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Costruzione del nuovo ospedale del Nord barese un’«impresa fattibile»

Comitato civico per la tutela della salute, insieme con le forze politiche, perché il progetto si realizzi

La costruzione del nuovo ospedale del nord barese area Adriatica è l'obiettivo che si prefigge il Comitato civico per la tutela della salute di Molfetta, come già previsto nel 2012 dalla giunta Vendola fra i cinque ospedali da costruire in Puglia.

Le ragioni di questa necessità sono state spiegate alla cittadinanza ieri durante l'incontro "Per la salute del nostro territorio", in una gremita sala Finocchiaro della Fabbrica di San Domenico, alla presenza di Tommaso Fiore, già assessore alla sanità della Regione Puglia, Tommaso Fontana, già direttore sanitario e Domenico Ruggiero, portavoce del Comitato. Moderatori Ottavio Balducci, fiduciario dell'Ordine dei medici e Stanislao Caputo, coordinatore dei medici di medicina generale di Molfetta.

Un tavolo tecnico trasversale, solo medici, per far comprendere la fattibilità di tale progetto non dopo il 2025 così come previsto dal piano di riordino, ma con tempistiche inferiori. Anche per quello che concerne l'aspetto economico dell'impresa i relatori hanno fatto rilevare che è possibile effettuare un'operazione di questo tipo utilizzando non solo fondi pubblici, ma avvalendosi anche della partecipazione dei privati, di fondi europei, o rifacendosi ad esperienze "project finance".

Le tempistiche di costruzione brevi, intorno ai 4 anni, seguendo gli esempi e le esperienze già realizzate in Toscana, in questo modo hanno detto i relatori si avrebbe un ospedale all'avanguardia e che potrebbe meglio soddisfare le esigenze di sanità del territorio.

La gestione sarebbe affidata ad una Fondazione, composta da un consorzio di Comuni.

Per l'ex assessore Fiore si tratta «di una operazione fattibile, ci vuole una forte volontà politica».

Il Comitato e i relatori hanno chiesto inoltre il potenziamento della medicina del territorio e mantenimento degli attuali reparti all'Ospedale di Molfetta, oltre che la rimodulazione del piano di riordino.

Nel corso della serata è emerso chiaro che per il nostro territorio le fasce più colpite da questo piano di riordino sono i bambini, gli anziani e i tanti che preferiscono non curarsi a causa delle lunghe liste di attesa.

Inoltre, si è fatto rilevare che l'ospedale di Corato è già stato classificato di primo livello, ospedale che a detta dei relatori verrà col tempo assorbito da quello di Andria. Molfetta, in questo momento, è un ospedale di base con 70 posti letto.

Dicevamo, un incontro trasversale, non solo per i relatori presenti, ma anche per la presenza di molti esponenti politici di diversa estrazione. Da evidenziare la presenza del consigliere regionale, Mario Conca, del sindaco di Giovinazzo, Tommaso De Palma, degli ex sindaci di Molfetta, Antonio Azzollini e Paola Natalicchio che per la prima volta si trovano d'accordo su un punto, ossia: «sull'umiliazione subita dalla nostra città in questo piano di riordino». Oggi d'accordo, ieri (alcuni mesi fa in consiglio comunale) hanno presentato mozioni diverse, è proprio strana la politica.

Dall'incontro verrà stilato un documento con le richieste del Comitato che sarà inoltrato alla Regione Puglia perché Molfetta possa ancora far sentire la sua voce e mantenere i suoi posti letto.

Intanto per quest'oggi è prevista la visita del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, agli ospedali di Molfetta, Terlizzi e Corato, per poi prendere la decisione definitiva per quello che sarà l'Ospedale unico di primo livello del nord barese. Non dimentichiamo che il nord barese ha una popolazione di 180mila abitanti.
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