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Uccisione del sindacalista Adil Belakhdim, il sindaco Minervini: «Non si può morire così»
Il 37enne lascia due figli e la moglie Lucia, originaria di Molfetta
Molfetta - domenica 20 giugno 2021
10.23
Anche il sindaco Tommaso Minervini si è espresso in merito alla vicenda che ha drammaticamente coinvolto Adil Belakhdim, il sindacalista 37enne investito e ucciso a Biandrate, in provincia di Novara, all'ingresso del centro distribuzione Lidl. L'uomo, di origini marocchine e coordinatore SiCobas per la provincia di Novara, lascia due figli e la moglie Lucia, originaria di Molfetta.
«Fuori da cancelli della Lidl, a Molfetta, per ricordare il sacrificio di Adil Belakhdim - afferma il sindaco - domani mattina ci sarà la città. Quanto accaduto è di una gravità inaudita. Allo sgomento si aggiunge il dolore per la perdita di un giovane uomo impegnato per vedere riconosciuto il diritto a condizioni di lavoro più dignitose».
«Questo non può accadere in un paese civile - aggiunge - e il fatto che a compiere l'omicidio, perché di questo si tratta, sia stato un altro giovane, un altro lavoratore, la dice lunga sulle tensioni, sull'inadeguatezza, sulle precarietà che, oggi, regolano il mondo del lavoro. Al di là delle responsabilità dei singoli, che saranno accertate in sede penale, come Primo cittadino chiedo ai vertici della Lidl di vigilare sulle condizioni imposte ai lavoratori dalle aziende della logistica e dalle aziende terziarizzate».
«Esprimo tutta la mia vicinanza alla famiglia di Adil, a sua moglie Lucia, che ora dovrà crescere da sola i loro due bimbi, e che, dal Marocco, dove si trova, urla la sua comprensibile disperazione. Non si può morire così. Non si deve morire così» conclude il primo cittadino.
«Fuori da cancelli della Lidl, a Molfetta, per ricordare il sacrificio di Adil Belakhdim - afferma il sindaco - domani mattina ci sarà la città. Quanto accaduto è di una gravità inaudita. Allo sgomento si aggiunge il dolore per la perdita di un giovane uomo impegnato per vedere riconosciuto il diritto a condizioni di lavoro più dignitose».
«Questo non può accadere in un paese civile - aggiunge - e il fatto che a compiere l'omicidio, perché di questo si tratta, sia stato un altro giovane, un altro lavoratore, la dice lunga sulle tensioni, sull'inadeguatezza, sulle precarietà che, oggi, regolano il mondo del lavoro. Al di là delle responsabilità dei singoli, che saranno accertate in sede penale, come Primo cittadino chiedo ai vertici della Lidl di vigilare sulle condizioni imposte ai lavoratori dalle aziende della logistica e dalle aziende terziarizzate».
«Esprimo tutta la mia vicinanza alla famiglia di Adil, a sua moglie Lucia, che ora dovrà crescere da sola i loro due bimbi, e che, dal Marocco, dove si trova, urla la sua comprensibile disperazione. Non si può morire così. Non si deve morire così» conclude il primo cittadino.