
L'assessore Ottavio Balducci racconta l'emergenza Coronavirus a Molfetta
Balducci: «Nulla sarà più come prima. Fare di questa esperienza rinascita sociale e civica»
Molfetta - venerdì 3 aprile 2020
14.16
Ottavio Balducci parla in maniera assolutamente schietta e leale di quanto sta accadendo a Molfetta circa l'emergenza Coronavirus.
Il dottore, assessore tra l'altro all'igiene e all'ambiente della Città, infatti, non arretra davanti alle domande, anzi, le accoglie e spiega passo passo cosa si potrebbe fare, cosa è stato già fatto, senza lesina anche alcune critiche.
E' quanto emerge dall'intervista rilasciata nelle scorse ore a MolfettaViva, seguitissima sui social ed ennesimo approfondimento del nostro giornale sul tema di stretta attualità attraverso le parole e i racconti di chi sta affrontando questa situazione in prima linea. Nel caso di Ottavio Balducci sia come amministratore sia come medico.
Ed è proprio di qui che si inizia. Perchè se le cronache raccontano, purtroppo, di tanti dottori che stanno arretrando a Molfetta questo non sta accadendo.
«Da noi per fortuna questo non è avvenuto. I miei colleghi stanno facendo tutti il massimo sforzo per essere vicini sia ai cittadini che all'amministrazione. C'è la massima disponibilità da parte loro e anche da parte nostra. Il Comune sta fornendo loro i dispositivi personali di protezione, ad esempio. Abbiamo un rapporto costante anche per quanto riguarda i singoli casi di positività al Covid. La situazione sanitaria, anche grazie alla collaborazione della medicina del territorio, funzione e va molto bene».
Non mancano, però, polemiche: dalle istituzioni gerarchicamente superiori al Comune, a Molfetta non sono mai arrivati mezzi di protezione personale.
E' lo stesso Balducci ad ammetterlo, con amarezza, ammettendo anche che a livello di spesa è tutto a carico dei Comuni.
«Fin dall'inizio in ospedale sono arrivati pochissimi DPI, erano pochi e sono finiti molto presto. I Comuni si sono attrezzati come meglio hanno potuto. L'amministrazione ha cercato di prevenire le esigenze, ognuno come ha potuto».
In pratica dai fondi del bilancio del Comune sono arrivati i soldi per l'acquisto dei mezzi di sicurezza individuale, come le mascherine adatte per i sanitari, ma anche «aiuti ai social market, alle mense ecclesiastiche ci sono a Molfetta e anche dei buoni per la spesa degli indigenti sono tutti a carico delle casse comunali».
Ma come si fa a scoprire se si è positivi al Covid ma asintomatici?
«Noi dobbiamo considerarci tutti positivi al Covid. E' l'unica maniera per difendere noi stessi e gli altri. Dobbiamo mantenere la distanza di un metro, utilizzare la mascherina quando incontriamo gli altri, lavarci bene le mani, rimanere a casa. Per mitigare il rischio da Coronavirus occorre che tutti noi ci consideriamo positivi perchè solo così possiamo ritardare il picco. Per quanto riguarda la positività al Covid, noi sappiamo che da un punto di vista epidemiologico sono almeno 10 mila volte di più (rispetto ai dati forniti, ndr) i potenziali positivi al Covid perchè non vengono tutti quanti testati. Ecco perchè dobbiamo mantenere alta la guardia e non rilassarci, sarebbe un gravissimo errore».
Ma è possibile stimare quando ci sarà un picco?
«Non è prevedibile da un punto di vista epidemiologico ma siamo molto contenti, come medici, che questo picco da noi sta ritardando a presentarsi perchè più tempo passo più arriva più attenuata come forza a noi e più vuol dire che anche tutto quello che abbiamo messo in moto per mitigare questo rischio sta funzionando. Non dobbiamo avere fretta, serve pazienza. Ci serve anche per organizzarci».
Inoltre, spiega Balducci, essendo ormai passato il picco della "semplice influenza", «i casi che noi simil influenzali molto probabilmente potrebbero essere casi di Covid 19».
Cosa ne pensa, soprattutto da pediatra, invece della possibilità di passeggiare coi bambini?
«Soprattutto da pediatra ero già molto preoccupato prima. Non a caso somministriamo la vitamina D per bocca perchè se non siamo esposti per dieci giorni alla luce solare il suo titolo nel nostro corpo decade. Come pediatra sarei contento se la cosa venisse fatta nel massimo rispetto del rigore ma come amministratore sono preoccupato perchè non so come questo libero arbitrio dei genitori possa essere interpretato».
Non va dimenticato, tuttavia, che molti bambini hanno necessità urgenti di uscire, come i bambini autistici.
«Abbiamo preparato un avviso in cui spieghiamo che tra i motivi di salute che possono giustificare gli spostamenti sul territorio comunale ci sono anche quelli necessari per i comportamenti delle persone autistiche», tanto da invitare i genitori a inserire nell'autodichiarazione questo motivi accanto a quello per necessità che giustifica l'uscita.
L'INTERVISTA VIDEO COMPLETA A QUESTO LINK: https://www.facebook.com/molfettaviva.it/videos/2580888615504145/
Ma quando sarà possibile tornare alla vita pre-Coronavirus?
«Secondo me Pasqua è una data troppo vicina, ci vorranno tempi molto più lunghi. Purtroppo andrà anche dopo l'estate, il ritorno alla normalità sarà lungo difficile e progressivo. E poi penso che dopo il Covid 19 nulla sarà come prima nel modo di lavorare, di andare a scuola, di incontrarci con gli amici, di vivere alcune situazioni sociali come eravamo abituali. Ci saranno dei cambiamenti epocali che cambieranno la vita nei prossimi anni», conclude Ottavio Balducci.
