
Vilardi (Sinistra Italiana): «Incauta allusione a Minervini nella commemorazione di Carnicella»
Le sue parole: «Se oggi il primo cittadino di Molfetta avesse fatto il proprio dovere, avrebbe lui stesso onorato il compianto Gianni»
Il segretario cittadino di Sinistra Italiana, Gabriele Vilardi, ha commentato il discorso odierno tenuto da Nicola Piergiovanni durante la commemorazione di Gianni Carnicella a 33 anni dalla sua scomparsa. Riportiamo integralmente le sue parole:
"Come le parole espresse oggi da Nicola Piergiovanni davanti a quelle scale di San Bernardino che trasudano ancora sangue, possono davvero rinnovare la memoria e l'impegno di Città di Molfetta sui passi della legalità e della giustizia del Sindaco Gianni Carnicella, vittima di mafia?
Come le sue parole così improvvide non mostrino più ancora una volta una difesa convinta nei confronti di Tommaso Minervini paragonando tra le righe, e a parer mio così incautamente, la solitudine di Carnicella con quelle dell'attuale primo cittadino sospeso? Se oggi il primo cittadino di Molfetta avesse fatto il proprio dovere avrebbe lui stesso onorato Carnicella con un suo intervento istituzionale e invece questo non è possibile. Non è possibile perché il Prefetto ha ratificato la sospensione dalle sue funzioni. Perché il Tribunale del Riesame ha stabilito il divieto di dimora dal Comune per Minervini. Perché il gip di Trani ha prodotto un fascicolo di 9000 pagine d'accusa tra intercettazioni e 21 capi d'imputazione. Perché si parla di accuse come corruzione, turbativa d'asta, peculato, falso, di un presunto sistema di affidamento di appalti in cambio di voti per il ballottaggio del 2022.
Davvero servivano tali parole dopo che anche la famiglia Carnicella ha comunicato ufficialmente all'Amministrazione comunale la propria decisione di non prendere parte alla cerimonia pubblica dal momento che "non sussistano le condizioni per partecipare a una cerimonia che dovrebbe rappresentare, per chi amministra, un momento di autentica riflessione e impegno"? No. Non servivano, e non credo fossero necessarie. Perché, e non ci dovrebbe nemmeno esser bisogno dello spieghino, sono solitudine diverse che nascono da condizioni differenti.
Perché dobbiamo essere capaci, soprattutto nel vero silenzio, di saper discernere tra la solitudine politica e quella invece imposta da azioni di carattere giudiziario. E, al netto del sempre e dovuto garantismo, difendere l'indifendibile oggi rischia unicamente a rendersi collusi e non solidali".