Francesco Giorgino a Molfetta per la fine della visita pastorale di mons. Cornacchia alle attività produttive
L’evento è stato organizzato dall’Associazione imprenditori molfettesi
Molfetta - lunedì 24 giugno 2019
Con l'incontro "La dinamica del lavoro e il cambio generazionale", l'Associazione imprenditori di Molfetta ha voluto fare una sintesi di quanto raccolto dal vescovo mons. Domenico Cornacchia, durante la sua visita pastorale alle attività produttive presenti nei comuni della Diocesi.
La discussione di tale tema è stata affidata al giornalista di Rai Uno, Francesco Giorgino, nonché docente di Comunicazione e marketing alla Luiss di Roma, che con dovizia di particolari e dati alla mano ha guidato i presenti nei cambiamenti che sono avvenuti, che stanno avvenendo e che avverranno nel mondo del lavoro, ma più in generale nel tessuto sociale.
Infatti, parte proprio con una domanda: "in che società viviamo?" E ci si trova di fronte ad una società complessa, in cui determinismo tecnologico, disintermediazione e desocializzazione diventano i punti di partenza. Ma in questi cambiamenti entrano in gioco altri fattori come l'evoluzione demografica, la globalizzazione e la "digital trasformation".
Quella fatta da Giorgino è un' analisi attenta, puntale, precisa, che evidenzia come sia cambiato il mercato del lavoro, al cambiare anche della società, e viceversa. Il mondo digitale,quindi, diventa un importante fattore di cambiamento sociale e del mondo del lavoro, in quanto con la maggiore digitalizzazione molti lavori sono a rischio di estinzione, altri si devono adeguare a convivere con i nuovi strumenti tecnologici. Le aziende quindi nei prossimi anni dovranno far fronte a queste nuove esigenze del mercato del lavoro.
Le soluzioni per Giorgino vanno ricercate nella formazione continua, nell'interazione pubblico/privato, nel rafforzamento del Crs, ossia la responsabilità sociale di impresa, oltre che negli investimenti e nella crescita, anche nell'innovazione tecnologica.
E' un mercato del lavoro, in costante mutamento, alle aziende e ai lavoratori il compito di cogliere i segnali del cambiamento e farli diventare punti di forza delle proprie aziende e professionalità spendibili proprio nel mondo del lavoro. Ma in un modo che cambia così velocemente c'è anche chi con il proprio lavoro artigianale ha portato lustro alla nostra città e ha creato aziende che durano da generazioni, per questo l'associazione imprenditori di Molfetta ha voluto dar loro un riconoscimento, perché sono le radici da cui è nata la zona industriale e artigianale della nostra città.
La presidente dell'associazione, Maddalena Pisani, ha puntualizzato riprendendo un passaggio del giornalista di Rai Uno che «l'identità delle persone con l'identità del lavoro è stata perfettamente coniugata nelle nostre imprese».
Aggiunge: «il passaggio generazionale non è un'agevolazione fiscale, non è un passare le quote, ma è passare passione, sacrificio, duro lavoro, ma più che altro amore se vogliamo che i nostri giovani non vadano via, noi prima di tutto dobbiamo pensare a trasferire loro l'amore per il lavoro».
A mons. Cornacchia le conclusioni finali che vanno nella direzione della speranza e dell'ottimismo, fermo restando che sa benissimo come lui stesso ha detto che «stiamo andando verso una stagione in cui i nonni "campano" figli e nipoti. Ma occorre offrire ai ragazzi un motivo in più per rimanere». E più in generale il vescovo dice: «è importante fare qualcosa sempre con grande onestà». Nel corso del suo intervento mons. Cornacchia si è anche soffermato sull'accoglienza calorosa che ha sempre ricevuto ovunque sia andato, «mi hanno sempre spalancato le porte».
Una serata ricca di spunti di riflessione, una serata che ha messo ancora una volta in luce come la zona industriale e artigianale sia un fiore all'occhiello della nostra città, ma anche di quanto sacrificio, amore, passione, ed anche difficoltà, ci sia in ogni azienda, dove solo la tenacia, la forza di volontà, la professionalità riescono a dare quel quid in più.
