
Molfetta senza le sue ritualità della Settimana Santa. Il messaggio del Sindaco
Minervini: «Ci manca la normalità ma guardiamo con speranza al domani»
Molfetta - venerdì 2 aprile 2021
12.00
Anche il primo cittadino di Molfetta, Tommaso Minervini, ha voluto dedicare un suo pensiero a questo insolito Venerdì Santo privo di tutte quelle tradizioni che abbiamo vissuto come normalità fino al 2019 e che ora sono negate a causa della pandemia.
«Non ho dormito bene, ho trascorso una di quelle notti in cui il sonno sembra non voler proprio arrivare ma non vedi l'ora di chiudere gli occhi. Sono sveglio da poco, ma non ho dormito veramente. Non posso fare a meno di pensare a quanto avrei voluto poter dire di una storia diversa. Raccontare di una giornata speciale, della notte magica dei molfettesi ma....anche quest'anno non abbiamo potuto viverla, raccontarla».
«Quella dei cinque misteri è una delle processioni più belle del mondo, e non lo dico da Sindaco e ne tantomeno per campanilismo. Lo dico perché lo penso, lo dico da molfettese che prima bambino, poi ragazzo e poi ancora uomo ha goduto della magia. La magia di quel rintocco...il rintocco e il brusio che svanisce. E poi...Il silenzio che si afferma, nel cuore della notte, a legare migliaia di persone che sentono di essere parte di qualcosa, una sola cosa. Che spettacolo, che incredibile emozione».
«Vi sono sincero, avverto la mancanza della ritualità, che ci unisce alle radici, a noi stessi, alla famiglia. Da Hoboken, a Buenos Aires, a Fremantle, non c'è molfettese che nella notte appena trascorsa non abbia perlustrato nella propria memoria alla ricerca di quel rintocco, del solenne silenzio. Ed è così...che tutto questo mi riporta alla origine, alla famiglia dei molfettesi, alla famiglia del mondo, perché si sa che noi molfettesi siamo cittadini del mondo. Penso ad ognuna delle nostre famiglie costrette a non potersi ritrovare, come da sempre accade, in questi momenti importanti».
«Penso a mio nipote Davide diventato padre di una meravigliosa creatura di pochi mesi. Lo penso perché Gaia l'ho vista una sola volta, e non la conosco ancora. Penso a quanti di voi che come me sono lontani dai propri affetti, ai tanti bambini nati in questo momento difficile e ingiustamente privati della famiglia. Come voi soffro per le cose importanti che il virus ci sta togliendo».
«Il sacrificio più grande non è quello di fare delle giuste rinunce per la salute di tutti ma, probabilmente, è quello di dover rinunciare a quei momenti che meritano di essere vissuti, e che non torneranno più. Come quello della notte appena trascorsa...in un cui la grande famiglia dei molfettesi si ritrova. Per questo, per tutto questo, dobbiamo guardare con coraggio e speranza a domani...Un abbraccio Molfetta».
«Non ho dormito bene, ho trascorso una di quelle notti in cui il sonno sembra non voler proprio arrivare ma non vedi l'ora di chiudere gli occhi. Sono sveglio da poco, ma non ho dormito veramente. Non posso fare a meno di pensare a quanto avrei voluto poter dire di una storia diversa. Raccontare di una giornata speciale, della notte magica dei molfettesi ma....anche quest'anno non abbiamo potuto viverla, raccontarla».
«Quella dei cinque misteri è una delle processioni più belle del mondo, e non lo dico da Sindaco e ne tantomeno per campanilismo. Lo dico perché lo penso, lo dico da molfettese che prima bambino, poi ragazzo e poi ancora uomo ha goduto della magia. La magia di quel rintocco...il rintocco e il brusio che svanisce. E poi...Il silenzio che si afferma, nel cuore della notte, a legare migliaia di persone che sentono di essere parte di qualcosa, una sola cosa. Che spettacolo, che incredibile emozione».
«Vi sono sincero, avverto la mancanza della ritualità, che ci unisce alle radici, a noi stessi, alla famiglia. Da Hoboken, a Buenos Aires, a Fremantle, non c'è molfettese che nella notte appena trascorsa non abbia perlustrato nella propria memoria alla ricerca di quel rintocco, del solenne silenzio. Ed è così...che tutto questo mi riporta alla origine, alla famiglia dei molfettesi, alla famiglia del mondo, perché si sa che noi molfettesi siamo cittadini del mondo. Penso ad ognuna delle nostre famiglie costrette a non potersi ritrovare, come da sempre accade, in questi momenti importanti».
«Penso a mio nipote Davide diventato padre di una meravigliosa creatura di pochi mesi. Lo penso perché Gaia l'ho vista una sola volta, e non la conosco ancora. Penso a quanti di voi che come me sono lontani dai propri affetti, ai tanti bambini nati in questo momento difficile e ingiustamente privati della famiglia. Come voi soffro per le cose importanti che il virus ci sta togliendo».
«Il sacrificio più grande non è quello di fare delle giuste rinunce per la salute di tutti ma, probabilmente, è quello di dover rinunciare a quei momenti che meritano di essere vissuti, e che non torneranno più. Come quello della notte appena trascorsa...in un cui la grande famiglia dei molfettesi si ritrova. Per questo, per tutto questo, dobbiamo guardare con coraggio e speranza a domani...Un abbraccio Molfetta».