pizzarello. <span>Foto Ruggiero de Virgilio</span>
pizzarello. Foto Ruggiero de Virgilio
Vita di città

Un viaggio nel gusto e nelle tradizioni della Settimana Santa a Molfetta

L'ultimo approfondimento delle ragazze scout del gruppo Agesci Molfetta 1

Il periodo pasquale per Molfetta non è importante solo dal punto di vista ecclesiastico, ma anche la cucina gioca un ruolo importante. Tanti sono i prodotti tipici della città, che come da tradizione vengono preparati e mangiati nelle famiglie ogni anno.

Tra le golosità più famose e maggiormente amate dai molfettesi, c'è il pizzarello, un panino farcito con tonno, olio, capperi e se si vuole acciughe. É tradizione gustarlo il Venerdì Santo, a seguito della processione dei Cinque Misteri, e Sabato Santo con la processione della Pietà. Questa tradizione nasce perché durante le processioni erano proprio i priori, guide delle confraternite, a offrire i pizzarelli a coloro che seguivano il loro cammino, per rifocillarsi.

Un'altra specialità è il calzone, un impasto salato ripieno di merluzzo, cipolla, cavolfiore, pomodorini, olive e olio. Il calzone non è in realtà una specialità esclusivamente molfettese, ma viene preparato anche in altre città, dove vengono variati gli ingredienti. Questa famosa focaccia ripiena si mangia tradizionalmente il Mercoledì Santo, per segnare l'inizio della Quaresima, ma anche 20 giorni prima della Santa Pasqua.

A Molfetta troviamo anche alcuni dolci tipici, tra i quali il più famoso è sicuramente la scarcella, in gergo definita scarcedde. Si tratta di un panetto di impasto disposto a forma di ruota, e poi ricoperto di glassa. Vengono poi aggiunti degli ovetti di cioccolato a scopo decorativo o semplicemente delle praline color argento o multicolore. Di solito la pasta frolla è ripiena di marmellata o pasta di mandorle, ma non è raro che sia fatta semplicemente d'impasto. Anche questo dolce è diffuso in varie parti della Puglia ma preparato in modi differenti.

Un altro tipo di dolci che si mangiano durante la settimana santa sono i taralli con il taglio, che i marinai portavano con loro. Quando, durante il Sabato Santo, i bambini andavano in giro travestiti, il bambino a cui spettava il ruolo di San Giovanni indossava nastri imbottiti di taralli, prima chiamati bscutt perché considerati appunto dei dolci.

Altra importante tradizione legata al cibo, ormai caduta in disuso, ha luogo sulla strada di via Terlizzi. Il Mercoledì delle Ceneri, a metà Quaresima, e il Mercoledì dell'Angelo lungo la strada si incontravano dei venditori, con dei carretti stracolmi di frutta secca. Divenne cosi tradizione quella di fermarsi sulle scalinate della chiesa e mangiare in compagnia questi acquisti. In sintesi, le prelibatezze pasquali di Molfetta non solo deliziano il palato, ma raccontano anche storie di fede, comunità e condivisione.

Questi piatti tradizionali sono un riflesso dell'identità e della storia della città e rappresentano un legame tangibile tra il passato e il presente. Attraverso la cucina, Molfetta continua a celebrare le sue tradizioni, trasmettendo da generazione a generazione il gusto e il significato profondo della settimana Santa.
  • settimana santa
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