marce funebri
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Vita di città

Melodie della Passione: storia e tradizioni delle marce funebri a Molfetta

Il primo articolo realizzato su MolfettaViva dalle scout del reparto "Altair" del gruppo Agesci Molfetta 1

Le sentiamo durante le processioni, ma sapete la storia delle marce funebri? Le melodie che la nostra banda suona mentre i confratelli portano le statue hanno una storia che va avanti da secoli.

Il Venerdì Santo, la processione del Cristo Morto si apre con due marce eseguite a piè fermo, dalle 3.30 alle 4.00, "Il Pescatore" e "La Maledetta", per continuare con "U' conza siegge", suonata all'uscita del Cristo Morto. La processione si chiude invece con "Palmieri", eseguita durante la ritirata. Invece, il Sabato Santo la processione si apre con due melodie eseguite a piè fermo, la prima "Gatti", durante l'uscita di S. Pietro, e "Perduta", durante l'uscita della Maddalena. La banda inizia a spostarsi all'uscita della Pietà, suonando "Dolor". Su via Dante, all'altezza del ristorante Bistrot, la banda suona "Stabat Mater".

Ecco alcuni dettagli sulle marce che si ascoltano, o che si ascoltavano, nelle processioni molfettesi:

Vincenzo Valente (1830-1908)

"U counza sigge"
Composta nel 1857, viene eseguita più volte durante la processione, tradizionalmente all'uscita del Cristo Morto dalla chiesa di Santo Stefano e in via Sigismundo, via Roma e via S. Pansini, dove l'autore abitava e la compose.

"Il Pescatore"
La marcia fu scritta nel 1859 quando era appena trentenne, ed è un omaggio alla vocazione marinara dei molfettesi. Quando il maestro la compose abitava in via San Domenico n.11, vicino al caffè Moirgnare. Veniva eseguita più volte in via Amente, e a richiesta della confraternita in altre vie durante la processione.

"L'ultimo addio"
Prodotta nel 1860, anno in cui il musicista, accomiandosi dalla moglie, donna Marietta Antico, dovette partire come volontario nel corpo dei garibaldini come "guardia a cavallo", con il timore di non fare ritorno nella sua Molfetta. Si esegue per tradizione quando la processione di Cristo Morto, alle prime luci dell'alba, giunge in piazza Municipio ed imbocca via Dante.

"Lo Sventurato"
La marcia fu composta nel 1888 all'età di 58 anni, si esegue all'uscita dell'Addolorata del Venerdì di Passione. Il titolo costituisce l'autoritratto dell'autore, duramente provato da una vita avversa. Viene eseguita non più di due volte.

"Povera Rosa"
Fu composta nel 1895, per la morte prematura di donna Rosa de Sario, moglie di Don Vincenzo Spagnoletti, dal pianto del marito, che, abbandonato su un sofà, rifletteva, di tanto in tanto, tra i singhiozzi: "Povera Rosa!… Povera Rosa.!..." Il Valente volle essere vicino al dolore di Don Vincenzo, perché colpito dalla musicità di quel lamento. Viene eseguita in piazza Mazzini presso la chiesa di Santo Stefano il Giovedì Santo e una volta il Venerdì Santo durante la processione.

Francesco Peruzzi

"Patetica" Composta nel 1907, viene eseguita all'uscita dell'Addolorata dalla chiesa del Purgatorio, nella vicinanza di casa Peruzzi, in via Dante, e alla ritirata all'altezza del monumento di Mazzini. La stessa cosa alla processione del Sabato Santo, all'uscita della Pietà dalla chiesa del Purgatorio.

Giuseppe de Candia (1836-1904)

La marcia funebre n.4, scritta nel 1880, viene eseguita nei pressi della Cappellina de Candia, in Corso Margherita. Viene comunemente definita "U voeve" (il bue), per via degli intervalli musicali che caratterizzano il controcanto iniziale. Di solito non viene eseguita più volte, o almeno non più di due per processione, ma tutto dipende dal priore.

