Tommaso Minervini
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Strage di Capaci, il messaggio del sindaco di Molfetta

Tommaso Minervini scrive alla città a 29 anni dalla tragedia

Il 23 maggio del 1992, ventinove anni fa, con la strage di Capaci, le mafie, tutte le mafie hanno cominciato a perdere. Quello che voleva essere un gesto eclatante, messo a segno e reiterato due mesi dopo con la strage di Via D'Amelio, ha evidenziato, invece, la cifra della pochezza e della debolezza del sistema mafioso.
A partire da quel momento, con la morte di Giovanni Falcone, di sua moglie, Francesca Morvillo, e degli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro, le mafie hanno cominciato a sfilacciarci, come un tessuto logoro. E i valori della legalità e dello Stato hanno cominciato davvero a porsi in netta distinzione dai disvalori e dalla inciviltà della criminalità organizzata.
Tutte le città sono diventate luoghi di memoria. E il nome di quell'uomo, di quegli uomini dello Stato che le mafie volevano cancellare, sono diventati un pungolo. Anzi, una pietra, una base su cui si è costruita una nuova geografia della consapevolezza, della responsabilità.
Il tempo non ha cancellato il ricordo di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino e dei tanti che hanno perso la vita per difendere le istituzioni e i valori della nostra costituzione. Per questo, nel silenzio e senza proclami, dobbbiamo giorno dopo giorno realizzare, e sollecitare, un impegno operativo, concreto e ininterrotto, contro le mafie.
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