
Due designer di Molfetta vincitrici del contest "Luci su Vieste"
Maria Paola D'Amato e Claudia Inglese al primo posto
Molfetta - giovedì 30 settembre 2021
Sono molfettesi le vincitrici del contest "Luci su Vieste" con la luminaria artistica "Acrata" dedicata al Cile. Maria Paola d'Amato e Claudia Inglese si sono rese protagoniste, disegnando a quattro mani 10 luminarie artistiche, dell'evento clou dell'estate promosso dalla Città di Vieste e curato da Elio Colasanto.
La perla del Gargano, meta pugliese storica del turismo internazionale, ha voluto omaggiare il ritorno alla vita e l'idea di rinascita dell'umanità dopo la pandemia da coronavirus con 100 opere luminose ispirate ad altrettanti paesi del Mondo e disegnate da 10 giovani artisti e designer italiani, che per 100 notti hanno illuminato le principali strade del centro storico di Vieste, richiamando turisti e curiosi oltre all'attenzione dei media nazionali che hanno raccontato e mostrato le luminarie a tutta Italia.
Una importante opera d'arte corale affiancata da una gara tra gli artisti che ha visto proclamate vincitrici, da una giuria di esperti, le due designer molfettesi Maria Paola d'Amato, ingegnere e architetto, e Claudia Inglese, graphic designer con il loro rosone luminoso intitolato Acrata. "Questa - ha commentato la giuria - è una meravigliosa scultura, che ha saputo racchiudere nella spirale di curve, luci e colori l'essenza del viaggio, che passa attraverso la visita di luoghi e paesaggi, ma anche attraverso la scoperta dei sapori e degli odori che fanno parte della cultura di un popolo. La cultura del Cile si conosce assaporando la sua cucina fatta degli aromi delle empanadas, il profumo marino del cheviche, del gusto "anarchico" e speziato dell'acrata, il peperoncino conosciuto come "erba delle capre" o "viagra cileno", capace di stuzzicare palato e corpo".
Al secondo posto "Italia – Settecento" di Daniela Colasanto e Asia Consueto. Rappresenta Dante, nell'anno del 700° anniversario della morte del Sommo Poeta. Al terzo "Palestina – Resilienza" di Veronica Condello, che attraverso un volto avvolto da una keffiyah ricorda la questione palestinese. In quegli occhi penetranti si legge la determinazione della lotta del popolo palestinese per il riconoscimento dei diritti, delle radici e della terra d'origine occupata.
La perla del Gargano, meta pugliese storica del turismo internazionale, ha voluto omaggiare il ritorno alla vita e l'idea di rinascita dell'umanità dopo la pandemia da coronavirus con 100 opere luminose ispirate ad altrettanti paesi del Mondo e disegnate da 10 giovani artisti e designer italiani, che per 100 notti hanno illuminato le principali strade del centro storico di Vieste, richiamando turisti e curiosi oltre all'attenzione dei media nazionali che hanno raccontato e mostrato le luminarie a tutta Italia.
Una importante opera d'arte corale affiancata da una gara tra gli artisti che ha visto proclamate vincitrici, da una giuria di esperti, le due designer molfettesi Maria Paola d'Amato, ingegnere e architetto, e Claudia Inglese, graphic designer con il loro rosone luminoso intitolato Acrata. "Questa - ha commentato la giuria - è una meravigliosa scultura, che ha saputo racchiudere nella spirale di curve, luci e colori l'essenza del viaggio, che passa attraverso la visita di luoghi e paesaggi, ma anche attraverso la scoperta dei sapori e degli odori che fanno parte della cultura di un popolo. La cultura del Cile si conosce assaporando la sua cucina fatta degli aromi delle empanadas, il profumo marino del cheviche, del gusto "anarchico" e speziato dell'acrata, il peperoncino conosciuto come "erba delle capre" o "viagra cileno", capace di stuzzicare palato e corpo".
Al secondo posto "Italia – Settecento" di Daniela Colasanto e Asia Consueto. Rappresenta Dante, nell'anno del 700° anniversario della morte del Sommo Poeta. Al terzo "Palestina – Resilienza" di Veronica Condello, che attraverso un volto avvolto da una keffiyah ricorda la questione palestinese. In quegli occhi penetranti si legge la determinazione della lotta del popolo palestinese per il riconoscimento dei diritti, delle radici e della terra d'origine occupata.