e nella Bat, nonostante sia la provincia di Bari quella che quotidianamente fa contare il numero più alto di casi: 878 solo nella giornata di ieri e 22.294 da marzo. Come anche chiarito nelle ultime settimane, però, non è il singolo numero dei contagi a indicare il grado di pericolo bensì tanti altri fattori quali, ad esempio, la presenza di pazienti in condizioni severe, il numero di asintomatici, i posti letto disponibili e così via.

Per chiudere con un quadro più specifico sulla nostra regione, con l'ultimo aggiornamento di ieri, la Puglia calcola un totale di 57.647 contagi da inizio epidemia e con 14.696 guariti complessivi: attualmente i positivi al Covid-19 sono 40.760. Il computo dei decessi infine parla di 1.546 persone che in questo 2020 hanno perso la vita a causa del virus.
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