Il dottore, assessore tra l'altro all'igiene e all'ambiente della Città, infatti, non arretra davanti alle domande, anzi, le accoglie e spiega passo passo cosa si potrebbe fare, cosa è stato già fatto, senza lesina anche alcune critiche.
E' quanto emerge dall'intervista rilasciata nelle scorse ore a MolfettaViva, seguitissima sui social ed ennesimo approfondimento del nostro giornale sul tema di stretta attualità attraverso le parole e i racconti di chi sta affrontando questa situazione in prima linea. Nel caso di Ottavio Balducci sia come amministratore sia come medico.
Ed è proprio di qui che si inizia. Perchè se le cronache raccontano, purtroppo, di tanti dottori che stanno arretrando a Molfetta questo non sta accadendo.
«Da noi per fortuna questo non è avvenuto. I miei colleghi stanno facendo tutti il massimo sforzo per essere vicini sia ai cittadini che all'amministrazione. C'è la massima disponibilità da parte loro e anche da parte nostra. Il Comune sta fornendo loro i dispositivi personali di protezione, ad esempio. Abbiamo un rapporto costante anche per quanto riguarda i singoli casi di positività al Covid. La situazione sanitaria, anche grazie alla collaborazione della medicina del territorio, funzione e va molto bene».
Non mancano, però, polemiche: dalle istituzioni gerarchicamente superiori al Comune, a Molfetta non sono mai arrivati mezzi di protezione personale.
E' lo stesso Balducci ad ammetterlo, con amarezza, ammettendo anche che a livello di spesa è tutto a carico dei Comuni.
«Fin dall'inizio in ospedale sono arrivati pochissimi DPI, erano pochi e sono finiti molto presto. I Comuni si sono attrezzati come meglio hanno potuto. L'amministrazione ha cercato di prevenire le esigenze, ognuno come ha potuto».
In pratica dai fondi del bilancio del Comune sono arrivati i soldi per l'acquisto dei mezzi di sicurezza individuale, come le mascherine adatte per i sanitari, ma anche «aiuti ai social market, alle mense ecclesiastiche ci sono a Molfetta e anche dei buoni per la spesa degli indigenti sono tutti a carico delle casse comunali».
Ma come si fa a scoprire se si è positivi al Covid ma asintomatici?
«Noi dobbiamo considerarci tutti positivi al Covid. E' l'unica maniera per difendere noi stessi e gli altri. Dobbiamo mantenere la distanza di un metro, utilizzare la mascherina quando incontriamo gli altri, lavarci bene le mani, rimanere a casa. Per mitigare il rischio da Coronavirus occorre che tutti noi ci consideriamo positivi perchè solo così possiamo ritardare il picco. Per quanto riguarda la positività al Covid, noi sappiamo che da un punto di vista epidemiologico sono almeno 10 mila volte di più (rispetto ai dati forniti, ndr) i potenziali positivi al Covid perchè non vengono tutti quanti testati. Ecco perchè dobbiamo mantenere alta la guardia e non rilassarci, sarebbe un gravissimo errore».
Ma è possibile stimare quando ci sarà un picco?
«Non è prevedibile da un punto di vista epidemiologico ma siamo molto contenti, come medici, che questo picco da noi sta ritardando a presentarsi perchè più tempo passo più arriva più attenuata come forza a noi e più vuol dire che anche tutto quello che abbiamo messo in moto per mitigare questo rischio sta funzionando. Non dobbiamo avere fretta, serve pazienza. Ci serve anche per organizzarci».
Inoltre, spiega Balducci, essendo ormai passato il picco della "semplice influenza", «i casi che noi simil influenzali molto probabilmente potrebbero essere casi di Covid 19».
Cosa ne pensa, soprattutto da pediatra, invece della possibilità di passeggiare coi bambini?
«Soprattutto da pediatra ero già molto preoccupato prima. Non a caso somministriamo la vitamina D per bocca perchè se non siamo esposti per dieci giorni alla luce solare il suo titolo nel nostro corpo decade. Come pediatra sarei contento se la cosa venisse fatta nel massimo rispetto del rigore ma come amministratore sono preoccupato perchè non so come questo libero arbitrio dei genitori possa essere interpretato».
Non va dimenticato, tuttavia, che molti bambini hanno necessità urgenti di uscire, come i bambini autistici.
«Abbiamo preparato un avviso in cui spieghiamo che tra i motivi di salute che possono giustificare gli spostamenti sul territorio comunale ci sono anche quelli necessari per i comportamenti delle persone autistiche», tanto da invitare i genitori a inserire nell'autodichiarazione questo motivi accanto a quello per necessità che giustifica l'uscita.
L'INTERVISTA VIDEO COMPLETA A QUESTO LINK: https://www.facebook.com/molfettaviva.it/videos/2580888615504145/
Ma quando sarà possibile tornare alla vita pre-Coronavirus?
«Secondo me Pasqua è una data troppo vicina, ci vorranno tempi molto più lunghi. Purtroppo andrà anche dopo l'estate, il ritorno alla normalità sarà lungo difficile e progressivo. E poi penso che dopo il Covid 19 nulla sarà come prima nel modo di lavorare, di andare a scuola, di incontrarci con gli amici, di vivere alcune situazioni sociali come eravamo abituali. Ci saranno dei cambiamenti epocali che cambieranno la vita nei prossimi anni», conclude Ottavio Balducci.