Gesù morto. <span>Foto Anna Maria Tota</span>
Gesù morto. Foto Anna Maria Tota
Chiesa locale

Giovedì Santo: il Coronavirus priva Molfetta del giorno più suggestivo dell'anno

Tra "sepolcri" e l'attesa della processione dei Cinque Misteri: le immagini degli anni passati

Tra le tante cose di cui il Coronavirus ha privato Molfetta senza ombra di dubbio c'è tutta la suggestione del Giovedì Santo.
Con le sue tradizioni, i suoi appuntamenti, quel sentire e provare che solo chi è di Molfetta riesce a capire fino in fondo.

Per questo motivo riproponiamo un articolo scritto alcuni anni fa da Isabel Romano e vi proponiamo alcune foto dei "sepolcri" degli anni passati


"È il giorno centrale della Settimana Santa, il giorno in cui cala il silenzio e il lutto collettivo diventa più denso.
Il Giovedì Santo è sicuramente uno dei momenti più importanti della liturgia pasquale e quello in cui le usanze molfettesi si fanno più forti.
In questo giorno si conclude la Quaresima e con la messa "in Coena Domini" inizia il triduo pasquale che vedrà il suo apice nella solenne veglia pasquale in cui la luce simbolo di resurrezione tornerà a risplendere.
Nelle chiese si rinnova il rito della lavanda dei piedi che ricorda il gesto compiuto da Gesù durante l'Ultima Cena nei confronti dei suoi discepoli prima di morire.
È il momento dei repositori, o come più comunemente li conosciamo "i sepolcri": ogni chiesa ne allestisce uno, ogni chiesa nella ritualità collettiva esprime il suo stile con allestimenti sublimi che si armonizzano con l'architettura dell'edificio sacro. Fiori, drappi, simboli sacri, candele e luci soffuse per un'atmosfera intima.
A visitare di repositori gente in coda, grandi e piccoli impegnati come tradizione vuole a "fare le Chiese". Che siano in numero dispari naturalmente, sfatando la diceria che il Purgatorio, la Cattedrale o il Duomo valgano doppio.
In giro fino a notte fonda. I temerari tirano dritto, un paio di caffè e svegli fino alle 3 del mattino, l'ora in cui il buio cala su corso Dante, la folla si riunisce attorno alla porticina della chiesa di Santo Stefano e prende inizio la processione dei Cinque Misteri.
Perché in fondo, c'è qualcosa di inspiegabile e misterioso in quella processione, in quelle statue che attraversano la città salutando poi l'alba di un nuovo giorno. Quella quiete mortale che genera un coacervo di sentimenti. Ma forse solo uno prende il sopravvento sugli altri: l'orgoglio di essere molfettesi".
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