Inaugurato a Molfetta lo stadio di atletica "Mario Saverio Cozzoli"
Per l'occasione si è tenuto un meeting nazionale di atletica leggera
Molfetta - sabato 26 settembre 2020
08.00
La città di Molfetta può ufficialmente fregiarsi del nuovo stadio di atletica leggera intitolato alla memoria di Mario Saverio Cozzoli: uno scrigno di modernità e innovazione capace di ospitare atleti di caratura nazionale e internazionale. Nella giornata di ieri l'attesa è terminata, con l'inaugurazione dell'impianto e a seguire il meeting nazionale di atletica con tanti di cartello protagonisti sulla pista.
Il vescovo Mons. Domenico Cornacchia ha dato la sua personale benedizione a questa struttura, insieme al vicario generale don Raffaele Tatulli e al segretario don Luigi Ziccolella. Il sindaco Tommaso Minervini ha tagliato il nastro segnando il punto d'inizio di una nuova pagina di sport molfettese, alla presenza anche di Alfio Giomi, presidente nazionale FIDAL, Giacomo Leone presidente FIDAL Puglia e Vito Cozzoli, presidente e amministratore delegato di Sport e Salute e figlio di Mario Saverio Cozzoli.
Il primo cittadino di Molfetta si è così espresso in apertura di cerimonia: «Da tre anni questa amministrazione comunale riporta alla vita pezzi di città che erano ruderi perché abbandonati da tempo. Questo stadio, ad esempio, è stato dimenticato addirittura nell'ormai lontano 1990, essendo stato inizialmente pensato per i Mondiali di Italia '90. Nel 2008 fu approvato il progetto preliminare del nuovo progetto, nel 2013 sono iniziati i lavori, ma il giorno dopo i lavori sono stati sospesi. Adesso finalmente stiamo ridando vita a una grande incompiuta della nostra città, con un intervento da circa 7 milioni di euro che permetterà a questo gioiello di ospitare competizioni nazionali e internazionali, con tribuna da 1000 posti in 35000 metri quadri di superficie».
«Il processo di rigenerazione della città - ha aggiunto Minervini - è costante, perché noi non facciamo solo edifici ma costruiamo la nostra storia a partire dalle nostre gloriose tradizioni. Un figlio di questa città, nell'ambito dello sport e dell'impegno civico: questo è stato Mario Saverio Cozzoli. Gli edifici hanno una loro anima e bisogna legare il passato al futuro, per questo abbiamo scelto di intitolare a lui questa magnifica opera. Noi abbiamo messo le mura, ora spetterà alla FIDAL metterci al suo interno l'anima e i grandi valori delle varie discipline di atletica».
Il vescovo Mons. Domenico Cornacchia ha dato la sua personale benedizione a questa struttura, insieme al vicario generale don Raffaele Tatulli e al segretario don Luigi Ziccolella. Il sindaco Tommaso Minervini ha tagliato il nastro segnando il punto d'inizio di una nuova pagina di sport molfettese, alla presenza anche di Alfio Giomi, presidente nazionale FIDAL, Giacomo Leone presidente FIDAL Puglia e Vito Cozzoli, presidente e amministratore delegato di Sport e Salute e figlio di Mario Saverio Cozzoli.
Il primo cittadino di Molfetta si è così espresso in apertura di cerimonia: «Da tre anni questa amministrazione comunale riporta alla vita pezzi di città che erano ruderi perché abbandonati da tempo. Questo stadio, ad esempio, è stato dimenticato addirittura nell'ormai lontano 1990, essendo stato inizialmente pensato per i Mondiali di Italia '90. Nel 2008 fu approvato il progetto preliminare del nuovo progetto, nel 2013 sono iniziati i lavori, ma il giorno dopo i lavori sono stati sospesi. Adesso finalmente stiamo ridando vita a una grande incompiuta della nostra città, con un intervento da circa 7 milioni di euro che permetterà a questo gioiello di ospitare competizioni nazionali e internazionali, con tribuna da 1000 posti in 35000 metri quadri di superficie».
«Il processo di rigenerazione della città - ha aggiunto Minervini - è costante, perché noi non facciamo solo edifici ma costruiamo la nostra storia a partire dalle nostre gloriose tradizioni. Un figlio di questa città, nell'ambito dello sport e dell'impegno civico: questo è stato Mario Saverio Cozzoli. Gli edifici hanno una loro anima e bisogna legare il passato al futuro, per questo abbiamo scelto di intitolare a lui questa magnifica opera. Noi abbiamo messo le mura, ora spetterà alla FIDAL metterci al suo interno l'anima e i grandi valori delle varie discipline di atletica».