Nel corso della serata è stata assegnata dall'Associazione imprenditori di Molfetta la tessera 110 ad un socio onorario il Ser Molfetta.
La discussione di tale tema è stata affidata al giornalista di Rai Uno, Francesco Giorgino, nonché docente di Comunicazione e marketing alla Luiss di Roma, che con dovizia di particolari e dati alla mano ha guidato i presenti nei cambiamenti che sono avvenuti, che stanno avvenendo e che avverranno nel mondo del lavoro, ma più in generale nel tessuto sociale.
Infatti, parte proprio con una domanda: "in che società viviamo?" E ci si trova di fronte ad una società complessa, in cui determinismo tecnologico, disintermediazione e desocializzazione diventano i punti di partenza. Ma in questi cambiamenti entrano in gioco altri fattori come l'evoluzione demografica, la globalizzazione e la "digital trasformation".
Quella fatta da Giorgino è un' analisi attenta, puntale, precisa, che evidenzia come sia cambiato il mercato del lavoro, al cambiare anche della società, e viceversa. Il mondo digitale,quindi, diventa un importante fattore di cambiamento sociale e del mondo del lavoro, in quanto con la maggiore digitalizzazione molti lavori sono a rischio di estinzione, altri si devono adeguare a convivere con i nuovi strumenti tecnologici. Le aziende quindi nei prossimi anni dovranno far fronte a queste nuove esigenze del mercato del lavoro.
Le soluzioni per Giorgino vanno ricercate nella formazione continua, nell'interazione pubblico/privato, nel rafforzamento del Crs, ossia la responsabilità sociale di impresa, oltre che negli investimenti e nella crescita, anche nell'innovazione tecnologica.
E' un mercato del lavoro, in costante mutamento, alle aziende e ai lavoratori il compito di cogliere i segnali del cambiamento e farli diventare punti di forza delle proprie aziende e professionalità spendibili proprio nel mondo del lavoro. Ma in un modo che cambia così velocemente c'è anche chi con il proprio lavoro artigianale ha portato lustro alla nostra città e ha creato aziende che durano da generazioni, per questo l'associazione imprenditori di Molfetta ha voluto dar loro un riconoscimento, perché sono le radici da cui è nata la zona industriale e artigianale della nostra città.
La presidente dell'associazione, Maddalena Pisani, ha puntualizzato riprendendo un passaggio del giornalista di Rai Uno che «l'identità delle persone con l'identità del lavoro è stata perfettamente coniugata nelle nostre imprese».
Aggiunge: «il passaggio generazionale non è un'agevolazione fiscale, non è un passare le quote, ma è passare passione, sacrificio, duro lavoro, ma più che altro amore se vogliamo che i nostri giovani non vadano via, noi prima di tutto dobbiamo pensare a trasferire loro l'amore per il lavoro».
A mons. Cornacchia le conclusioni finali che vanno nella direzione della speranza e dell'ottimismo, fermo restando che sa benissimo come lui stesso ha detto che «stiamo andando verso una stagione in cui i nonni "campano" figli e nipoti. Ma occorre offrire ai ragazzi un motivo in più per rimanere». E più in generale il vescovo dice: «è importante fare qualcosa sempre con grande onestà». Nel corso del suo intervento mons. Cornacchia si è anche soffermato sull'accoglienza calorosa che ha sempre ricevuto ovunque sia andato, «mi hanno sempre spalancato le porte».
Una serata ricca di spunti di riflessione, una serata che ha messo ancora una volta in luce come la zona industriale e artigianale sia un fiore all'occhiello della nostra città, ma anche di quanto sacrificio, amore, passione, ed anche difficoltà, ci sia in ogni azienda, dove solo la tenacia, la forza di volontà, la professionalità riescono a dare quel quid in più.
Nel corso della serata è stata assegnata dall'Associazione imprenditori di Molfetta la tessera 110 ad un socio onorario il Ser Molfetta.