Saverio Calò (1845-1923)

"Amleto"
Fu la prima marcia da lui scritta: musa ispiratrice fu Elena Tambert, giovane interprete dell'omonima opera di Shakespeare che nel 1886 fu più volte rappresentato nel Teatro comunale di Molfetta. Affascinato dall'attrice, si presentò alla stessa come maestro compositore, cosa che la Tambert volle accettare invitandolo a scrivere una composizione. Calò prese spunto dall'Amleto per comporre la marcia, la fece eseguire nel momento in cui veniva rappresentato il funerale di Ofelia. Da questo episodio nacque l'amore tra i due artisti che successivamente si sposarono. La marcia viene eseguita solo da fermo la sera del Giovedì Santo in piazza Mazzini presso la chiesa di S. Stefano.

"Fatalità"
Composta nel 1897 dopo la morte nel 1880 della stessa Elena Tambert. Viene eseguita più di due volte durante la processione e da tradizione sotto l'arco del centro storico.

"Dolor"
Composta nel 1897 in onore della giovane moglie Elena Tambert, di 28 anni, morta nel 1880 a tre anni dalla nascita del secondo figlio Sergio. È la marcia che accompagna l'uscita della Pietà, il Sabato Santo, dalla chiesa del Purgatorio.

Sergio Calò (1877-1939)

"Elena"
Fu scritta nel 1902 da Sergio Calò, figlio di Saverio ed Elena Tambert. Fu dedicato a sua madre morta prematuramente nel 1880. Viene eseguita il Venerdì Santo su Corso Margherita al massimo due volte. Fino a qualche tempo fa non veniva eseguita, ma da qualche anno è stata inserita nel repertorio del Venerdì Santo, dai fanatici della confraternita del Sacco Rosso.

Angelo Inglese (1918-1990)

"Tramonto Tragico"
La figura di Angelo Inglese è stata di particolare rilievo per le marce funebri molfettesi. Ancora oggi, all'estero, viene ricordato come un grande maestro. "Tramonto Tragico" la compose in seguito ad un incidente avvenuto il 14 luglio 1945 mentre il complesso bandistico molfettese si recava in Manfredonia, per la festa patronale della Madonna del Carmelo. Tre chilometri prima di arrivare a Manfredonia, il grave incidente automobilistico coinvolse la banda, dove persero la vita tre musicanti, mentre altri rimasero feriti gravi. La marcia "Tramonto Tragico" viene eseguita alla processione del Venerdì di Passione e alla Settimana Santa. Viene esibita molto spesso, in particolare su Corso Margherita, e in altre strade con il consenso del priore. Altre marce sono state compose da Angelo Inglese, ovvero "Doloroso Addio", "Angela", Mestizia e "Caduti in Africa Orientale". Queste marce vengono eseguite in concerto solo da fermo in chiesa, non sono marce da processioni. C'è anche la composizione postuma "Povero Paolo" scritta per la morte del figlio.

Vito Lucivero (1918-1984)

"Senza Nome"
Composta nel 1939 dal prof. Vito Lucivero, autodidatta suonatore di clarinetto, viene eseguita più volte, per tradizione in via Roma ed in un'altra via della processione. "Antonio Marino" Nel 1975, compose questa marcia in memoria del suo amico omonimo. Veniva eseguita tempo fa, da molti anni non viene più messa in programma.

Giovanni Picca (1934-1964)

La sua figura coincide con quella di un bravissimo cantante lirico baritono. "Venerdì Santo" Rielaborata dal maestro Angelo Inglese, viene eseguita solo il Venerdì di Passione e il Sabato Santo, in via Roma e più volte in altri punti della processione. Un tempo veniva eseguita alla processione del Venerdì Santo, ma da un po' di anni non viene più eseguita, offendendo la memoria dell'autore deceduto in un incidente automobilistico tra Barletta e Trani all'età di 30 anni.

Alfredo Fiorentini (1942)

Compositore autodidatta suonatore di chitarra classica, ottima conoscenza musicale, da piccolo ha suonato in un complesso mandolinistico e nell'orchestra con strumenti moderni fondata e diretta dal maestro Angelo Inglese, esibendosi nei concerti classici e di marce funebri all'età di 15 anni, con il maestro Sabino Andriani, mandolinista, suonando delle rapsodie ungheresi di Listz.

"Giovanni XXIII"
Una delle sue marce funebri composta nel 1964. "A mio padre" Nel 1973 viene a mancare suo padre e a lui dedica questa marcia. Ottenne ottimo successo e buona critica da intenditori molfettesi e non. Veniva eseguita dagli anni '80 molto spesso, ma da un po' di tempo solo nei concerti delle chiese richiesto dall'autore, donando un contributo.

