
Ordigni bellici, arriva l'ordinanza sulla sicurezza della Capitaneria di Porto di Molfetta
Tutte le prescrizioni sono state presentate in mattinata
Molfetta - giovedì 31 gennaio 2019
11.50
In mattinata si è tenuta presso la Capitaneria di Porto di Molfetta una conferenza stampa per presentare l'ordinanza riguardante le raccomandazioni e le procedure di sicurezza a cui attenersi in caso di rinvenimento o recupero accidentale di ordigni residuali bellici in mare.
L'ordinanza di sicurezza, in vigore proprio dalla giornata odierna, è stata pensata per tutelare tutte le categorie che lavorano per mare e in particolare gli equipaggi dei pescherecci. Il provvedimento nasce proprio dall'ultimo caso, quello di un peschereccio di Molfetta che nel luglio 2018 ha recuperato nella propria rete un presunto ordigno bellico durante un'attività di pesca a circa 100 km dalla costa.
L'ordinanza è stata illustrata dal Comandante Michele Burlando, coadiuvato dal Comandante in Seconda Silvia Maria Malagrinò e dal Tenente di Vascello Angelo De Tommasi. Hanno preso parte a questo incontro informativo anche due rappresentanti dall'AssoPesca, il Dott. Gesmundo e il Dott. Minervini. Il Comandante Burlando ha voluto precisare come l'azione intrapresa a Molfetta non sia un caso unico in quanto molte altre Autorità marittime hanno intrapreso lo stesso percorso per le acque di rispettiva giurisdizione. Nel novembre 2018 si era tenuto un primo incontro fra la Capitaneria e alcuni membri dell'AssoPesca per fare un primo quadro della situazione: in seguito, grazie al contributo tecnico della Marineria molfettese e grazie al supporto del Capo Nucleo SDAI di Taranto, è stato possibile stilare un vademecum con tutte le linee guida da seguire in caso di necessità.
La finalità è naturalmente quella di evitare tutti i possibili comportamenti imprudenti che possano mettere a rischio l'incolumità fisica delle persone in mare o nell'area portuale.
Proprio per fornire un ausilio concreto, verranno consegnati dei promemoria plastificati con le indicazioni da attuare a seconda dei casi specifici in cui l'ordigno venga accidentalmente recuperato. Si passa da direttive più o meno intuitive, come quella di non toccare assolutamente il presunto ordigno, ad altre meno scontate che per questo vale la pena sottolineare. Per esempio, anche in caso di rinvenimento, occorre evitare di comunicare via radio o con telefono cellulare a una distanza inferiore ai 200 metri dall'oggetto: le onde elettromagnetiche infatti potrebbero provocarne l'innesco. In quella circostanza occorrerà servirsi di segnali luminosi o sonori per avvertire possibili unità marittime vicine. In casi di maggiore sicurezza, invece, è possibile inviare la propria segnalazione alla Capitaneria di Porto via radio (VHF/FM – CH 16) oppure tramite telefono (Numero Blu d'Emergenza 1530).
Tutti i contenuti dell'ordinanza in questione verranno presto pubblicati nel dettaglio sul sito web istituzionale della Guardia Costiera. I contravventori a tali provvedimenti incorreranno nelle sanzioni previste dal Codice della Navigazione e saranno inoltre responsabili civilmente e penalmente degli eventuali danni arrecati a cose o persone.
L'ordinanza di sicurezza, in vigore proprio dalla giornata odierna, è stata pensata per tutelare tutte le categorie che lavorano per mare e in particolare gli equipaggi dei pescherecci. Il provvedimento nasce proprio dall'ultimo caso, quello di un peschereccio di Molfetta che nel luglio 2018 ha recuperato nella propria rete un presunto ordigno bellico durante un'attività di pesca a circa 100 km dalla costa.
L'ordinanza è stata illustrata dal Comandante Michele Burlando, coadiuvato dal Comandante in Seconda Silvia Maria Malagrinò e dal Tenente di Vascello Angelo De Tommasi. Hanno preso parte a questo incontro informativo anche due rappresentanti dall'AssoPesca, il Dott. Gesmundo e il Dott. Minervini. Il Comandante Burlando ha voluto precisare come l'azione intrapresa a Molfetta non sia un caso unico in quanto molte altre Autorità marittime hanno intrapreso lo stesso percorso per le acque di rispettiva giurisdizione. Nel novembre 2018 si era tenuto un primo incontro fra la Capitaneria e alcuni membri dell'AssoPesca per fare un primo quadro della situazione: in seguito, grazie al contributo tecnico della Marineria molfettese e grazie al supporto del Capo Nucleo SDAI di Taranto, è stato possibile stilare un vademecum con tutte le linee guida da seguire in caso di necessità.
La finalità è naturalmente quella di evitare tutti i possibili comportamenti imprudenti che possano mettere a rischio l'incolumità fisica delle persone in mare o nell'area portuale.
Proprio per fornire un ausilio concreto, verranno consegnati dei promemoria plastificati con le indicazioni da attuare a seconda dei casi specifici in cui l'ordigno venga accidentalmente recuperato. Si passa da direttive più o meno intuitive, come quella di non toccare assolutamente il presunto ordigno, ad altre meno scontate che per questo vale la pena sottolineare. Per esempio, anche in caso di rinvenimento, occorre evitare di comunicare via radio o con telefono cellulare a una distanza inferiore ai 200 metri dall'oggetto: le onde elettromagnetiche infatti potrebbero provocarne l'innesco. In quella circostanza occorrerà servirsi di segnali luminosi o sonori per avvertire possibili unità marittime vicine. In casi di maggiore sicurezza, invece, è possibile inviare la propria segnalazione alla Capitaneria di Porto via radio (VHF/FM – CH 16) oppure tramite telefono (Numero Blu d'Emergenza 1530).
Tutti i contenuti dell'ordinanza in questione verranno presto pubblicati nel dettaglio sul sito web istituzionale della Guardia Costiera. I contravventori a tali provvedimenti incorreranno nelle sanzioni previste dal Codice della Navigazione e saranno inoltre responsabili civilmente e penalmente degli eventuali danni arrecati a cose o persone.