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Madonna della Rosa, quartiere pilota dell’Area Metropolitana per il controllo di vicinato

È il Comitato di quartiere a condividere il progetto con i residenti

Torna a riunirsi il Comitato di quartiere Madonna della Rosa sul tema sicurezza a distanza di una settimana dall'increscioso fatto di cronaca di via de Judicibus, ossia lo speronamento di una gazzella dei Carabinieri e il ferimento di un militare da parte di alcuni malviventi intenti a rubare un'auto ed allertati proprio dai residenti, che si erano accorti dei movimenti sospetti di questa auto.

Tema dell'incontro la presentazione agli abitanti del quartiere del progetto pilota di "controllo di vicinato", nato da un protocollo d'intesa tra Comune, Prefettura e Polizia Municipale, che ha come obiettivo di condividere le conoscenze sull'ambiente che nascono dal controllo spontaneo nelle relazioni di vicinato. La Madonna della Rosa sarà il primo quartiere dell'area Metropolitana che attiverà tale progetto.

Il presidente del Comitato, Damiano Favuzzi, e il segretario, Saverio Minervini, nel corso dell'incontro hanno tenuto subito a puntualizzare che «non si tratta di ronde o di forme attive di pattugliamento del territorio, ma semplicemente di avere un occhio sulla strada, nel senso che il proprio intervento deve essere limitato proprio all'osservazione del territorio e poi chiaramente effettuare segnalazioni alle forze dell'ordine, a cui non ci dobbiamo assolutamente sostituire, ma collaborare, come abbiamo già fatto in questi anni, oggi con una organizzazione precisa».

Infatti, il numero dei partecipanti al gruppo di vicinato è costituito da massimo 20-30 persone mentre il coordinamento da 3 persone, tutti i nominativi saranno inoltrati e registrati alla Prefettura. È previsto l'utilizzo di una chat WhatsApp, che servirà per lo scambio di informazioni. Sarà prevista una idonea cartellonistica e l'installazione di telecamere di videosorveglianza, sperando che possano anche queste fungere da deterrente contro i malintenzionati.

Nulla sarà lasciato al caso, ma saranno previsti anche corsi di formazione in modo da poter gestire al meglio le varie situazioni di emergenza che si possono verificare nel quartiere, anche perché secondo questo progetto "il cittadino è corresponsabile della sicurezza del territorio".

Inoltre, il presidente e il segretario hanno precisato che «il Comitato e i suoi membri non hanno alcun potere decisionale, ma solo di coordinamento delle attività, conoscendo il quartiere ed i suoi residenti, possono avere un sguardo più attento a quello che accade». Sono previsti anche precorsi cooperativi con le scuole. Insomma è un fare sicurezza a 360 gradi.

Detto progetto dovrebbe partire a breve, previo incontro con il prefetto, il questore, il sindaco, l'assessore al ramo, il comandante della Polizia Locale, i rappresentanti regionali e istituzionali del mondo della scuola, con la partecipazione dell'esperta di sicurezza urbana, l'esperto di normativa tecnica prevenzione del crimine e il rappresentante nazionale dell'Associazione di vicinato.

Oltre al tema sicurezza, si è affrontato il tema della viabilità, i referenti del Comitato hanno sottoposto all'attenzione dei residenti alcune migliorie che vogliono apportare da sottoporre al Sindaco, durante un incontro che si terrà il prossimo 5 aprile.

Piccole e grandi proposte che se attuate possono migliorare la viabilità della zona, come per esempio l'allargamento e l'illuminazione della complanare che è uno degli accessi più utilizzati per raggiungere il quartiere, o anche la possibilità di realizzare il famoso ponte ciclopedonale parallelamente a quello già esistente di Schivazappa, oltre che all'individuazione di sensi unici in alcune zone in cui le strade si restringono e l'utilizzo dei rallentatori sulle strade più grandi come via Berlinguer e via Sapdolini, anche se alcuni cittadini proponevano la possibilità di utilizzo di autovelox proprio su queste strade come avviene in altri Comuni.

Si è trattato di un incontro molto partecipato, sono state ascoltate le istanze e i suggerimenti di tutti, che verranno poi riportati nei prossimi incontri con l'amministrazione comunale, perché come ha detto Favuzzi: «una periferia senza sicurezza, servizi, viabilità e urbanizzazione è destinata al degrado, e noi non vogliamo questo, anzi tutt'altro».
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