
Politica
La consigliera dimissionaria Maridda Poli: «Impossibile andare avanti così»
Le sue riflessioni dopo la scelta di venir meno dalla maggioranza
Molfetta - venerdì 17 ottobre 2025
9.04
Arrivano anche le parole di Maridda Poli, tra i consiglieri comunali di maggioranza che nella giornata di ieri hanno rassegnato le dimissioni ponendo le basi per la fine dell'attuale amministrazione comunale di Tommaso Minervini. A seguire, le sue parole:
"Ho rassegnato le mie dimissioni perché non si poteva più andare avanti facendo finta che nulla fosse accaduto. Continuare a operare come se tutto procedesse normalmente, nonostante le gravi criticità interne, sarebbe stato un atto di irresponsabilità nei confronti della nostra comunità.
Uno dei punti più delicati riguarda la gestione amministrativa: un segretario comunale che non riusciva più a garantire pienamente il corretto funzionamento della macchina comunale e che, per poter continuare a svolgere il proprio operato, ha sentito il bisogno di richiedere un "garante". A questo punto mi sono chiesta: da cosa sono stata garantita io fino ad oggi? Chi fa politica deve essere onesto. Non siamo tuttologi, e per questo ci affidiamo a figure competenti che ricoprono ruoli di garanzia e controllo. Ma quando anche questi punti di riferimento vengono meno, e il clima diventa un marasma di confusione, la scelta più giusta — per rispetto verso i cittadini — è quella di farsi da parte.
A questo si aggiunge un fatto che ritengo gravissimo e moralmente inaccettabile: alcuni consiglieri e assessori, eletti in una maggioranza chiaramente di sinistra, oggi si candidano alle regionali con partiti di destra, ossia con l'opposizione, e nonostante questo non ritengono opportuno rassegnare le proprie dimissioni. Rimangono al loro posto, aggrappati alla poltrona, mostrando una totale incoerenza politica e mancanza di rispetto verso gli elettori che li hanno scelti per rappresentare un progetto completamente diverso. In un contesto così confuso, dove i ruoli e i valori vengono piegati a convenienza, ho ritenuto impossibile continuare a lavorare con serenità e trasparenza.
Di fronte a tutto questo, mi sono chiesta: perché rimanere? Perché continuare a far finta di nulla, quando persino il Sindaco — coinvolto in indagini giudiziarie che gli impediscono di esercitare appieno le sue funzioni — non ritiene di dover fare un passo indietro? Le mie dimissioni nascono da tutto questo: dalla convinzione che la politica non debba essere un esercizio di opportunismo o una corsa alla poltrona, ma un servizio onesto e coerente verso i cittadini. Quando questo non è più possibile, l'unica scelta dignitosa è quella di andare via.
Questa decisione è stata presa di concerto con il mio gruppo politico, che condivide pienamente questo pensiero e che, con grande senso di responsabilità, ha scelto di rassegnare le proprie dimissioni da tutte le cariche ricoperte, comprese posizioni di rilievo come la presidenza del Consiglio comunale. Una scelta difficile, ma necessaria, nel segno della coerenza, della trasparenza e del rispetto verso i cittadini".
"Ho rassegnato le mie dimissioni perché non si poteva più andare avanti facendo finta che nulla fosse accaduto. Continuare a operare come se tutto procedesse normalmente, nonostante le gravi criticità interne, sarebbe stato un atto di irresponsabilità nei confronti della nostra comunità.
Uno dei punti più delicati riguarda la gestione amministrativa: un segretario comunale che non riusciva più a garantire pienamente il corretto funzionamento della macchina comunale e che, per poter continuare a svolgere il proprio operato, ha sentito il bisogno di richiedere un "garante". A questo punto mi sono chiesta: da cosa sono stata garantita io fino ad oggi? Chi fa politica deve essere onesto. Non siamo tuttologi, e per questo ci affidiamo a figure competenti che ricoprono ruoli di garanzia e controllo. Ma quando anche questi punti di riferimento vengono meno, e il clima diventa un marasma di confusione, la scelta più giusta — per rispetto verso i cittadini — è quella di farsi da parte.
A questo si aggiunge un fatto che ritengo gravissimo e moralmente inaccettabile: alcuni consiglieri e assessori, eletti in una maggioranza chiaramente di sinistra, oggi si candidano alle regionali con partiti di destra, ossia con l'opposizione, e nonostante questo non ritengono opportuno rassegnare le proprie dimissioni. Rimangono al loro posto, aggrappati alla poltrona, mostrando una totale incoerenza politica e mancanza di rispetto verso gli elettori che li hanno scelti per rappresentare un progetto completamente diverso. In un contesto così confuso, dove i ruoli e i valori vengono piegati a convenienza, ho ritenuto impossibile continuare a lavorare con serenità e trasparenza.
Di fronte a tutto questo, mi sono chiesta: perché rimanere? Perché continuare a far finta di nulla, quando persino il Sindaco — coinvolto in indagini giudiziarie che gli impediscono di esercitare appieno le sue funzioni — non ritiene di dover fare un passo indietro? Le mie dimissioni nascono da tutto questo: dalla convinzione che la politica non debba essere un esercizio di opportunismo o una corsa alla poltrona, ma un servizio onesto e coerente verso i cittadini. Quando questo non è più possibile, l'unica scelta dignitosa è quella di andare via.
Questa decisione è stata presa di concerto con il mio gruppo politico, che condivide pienamente questo pensiero e che, con grande senso di responsabilità, ha scelto di rassegnare le proprie dimissioni da tutte le cariche ricoperte, comprese posizioni di rilievo come la presidenza del Consiglio comunale. Una scelta difficile, ma necessaria, nel segno della coerenza, della trasparenza e del rispetto verso i cittadini".