
Operatori sanitari, anziani, bambini. A Molfetta il Covid colpisce tutti
Al 29 dicembre 487 i casi in totale in città
Molfetta - lunedì 4 gennaio 2021
Se si scava tra i 487 casi di positività al Covid a Molfetta (dato aggiornato al 29 dicembre 2020,ndr)viene fuori una fotografia multiforme.
Perché il Covid colpisce tutti, indidistintamente. Ed è per questo che occorre responsabilità, attenzione e rispetto delle regole.
Tra i 487 casi ci sono diversi operatori sanitari, contagiati dal virus nell'espletamento del proprio lavoro. Esattamente come il dottor Enrico Pansini, deceduto nella notte di San Silvestro.
Ci sono poi anche volontari, coloro che fin da marzo sono impiegati in prima linea nel fronteggiare il Covid e nell'aiutare il prossimo in difficoltà per mero spirito di solidarietà.
Purtroppo, tantissimi, sono anche gli anziani.
Qui il problema sarebbe di base: molti, infatti, avrebbero usato male o poco le mascherine più per ottusità che per presa di posizione contro i sistemi di protezione personale. Certo, non si può fare di tutta un'erba un fascio, ma è altrettanto vero che sono in tantissimi ancora gli anziani che si ritrovano seduti alle panchine di un parco, a passeggio, alle poste mentre dovrebbero essere i primi a restare a casa.
A casa, a causa della positività al Covid, anche tantissimi bambini: è per questo che a Molfetta, come nel resto della Puglia, continua il dibattito se continuare con la didattica a distanza oppure tornare tra i banchi dopo l'Epifania. Quanto accaduto nelle scuole "Carnicella" e "Cesare Battisti" a Molfetta è ancora molto vivo nei ricordi dei genitori.
Ad approfondire, poi, emerge anche che a essere colpita dal Covid non è solo una fascia di lavoratori.
Il Covid, ad esempio, è arrivato alla zona industriale come in ogni tipo di attività commerciale locale.
Perché il Covid colpisce tutti, indidistintamente. Ed è per questo che occorre responsabilità, attenzione e rispetto delle regole.
Tra i 487 casi ci sono diversi operatori sanitari, contagiati dal virus nell'espletamento del proprio lavoro. Esattamente come il dottor Enrico Pansini, deceduto nella notte di San Silvestro.
Ci sono poi anche volontari, coloro che fin da marzo sono impiegati in prima linea nel fronteggiare il Covid e nell'aiutare il prossimo in difficoltà per mero spirito di solidarietà.
Purtroppo, tantissimi, sono anche gli anziani.
Qui il problema sarebbe di base: molti, infatti, avrebbero usato male o poco le mascherine più per ottusità che per presa di posizione contro i sistemi di protezione personale. Certo, non si può fare di tutta un'erba un fascio, ma è altrettanto vero che sono in tantissimi ancora gli anziani che si ritrovano seduti alle panchine di un parco, a passeggio, alle poste mentre dovrebbero essere i primi a restare a casa.
A casa, a causa della positività al Covid, anche tantissimi bambini: è per questo che a Molfetta, come nel resto della Puglia, continua il dibattito se continuare con la didattica a distanza oppure tornare tra i banchi dopo l'Epifania. Quanto accaduto nelle scuole "Carnicella" e "Cesare Battisti" a Molfetta è ancora molto vivo nei ricordi dei genitori.
Ad approfondire, poi, emerge anche che a essere colpita dal Covid non è solo una fascia di lavoratori.
Il Covid, ad esempio, è arrivato alla zona industriale come in ogni tipo di attività commerciale locale.