
Vincenzo Tattoli e l'affitto di poltrona: opportunità per parrucchieri ed estetisti
Si tratta di una pratica concessa dalla legge e che potrebbe aiutare l'intero settore
Molfetta - venerdì 8 maggio 2020
Fra i tanti settori della nostra economia messi in seria difficoltà dall'epidemia di Coronavirus c'è anche quello del benessere con barbieri, parrucchieri ed estetisti impegnati alla ricerca di indicazioni e soluzioni su come ripartire nel migliore a partire dal 18 maggio, grazie all'ultima ordinanza della Regione Puglia. In particolare, abbiamo contattato Vincenzo Tattoli a proposito di una possibile soluzione per sostenere la ripresa del settore: si tratta del cosiddetto "affitto di poltrona o di cabina".
In primis, ci è stato spiegato in cosa consiste questo strumento giuridico: «È un contratto, attraverso il quale l'acconciatore o l'estetista concede in uso una parte dei propri locali nei quale svolge l'attività, ad un altro soggetto, acconciatore o estetista, in possesso della relativa abilitazione professionale, affinché questi eserciti, in piena autonomia, la propria attività. Questa modalità contrattuale esiste da anni e forse mai come in questo momento potrebbe essere utile per la nostra categoria».
«La concessione in uso dei locali è a titolo oneroso - spiega - l'utilizzatore paga un canone Il canone può comprendere: l'utilizzo di attrezzature del concedente Il consumo di prodotti del concedente la quota dei consumi di energia la quota delle altre spese (pulizia locali, condominiali, ecc.) In pratica, l'utilizzatore potrebbe svolgere la propria attività disponendo esclusivamente dell'abilitazione professionale, potendo utilizzare i locali e le attrezzature necessarie già presenti e nella disponibilità dell'impresa concedente».
«Questo modello contrattuale nasce dalle esigenze emerse negli ultimi anni dalle aziende del settore Benessere, soprattutto in conseguenza dei mutamenti della situazione sociale ed economica del nostro Paese, che hanno comportato importanti ripercussioni a loro carico. Per comprendere l'emergente fenomeno dell'affitto di poltrona (acconciatura) o di cabina (estetica), occorre riferirsi al documento "Avviso comune" sottoscritto il 3 ottobre 2011 dalle Organizzazioni Sindacali degli imprenditori e dei Lavoratori» afferma Vincenzo.
L'emergenza attuale potrebbe favorire l'utilizzo di questa soluzione: «L'esigenza principale del parrucchiere o estetista, pertanto, è di creare le condizioni per un migliore rendimento della propria struttura, anche attraverso il conseguimento di un provento derivante dalla concessione in uso di parte del proprio salone/centro estetico. A causa della crisi economica, diventa sempre più frequente che nei saloni di coloro che, per esempio, svolgono l'attività di acconciatori, siano presenti delle poltrone costantemente inutilizzate, espressione di una capacità produttiva in eccesso. Le modalità di esecuzione dello speciale rapporto qui esaminato, sono tali da configurare semplicemente la fruizione, da parte del concessionario, di una opportunità, rappresentata dalla possibilità di utilizzare, nell'ambito dell'esercizio della propria attività, una postazione di lavoro che in quel momento risulta in eccesso per il concedente».
«In Italia, le leggi 174/2005 (per l'acconciatura) e 1/1990 (per l'estetica) - conclude - prevedono che le attività di parrucchiere o estetista devono essere esercitate in forma d'impresa, ditta individuale o società di ogni tipo, regolarmente iscritta presso la Camera di Commercio. Il rapporto è disciplinato dall'art. 1615 del Codice Civile (Gestione e godimento della cosa produttiva), rientrante nelle disposizioni relative all'affitto. Sulla base di questo contratto l'affittuario può gestire ed utilizzare i beni mobili ed immobili specificamente indicati nel contratto di locazione in modo da farli confluire nell'ambito di un'azienda propriamente intesa, nella quale fare rientrare anche altri eventuali beni apportati dall'affittuario in senso complementare o accessorio rispetto ai beni concessi in locazione. In sostanza, l'azienda viene organizzata dall'affittuario in veste di imprenditore».
In primis, ci è stato spiegato in cosa consiste questo strumento giuridico: «È un contratto, attraverso il quale l'acconciatore o l'estetista concede in uso una parte dei propri locali nei quale svolge l'attività, ad un altro soggetto, acconciatore o estetista, in possesso della relativa abilitazione professionale, affinché questi eserciti, in piena autonomia, la propria attività. Questa modalità contrattuale esiste da anni e forse mai come in questo momento potrebbe essere utile per la nostra categoria».
«La concessione in uso dei locali è a titolo oneroso - spiega - l'utilizzatore paga un canone Il canone può comprendere: l'utilizzo di attrezzature del concedente Il consumo di prodotti del concedente la quota dei consumi di energia la quota delle altre spese (pulizia locali, condominiali, ecc.) In pratica, l'utilizzatore potrebbe svolgere la propria attività disponendo esclusivamente dell'abilitazione professionale, potendo utilizzare i locali e le attrezzature necessarie già presenti e nella disponibilità dell'impresa concedente».
«Questo modello contrattuale nasce dalle esigenze emerse negli ultimi anni dalle aziende del settore Benessere, soprattutto in conseguenza dei mutamenti della situazione sociale ed economica del nostro Paese, che hanno comportato importanti ripercussioni a loro carico. Per comprendere l'emergente fenomeno dell'affitto di poltrona (acconciatura) o di cabina (estetica), occorre riferirsi al documento "Avviso comune" sottoscritto il 3 ottobre 2011 dalle Organizzazioni Sindacali degli imprenditori e dei Lavoratori» afferma Vincenzo.
L'emergenza attuale potrebbe favorire l'utilizzo di questa soluzione: «L'esigenza principale del parrucchiere o estetista, pertanto, è di creare le condizioni per un migliore rendimento della propria struttura, anche attraverso il conseguimento di un provento derivante dalla concessione in uso di parte del proprio salone/centro estetico. A causa della crisi economica, diventa sempre più frequente che nei saloni di coloro che, per esempio, svolgono l'attività di acconciatori, siano presenti delle poltrone costantemente inutilizzate, espressione di una capacità produttiva in eccesso. Le modalità di esecuzione dello speciale rapporto qui esaminato, sono tali da configurare semplicemente la fruizione, da parte del concessionario, di una opportunità, rappresentata dalla possibilità di utilizzare, nell'ambito dell'esercizio della propria attività, una postazione di lavoro che in quel momento risulta in eccesso per il concedente».
«In Italia, le leggi 174/2005 (per l'acconciatura) e 1/1990 (per l'estetica) - conclude - prevedono che le attività di parrucchiere o estetista devono essere esercitate in forma d'impresa, ditta individuale o società di ogni tipo, regolarmente iscritta presso la Camera di Commercio. Il rapporto è disciplinato dall'art. 1615 del Codice Civile (Gestione e godimento della cosa produttiva), rientrante nelle disposizioni relative all'affitto. Sulla base di questo contratto l'affittuario può gestire ed utilizzare i beni mobili ed immobili specificamente indicati nel contratto di locazione in modo da farli confluire nell'ambito di un'azienda propriamente intesa, nella quale fare rientrare anche altri eventuali beni apportati dall'affittuario in senso complementare o accessorio rispetto ai beni concessi in locazione. In sostanza, l'azienda viene organizzata dall'affittuario in veste di imprenditore».