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Mondo del Sociale

ResQ Puglia - Arca di Pace: a Molfetta una realtà in nome dell'accoglienza

L'intervista al presidente Salvemini: «Vogliamo proporre una narrazione diversa della migrazione»

Continuano gli approfondimenti a cura della redazione di "MolfettaViva" sul mondo del sociale, nell'ambito dei racconti di "V per volontariato". Al centro delle riflessioni di oggi una realtà consolidatasi da poco, rappresentata da Graziano Salvemini. Si tratta di ResQ Puglia - Arca di Pace.

Quando e come nasce
la realtà di ResQ?
«A livello nazionale, ResQ è una onlus nata nel periodo di Natale del 2019. Il suo obiettivo è sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema dell'accoglienza e del salvataggio dei migranti in mare. La straordinaria idea di ResQ è stata quella di accompagnare la formazione all'azione concreta. La Onlus ha infatti acquistato una nave (la cosiddetta "Nave della Società Civile") e l'ha messa in mare, con l'obiettivo di salvare i migranti del Mediterraneo. Si tratta di un fine oneroso e importante, che ha portato la Onlus a un investimento non indifferente, finalizzato a svolgere una serie di missioni durante cui ha salvato anche un certo numero di migranti.I governi hanno sempre ostacolato le attività di questo tipo di organizzazioni non governative, ma la nave di ResQ è pronta per una nuova missione. Nel frattempo ResQ ha portato avanti un altro progetto via terra. Tutti i migranti che arrivano a Trieste dalla tratta balcanica, sono supportati da volontari di ResQ, che a loro volta aiutano le associazioni già presenti sul territorio».

Come ha scelto di sposare questa missione?
«Sono diventato socio di ResQ quando ho scoperto questa realtà, nell'estate del 2020. Penso che non si possa crescere un mondo nell'inciviltà e nella barbarie. Il mondo è unico, senza barriere, bisogna spendersi per una società multiculturale. Se ci sono delle famiglie e delle persone che attraversano il mare senza punti di riferimento e senza certezze, evidentemente ci sono dei bisogni a cui non possiamo rispondere con l'indifferenza».

Come nasce l'esperienza di ResQ Puglia - Arca di Pace?
«Ho sempre pensato che quello di ResQ fosse un progetto veramente forte, forse perché ho avuto un padre, proprietario di una nave a Molfetta, che mi ha trasmesso la passione per il mare. Per cui sentivo che non era giusto tenere per me questa passione. Sentivo l'esigenza di condividerla con altri molfettesi e con altri pugliesi, anche perché nella nostra terra il mare ha un valore aggiunto, non è un motivo di respingimento, ma un territorio di accoglienza, una fonte di sostegno economico e, soprattutto, una risorsa con cui conserviamo un legame indissolubile. Cosí, contattai i responsabili nazionali per capire cosa potessi fare sul mio territorio. Anche loro, agli inizi, avevano molte incertezze su come gestire le associazioni periferiche di ResQ. Poi nel 2021 il componente del direttivo Maso Notarianni, compagno di Cecilia Strada, tra le fondatrici di ResQ, venne a Molfetta per un altro evento. Colsi l'occasione per una riunione con altri concittadini in sua presenza. Ci raccontò la sua esperienza sulla nave e da lí è nata l'idea di un equipaggio. Il covid e l'attesa delle informazioni dal nazionale hanno rallentato la costituzione del nostro equipaggio di terra, avvenuta soltanto il 25 gennaio 2023 (in foto, uno scatto che risale al giorno della fondazione). Tra Giovinazzo e Molfetta siamo circa 20 volontari».Quali valori ponete al centro del vostro operato e quali obiettivi vi proponete?
«Abbiamo chiamato la nostra esperienza "ResQ Puglia- Arca di Pace" perché è il titolo di un documento dei vescovi della terra di Bari di fine anni '80. Questo documento ribadiva la Puglia come "Arca di Pace", quindi come luogo di accoglienza, ponte tra Oriente e Occidente. Riprendendo quel documento e il pensiero di don Tonino, portiamo al centro della nostra esperienza i valori dell'accoglienza, della giustizia e della solidarietà. Ci poniamo due obiettivi fondamentali: la raccolta di fondi per il sostegno alla nave e la sensibilizzazione culturale con progetti didattici e iniziative nelle scuole e nelle associazioni. La croce di Cutro è stata un esempio del nostro operato. Vogliamo provare a portare una narrazione diversa sui temi dell'accoglienza e della migrazione, facendo anche rete con altre realtà che condividono i nostri stessi sogni».
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V per volontariato

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