Presidio pubblico
Presidio pubblico "Liberiamo Molfetta"
Politica

Il centrosinistra molfettese si compatta: “Liberiamo Molfetta” invoca la fine dell’era Minervini

Ieri il presidio pubblico su Corso Umberto con tutta la coalizione presente

Il presidio pubblico "Liberiamo Molfetta", svoltosi ieri su corso Umberto, è stato un evento che ha assunto i contorni di un vero e proprio grido collettivo: il centrosinistra cittadino, più compatto che mai, ha chiesto a gran voce la fine dell'amministrazione guidata da Tommaso Minervini, ormai ritenuta da più parti inadeguata, chiusa al dialogo e al confronto democratico.

L'iniziativa ha visto la partecipazione di tutte le principali forze di opposizione: Alleanza Verdi Sinistra, Partito Democratico, Rifondazione Comunista e Partito Socialista, affiancati dai movimenti civici Rinascere Area Pubblica e L'Alternativa. Una coalizione eterogenea ma coesa, che ha saputo mettere da parte le differenze per convergere su un obiettivo comune: restituire alla città una guida politica trasparente, inclusiva e rispettosa dei principi democratici.

Tra i temi sollevati con forza, la gestione opaca dell'amministrazione Minervini e il silenzio calato attorno all'inchiesta giudiziaria che coinvolge, oltre al sindaco, anche funzionari comunali e alcuni imprenditori del territorio. I toni, inevitabilmente, si sono fatti accesi: «Siamo in presenza di un governo cittadino che non solo elude sistematicamente il confronto, ma ha trasformato le istituzioni in gusci vuoti. La bocciatura della nostra richiesta di discutere la crisi istituzionale rappresenta una ferita profonda alla democrazia locale. Siamo di fronte a un'emergenza democratica che impone l'assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze sane della città».

«La democrazia a Molfetta è stata sospesa. Chi governa oggi preferisce tirare dritto, ignorando ogni segnale di allarme, aggrappato al potere con logiche da sopravvivenza, non certo di servizio pubblico. Ci troviamo davanti a un'amministrazione che ha perso ogni legame con la realtà della città. L'arroganza istituzionale con cui viene zittita l'opposizione e ignorato il dissenso è il segno tangibile di un potere che ha smarrito la propria funzione democratica».

«La politica deve tornare a fare la sua parte e noi ci siamo. Noi ci mettiamo la faccia, le mani, il corpo. Non per sostituire una poltrona con un'altra, ma per aprire una nuova stagione. Vogliamo una stagione fatta di trasparenza vera, partecipazione reale, giustizia sociale e con una visione strategica condivisa. Una stagione dove tornino protagoniste le energie migliori della città: le associazioni, i volontari, i giovani, i lavoratori della conoscenza, le famiglie, gli insegnanti, i comitati di quartiere. Chi finora è rimasto ai margini, chi ha soltanto subito e non è stato ascoltato, chi si è sentito tradito e forse vorrebbe farsi da parte e disinteressarsi della cosa pubblica, oggi è chiamato in causa. Perché questo terremoto non può lasciarci spettatori».

«Ognuno ha qualcosa da dare, da dire, da fare. E allora sogniamo. Sogniamo un Comune dove le regole valgono per tutti, non solo per chi ha le chiavi giuste. Un'amministrazione che guarda ai bisogni dei tanti, non ai privilegi di pochi. Una città che cresce senza cementificare, che valorizza il commercio di prossimità, la cultura, il lavoro giovanile, la bellezza. Una città che parla, ascolta, discute, sceglie insieme. No, non è un libro dei sogni. È tutto possibile, basta decidere da che parte stare».

E ancora: «Chi oggi difende lo status quo, si assume la responsabilità storica di aver coperto un declino annunciato. Noi vogliamo costruire, con chi ci sta, un'alternativa radicale e popolare, che parli con la città e non sopra la testa dei cittadini». Il messaggio emerso dal presidio "Liberiamo Molfetta" è chiaro: l'opposizione non intende più recitare un ruolo marginale, ma si propone come asse portante di una nuova stagione politica.
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