
Omaggio ai molfettesi nel mondo con il "Molfetta Day"
Ieri seduta straordinaria del Consiglio Comunale
Molfetta - martedì 10 settembre 2019
Nella tardo pomeriggio di ieri, a chiusura dei quattro giorni di festa patronale, si è tenuta la consueta manifestazione legata al "Molfetta Day". Da anni ormai è uno dei momenti più sentiti dei festeggiamenti cittadini in onore della Madonna dei Martiri: questa ricorrenza celebrativa è un omaggio ai tanti molfettesi residenti all'estero: anche quest'anno, come negli anni precedenti, il 9 settembre è stato l'occasione per celebrare quel senso di aggregazione che da tempi lontani caratterizza l'essere molfettesi: elemento simbolico di una comunità che non conosce solo i confini cittadini, ma che vive e respira al di là di oceani e continenti, preservando fieramente le proprie origini.
Grande partecipazione, dunque, all'evento organizzato dall'associazione "Molfettesi nel mondo" e dall'amministrazione comunale, che ha visto un corteo con partenza dalla sede dell'associazione in Piazza Municipio, verso la Villa Comunale: qui è stata deposta una corona d'alloro al monumento di Simon Bolivar, patriota e rivoluzionario del Venezuela ma profondamente legato all'Italia, soprattutto dopo un viaggio a Roma che fece radicare in lui i valori assoluti della difesa della libertà contro il nemico visto come oppressore. In seguito il corteo si è mosso nuovamente verso Piazza Municipio ed entrerà a Palazzo di Città dove, nell'Aula Carnicella, è in programma una seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Molfetta.
Nei vari interventi espressi durante il Consiglio si è parlato di quella caratteristica comune a tante famiglie molfettesi che condividono parenti all'estero, figli e nipoti di quell'ondata migratoria che ha spinto tantissimi italiani e soprattutto meridionali a lasciare la nostra penisola nel secolo scorso. L'emigrazione diventa così simbolo di identità, filtrata nelle storie di un popolo abituato a vivere per mare e ad essere costantemente aperto con il mondo esterno. Questo motivo si presenta anche oggi, seppur in forme molto diverse, con migliaia di giovani che lasciano la terra natale per cercare altrove in Italia o all'estero una migliore occasione per affermarsi. Insomma, ci si ritrova facilmente senza una patria ma al tempo stesso cittadini del mondo: rappresentanti simbolici di questo atteggiamento non possono che essere i ragazzi della generazione Erasmus, sempre più frequentemente ospiti della nostra città grazie ai progetti dell'associazione "Molfettesi nel mondo" e di altre associazioni locali impegnate sul fronte dell'integrazione culturale.
Il sindaco Tommaso Minervini nel suo intervento, davanti ai numerosi presenti al consiglio, ha parlato di quella costante necessità di cercare la propria realizzazione, anche accettando talvolta di dover lasciare la propria amata terra per mettere nuove radici altrove. Questo processo non deve però portare a una separazione tra il presente e il proprio passato e in questo senso diventa importante l'atteggiamento di grande affetto dimostrato nei confronti dei migranti molfettesi presenti in questi giorni in città per i festeggiamenti in onore della Madonna dei Martiri. Inevitabile uno spazio dedicato al racconto delle storie provenienti dai concittadini residenti in Venezuela, costretti a vivere in condizioni che spesso sono sotto la soglia di povertà in una nazione che attraversa ormai da tempo una fase di caos a livello politico ed economico.
