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Minervini ai domiciliari, il commento di Paola Natalicchio: «Serve coraggio per ripartire»
Riflessioni dell'ex sindaca di Molfetta, dal 2013 al 2016, sugli ultimi sviluppi dell'inchiesta
Molfetta - venerdì 6 giugno 2025
9.17
Nella giornata che segna una prima grande svolta in merito all'inchiesta che ha coinvolto il Comune di Molfetta, tra i primi commenti arriva quello di Paola Natalicchio, ex sindaca di Molfetta, che ha dedicato alcune riflessioni al delicato momento politico che sta attraversando la nostra città:
"Conservo con cura la fascia tricolore della città di Molfetta, che ho servito come sindaca dal 2013 al 2016. Le istituzioni della Repubblica sono una cosa seria e sacra e per servirle bisogna sapersi spogliare. Spogliare delle indecenti tentazioni di usare il pubblico servizio al servizio degli interessi privati".
"Nove anni dopo, Molfetta assiste agli arresti domiciliari del sindaco e della dirigente del settore Socialità, quello che radicalmente avevamo provato a riformare e restituire alla legalità e alla trasparenza. Con provvedimenti pesanti anche su altri settori come Urbanistica e Lavori Pubblici, che anche avevamo provato a liberare dall'ombra lunga del malaffare. Lasciatemelo dire oggi, per favore: noi ce ne siamo andati senza essere capiti. Considerati rigidi, antipatici. Incolpati di aver bloccato lo sviluppo della città solo per aver spezzato il sistema delle clientele che la stava avvelenando e che l'ha continuata ad avvelenare".
"Sono arrivati gli esperti, i profeti del finto civismo, i trasformisti pirotecnici, gli alfieri della "Molfetta Positiva", i costruttori di palazzine sul mare e promesse mirabolanti. È finita così, nel baratro. Nell'alto tradimento. Adesso la maggioranza che ci ha portato, insieme al sindaco, in questo deserto dell'etica pubblica, abbia la decenza di lasciare i palazzi cittadini. Perché non crediamo alla favola del sindaco che ha fatto tutto da solo e della sua squadra che non sapeva".
"Noialtri, però, prima di ripartire, proviamo a riflettere qualche minuto su quello che abbiamo alle spalle. Sul grande incantamento che per anni ha visto un'intera comunità annichilita da una stagione di bassa politica, senza grosse proteste e senza grandi pentimenti. Ci è voluto un rigoroso lavoro degli organi inquirenti e della Magistratura per fare luce su quello che già sapevamo. E ancora in questi giorni si ripeteva "aspettiamo i provvedimenti e aspettiamo di capire". Ma davvero non avevamo ancora capito? Su queste domande che abbiamo il dovere di farci fino in fondo e su questo campo incolto e abbandonato adesso bisogna bonificare, senza sconti, e tornare a coltivare il futuro. Non sarà facile e servirà molto coraggio. Ma sarà necessario. Molfetta, a testa alta: mi fido di te".
"Conservo con cura la fascia tricolore della città di Molfetta, che ho servito come sindaca dal 2013 al 2016. Le istituzioni della Repubblica sono una cosa seria e sacra e per servirle bisogna sapersi spogliare. Spogliare delle indecenti tentazioni di usare il pubblico servizio al servizio degli interessi privati".
"Nove anni dopo, Molfetta assiste agli arresti domiciliari del sindaco e della dirigente del settore Socialità, quello che radicalmente avevamo provato a riformare e restituire alla legalità e alla trasparenza. Con provvedimenti pesanti anche su altri settori come Urbanistica e Lavori Pubblici, che anche avevamo provato a liberare dall'ombra lunga del malaffare. Lasciatemelo dire oggi, per favore: noi ce ne siamo andati senza essere capiti. Considerati rigidi, antipatici. Incolpati di aver bloccato lo sviluppo della città solo per aver spezzato il sistema delle clientele che la stava avvelenando e che l'ha continuata ad avvelenare".
"Sono arrivati gli esperti, i profeti del finto civismo, i trasformisti pirotecnici, gli alfieri della "Molfetta Positiva", i costruttori di palazzine sul mare e promesse mirabolanti. È finita così, nel baratro. Nell'alto tradimento. Adesso la maggioranza che ci ha portato, insieme al sindaco, in questo deserto dell'etica pubblica, abbia la decenza di lasciare i palazzi cittadini. Perché non crediamo alla favola del sindaco che ha fatto tutto da solo e della sua squadra che non sapeva".
"Noialtri, però, prima di ripartire, proviamo a riflettere qualche minuto su quello che abbiamo alle spalle. Sul grande incantamento che per anni ha visto un'intera comunità annichilita da una stagione di bassa politica, senza grosse proteste e senza grandi pentimenti. Ci è voluto un rigoroso lavoro degli organi inquirenti e della Magistratura per fare luce su quello che già sapevamo. E ancora in questi giorni si ripeteva "aspettiamo i provvedimenti e aspettiamo di capire". Ma davvero non avevamo ancora capito? Su queste domande che abbiamo il dovere di farci fino in fondo e su questo campo incolto e abbandonato adesso bisogna bonificare, senza sconti, e tornare a coltivare il futuro. Non sarà facile e servirà molto coraggio. Ma sarà necessario. Molfetta, a testa alta: mi fido di te".