"Una vita incompiuta"
Nel 2017 viene eseguita un'altra sua composizione dedicata al suo amico di infanzia Giovanni Picca, che ha ottenuto un gran successo e ottima critica da maestri illustri di Molfetta e non. "A Nunzio" Marcia eseguita il 9 marzo 2024 nel Duomo di Molfetta durante il "Concerto di marce funebri", è una composizione in memoria di Nunzio Fiorentini, deceduto giovane. Il ricavato è stato devoluto per beneficenza al Ser della città di Molfetta.

Qui di seguito riportiamo alcuni autori non molfettesi le cui marce che vengono eseguite nelle processioni pasquali a Molfetta:

Gioacchino Rossini (1792-1868)

"Stabat Mater" n.1

Questa marcia di cui è l'autore viene tradizionalmente eseguita alla ritirata dell'Addolorata e della Pietà.

Giuseppe Verdi (1813-1901)

"Simon Boccaregna"
Da lui scritta, è una riduzione fatta dal maestro Francesco Peruzzi e viene eseguita non più di una volta per processione.

Chopin (1810-1849)

La sua marcia fu composta nel 1837 e viene eseguita più volte, in particolare da tradizione in via Roma.

Francesco Caravaglios (1864-1941)

"Perduta" La sua marcia viene eseguita più volte in processione, in particolare alla curva di via S. Carlo e via S. Domenico.

Angelo Luca Domenico Luiso (1886-1965)

"Triste Tramonto"
Fu scritta nel 1947 dal maestro bitontino, in memoria della moglie Ventafridda Serafina, morta proprio mentre il sole tramontava. Il maestro abitava a Molfetta, in via Tenente Bufi, dove la compose.

Giovanni Francesco Saverio Petrucci

"La Maledetta"
La sua marcia viene eseguita non più di due volte la notte del Venerdì Santo all'uscita della statua del Cristo al Calvario, dalla chiesa di Santo Stefano.

Enrico Petrella (1813-1877)

"Jone"
Conosciuta in tutta l'Italia meridionale e da lui scritta, a Molfetta la versione di "Jone" che si ascolta durante la Settimana Santa è una riduzione fatta nel 1858 dal maestro Francesco Peruzzi. Viene eseguita più volte e in particolare in piazza Vittorio Emanuele S. Teresa.

Amilcare Ponchielli (1834-1886)

"Funerali di Alessandro Manzoni"
Scritta il 23 maggio 1873, era dedicata all'autore omonimo e viene eseguita una sola volta durante la processione, in Piazza Immacolata. "In morte di Francesco Luca" La marcia, in ricordo dell'editore musicale milanese, è un'altra delle riduzioni dell'opera omonima, operata dal maestro Francesco Peruzzi nel 1937 come per i "Funerali di Alessandro Manzoni". Viene eseguita più volte, particolarmente alla chiesa dell'Immacolata.

"Palmieri"
È la marcia che segue l'ingresso della statua di Cristo Morto nella chiesa di Santo Stefano, al termine della processione del Venerdì Santo. Non si conosce esattamente il nome del suo autore, vissuto a Napoli. Per tradizione la marcia viene eseguita all'inizio di Corso Margherita, dopo la marcia "Simon Boccaregna" di Piazza Cappuccini.

Domenico Gatti (1816-1891)

Il suo brano fu scritto dall'autore dalla vicissitudine di un evento del 1847 a Reggio Calabria, dove un insurrezione mazziniana portò alla nascita di un governo provvisorio. Per decenni, a Molfetta, la marcia del Gatti era erroneamente intitolata e conosciuta con il suo stesso cognome. Si esegue spesso nelle processioni e viene eseguita in piazza Municipio e qualche volta alle ritirate, imboccando via San Domenico nei pressi del porto.

Alfonso Maria Matrella

La sua marcia viene eseguita nei pressi di San Domenico, e qualche volta via Immacolata. Il maestro Matrella morì a Milano il 27 maggio 1992.

Le marce funebri di Molfetta raccontano storie di vita, amore e memoria, intrecciando il passato con il presente attraverso le loro note solenni. Sono un tributo alla storia e all'anima di questa comunità, che continua a riverberare nelle strade e nei cuori di coloro che l'ascoltano.

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