L'incontro si è concluso con il conferimento di attestati celebrativi per i molfettesi che da tante nazioni diverse hanno fatto ritorno "a casa": curiosa per esempio la storia di Vincenzo del Rosso, partito da Molfetta nel 1953 per trasferirsi a Buenos Aires e che proprio in questi giorni ha rivisto la città d'origine dopo ben 66 anni. Come lui, rappresentanti dei molfettesi d'Argentina anche Giuseppe e Felicetta Altomare; a seguire Daniele e Viola Mastropasqua dall'Australia come Antonia Magarelli; Marika Panunzio e Antonia Murolo dalla Svizzera; Francesco Altamura e Ignazio Valente dal New Jersey e tanti altri ancora. Insomma, il cuore di Molfetta batte forte anche lontano dal Duomo di San Corrado e ancora una volta ne abbiamo avuto la dimostrazione tangibile.
Grande partecipazione, dunque, all'evento organizzato dall'associazione "Molfettesi nel mondo" e dall'amministrazione comunale, che ha visto un corteo con partenza dalla sede dell'associazione in Piazza Municipio, verso la Villa Comunale: qui è stata deposta una corona d'alloro al monumento di Simon Bolivar, patriota e rivoluzionario del Venezuela ma profondamente legato all'Italia, soprattutto dopo un viaggio a Roma che fece radicare in lui i valori assoluti della difesa della libertà contro il nemico visto come oppressore. In seguito il corteo si è mosso nuovamente verso Piazza Municipio ed entrerà a Palazzo di Città dove, nell'Aula Carnicella, è in programma una seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Molfetta.
Nei vari interventi espressi durante il Consiglio si è parlato di quella caratteristica comune a tante famiglie molfettesi che condividono parenti all'estero, figli e nipoti di quell'ondata migratoria che ha spinto tantissimi italiani e soprattutto meridionali a lasciare la nostra penisola nel secolo scorso. L'emigrazione diventa così simbolo di identità, filtrata nelle storie di un popolo abituato a vivere per mare e ad essere costantemente aperto con il mondo esterno. Questo motivo si presenta anche oggi, seppur in forme molto diverse, con migliaia di giovani che lasciano la terra natale per cercare altrove in Italia o all'estero una migliore occasione per affermarsi. Insomma, ci si ritrova facilmente senza una patria ma al tempo stesso cittadini del mondo: rappresentanti simbolici di questo atteggiamento non possono che essere i ragazzi della generazione Erasmus, sempre più frequentemente ospiti della nostra città grazie ai progetti dell'associazione "Molfettesi nel mondo" e di altre associazioni locali impegnate sul fronte dell'integrazione culturale.
Il sindaco Tommaso Minervini nel suo intervento, davanti ai numerosi presenti al consiglio, ha parlato di quella costante necessità di cercare la propria realizzazione, anche accettando talvolta di dover lasciare la propria amata terra per mettere nuove radici altrove. Questo processo non deve però portare a una separazione tra il presente e il proprio passato e in questo senso diventa importante l'atteggiamento di grande affetto dimostrato nei confronti dei migranti molfettesi presenti in questi giorni in città per i festeggiamenti in onore della Madonna dei Martiri. Inevitabile uno spazio dedicato al racconto delle storie provenienti dai concittadini residenti in Venezuela, costretti a vivere in condizioni che spesso sono sotto la soglia di povertà in una nazione che attraversa ormai da tempo una fase di caos a livello politico ed economico.
L'incontro si è concluso con il conferimento di attestati celebrativi per i molfettesi che da tante nazioni diverse hanno fatto ritorno "a casa": curiosa per esempio la storia di Vincenzo del Rosso, partito da Molfetta nel 1953 per trasferirsi a Buenos Aires e che proprio in questi giorni ha rivisto la città d'origine dopo ben 66 anni. Come lui, rappresentanti dei molfettesi d'Argentina anche Giuseppe e Felicetta Altomare; a seguire Daniele e Viola Mastropasqua dall'Australia come Antonia Magarelli; Marika Panunzio e Antonia Murolo dalla Svizzera; Francesco Altamura e Ignazio Valente dal New Jersey e tanti altri ancora. Insomma, il cuore di Molfetta batte forte anche lontano dal Duomo di San Corrado e ancora una volta ne abbiamo avuto la dimostrazione tangibile.