Madonna dei Martiri
Madonna dei Martiri
Viva la storia di Molfetta!

Non venne dal mare: la Madonna dei Martiri e le sue origini storiche

Un'immagine sacra forse portata dai Crociati al ritorno dalla Terrasanta. Ma cosa ci racconta davvero la storia dell'arte?

Da secoli, la città di Molfetta è legata a una storia suggestiva: la Madonna dei Martiri, venerata con profonda devozione, sarebbe un'antica icona bizantina giunta miracolosamente dal mare. Un'immagine sacra forse portata dai Crociati al ritorno dalla Terrasanta. Ma cosa ci racconta davvero la storia dell'arte? E cosa si scopre quando si osserva quest'immagine con occhi nuovi, guidati da fonti documentate e analisi iconografiche?

Un'ipotesi affascinante è che la Madonna dei Martiri probabilmente non sia di origine bizantina e che fu realizzata nel XIV secolo in un ambiente artistico dell'Italia meridionale. Non si tratta di una datazione assoluta, ma gli elementi stilistici, tecnici e devozionali portano con forza in quella direzione. Cosa ci fa pensare che non sia bizantina? Innanzitutto, il gesto: Maria tiene il Bambino con un braccio e lui, con grande naturalezza, le accarezza il viso. È l'iconografia della Eleousa, la "Madonna della tenerezza", molto più diffusa in Occidente nel basso Medioevo che nell'arte bizantina più rigida e ieratica. Le Odigitrie bizantine, infatti, mostrano una Madonna che indica il Figlio e guarda l'osservatore con sguardo frontale, distaccato, teologico. Qui, invece, la scena è affettiva, intima, quasi domestica.

Anche dal punto di vista tecnico l'effigie parla un altro linguaggio: tempera su tavola, composizione a mezzo busto, volti dolci e sfumati. Manca lo sfondo dorato, mancano gli elementi simbolici tipici delle icone orientali. Il tutto ci racconta un'opera nata per la devozione popolare, in una comunità che cercava nella Madonna una madre vicina, non una figura solenne elontana.

Un ulteriore elemento che conferma la distanza dell'immagine dai modelli bizantini è la totale assenza di una firma o di una datazione originaria. L'icona della Madonna dei Martiri non reca alcuna indicazione dell'autore, né iscrizioni sacre greche come il classico "MP-ΘΥ" (Mater Theou), tipiche delle opere orientali. Questo silenzio formale è comune in molte immagini devozionali occidentali del basso Medioevo, dove la funzione liturgica e affettiva prevaleva sulla riconoscibilità dell'artista.

L'anonimato dell'opera, unito alla semplicità compositiva e alla dolcezza espressiva, la colloca con coerenza in un contesto locale o adriatico. È, insomma, un'immagine nata per il culto quotidiano di una comunità, non per impressionare con la sua origine. Come molte immagini sacre, anche la Madonna dei Martiri è stata modificata nel corso dei secoli.
Nel corso del tempo sono stati aggiunti elementi iconografici che oggi ci sembrano essenziali: il manto che avvolge la Vergine, gli angeli che lo sostengono. Questi dettagli sono frutto di trasformazioni avvenute tra il XVI e il XVIII secolo. Le vediamo nelle rappresentazioni e negli affreschi in questi secoli.
Gli angeli hanno una funzione ben precisa: sollevando il manto, presentano la Madonna come Regina del Cielo, glorificata e adorata. È un gesto che parla alla collettività, che trasforma un'immagine familiare in un'icona solenne, liturgica, capace di esprimere il potere e l'intercessione della Vergine.
Dal Seicento in poi, questa configurazione iconografica si consolida come modello "ufficiale" a Molfetta: non solo nella pittura, ma anche nella scultura e nell'arte pubblica. Gli angeli, quindi, diventano parte integrante dell'identità visiva della Madonna dei Martiri, pur restando una sovrapposizione rispetto all'immagine originaria.
La Madonna dei Martiri comincia poi ad apparire accanto ai due santi patroni di Molfetta: San Corrado e San Nicola. Le loro figure, scolpite o dipinte ai lati della Vergine, diventano una costante iconografica.
Ma l'immagine più cara ai molfettesi oggi è forse quella della statua in cartapesta portata in processione ogni anno durante la Sagra a Mare. Realizzata nel 1883 da Vito Fornari, artigiano locale, questa Madonna non è un'antichità, ma è diventata la forma visibile dell'affetto popolare. Riprende la configurazione iconografica ormai consolidata e la trasforma in presenza viva, trasportata tra i vicoli, affacciata al porto, innalzata tra canti e commozione.
Oggi sappiamo — senza pretendere certezze assolute — che l'immagine originaria della Madonna dei Martiri non è bizantina e che con ogni probabilità fu dipinta nel Trecento. Nessun documento attesta un suo arrivo da lontano, nessuna caratteristica stilistica la lega davvero al mondo orientale. Ma questa consapevolezza non smorza la devozione, anzi: la rende più profonda. Perché ci racconta una storia fatta non di miracoli spettacolari, ma di arte, di fede popolare, di continuità silenziosa. Ci racconta che ciò che ci è più caro non ha bisogno di venire da lontano per essere prezioso. Basta che ci accompagni, con amore, per generazioni.


Bibliografia
  • G. Del Rosso, L'immagine della Madonna dei Martiri. Evoluzione di un'iconografia mariana, in "Luce e Vita. Documentazione", 2013/2, pp. 125-139.
  • G. A. Bovio, Breve historia dell'origine, fondazione e miracoli della devota chiesa di S. Maria de' Martiri di Molfetta, Napoli 1638.
  • G. Bellifemine, La Basilica Madonna dei Martiri a Molfetta, Fasano 1991.
  • M. I. De Santis, Nuovi studi su Santa Maria dei Martiri e sulla fiera di Molfetta, Molfetta 1997.
  • L. M. De Palma, Santuari medievali e pellegrinaggi. Contributo alla storia della pietà mariana in Puglia, Odegitria XVII (2010).
  • H. Hallensleben, Maria, Marienbild, in Lexikon der christlichen Ikonographie, Freiburg-Basel-Wien 1971.
  • M. Bacci, Il pennello dell'Evangelista. Storia delle immagini sacre attribuite a san Luca, Pisa 1998.
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