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Piero de Nicolo all'attacco, Paola Natalicchio in difesa

I "guglielmini" e i "renziani" se le danno di santa ragione.

Non è bastata al centrosinistra molfettese la prima maxi-scissione di quasi un anno fa capitanata a Nicola Piergiovanni (Sel) e Saverio Patimo (Pd) che ha l'effetto di innalzare un muro tra i due partiti. La miccia è stata accesa in quel momento esattamente dopo l'esito del voto per l'area metropolitana che ha visto entrambi i candidati fuori dal consiglio metropolitano. Sono i paradossi della politica: adesso Piero de Nicolo, segretario del Partito Democratico, spinge al centro del progetto politico locale il Pd e nello stesso momento svuota Sel, cioè il fortino della sinistra di Paola Natalicchio. Il pericolo è il commissariamento, visto che litigano le due anime del centrosinistra, da un lato quella dialogante del Pd e sostenitrice della verifica politico-amministrativa, dall'altro i duri e puri che propugnano lo scontro duro col renzismo di de Nicolo e del Pd.

Da Sel (ora Noi a sinistra per la Puglia) ovviamente non ci stanno ad abbassare la testa e a uscire dalla giunta e quindi tentano di resistere seppur già con un piede fuori. Anche perché tra poco ci sarà l'appuntamento del Consiglio Comunale con il Bilancio di Previsione da approvare ed è chiaro che per i "collaborazionisti" dell'ultim'ora non ci sarà spazio.
Se questo è l'obiettivo, non ci possono essere feeling locali col nemico. Due fronti contrapposti, come avvenne in occasione della scissione post area metropolitana. Del resto è davvero difficile conciliare le bordate a mezzo stampa di Paola Natalicchio contro il Pd e contro Piero de Nicolo.

A riprova che la febbre coinvolge tutto il corpo di centrosinistra, ed è solo la punta dell'iceberg di una conciliazione diplomatica che difficilmente ci sarà. C'è chi già parla di rottura, conseguenza del clima avvelenato all'interno dei due partiti. La mediazione è stata già avviata, ma le speranze sono basse. Il centrosinistra è da tempo diviso in correnti. Tante pedine con posizioni ideologiche diverse, come se la politica fosse solo un gioco di guerra permanente. Un malessere che ha portato allo strappo.
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