Molfetta si ritrova nella marcia per la Pace in nome di don Tonino

ex Jugoslavia ieri, Ucraina oggi. “L’educazione alla pace” la strada per il futuro

Molfetta grida forte il suo NO alla guerra e alla violazione dei diritti umani nel mondo.

Lo fa partendo proprio da quella Chiesa dove don Tonino Bello il 31 dicembre 1992 aveva terminato la venticinquesima Marcia nazionale per la Pace, organizzata, come ogni anno, da Pax Christi.

Ieri sera proprio dalla Parrocchia Cuore Immacolato di Maria è partita la Marcia della Pace in occasione dell'ottantasettesimo compleanno di don Tonino, questa volta l'evento è stato organizzato da Rete dei Diritti Negati e dalle Parrocchie, a cui si sono unite tante associazioni presenti sul territorio molfettese, e anche il Comune di Molfetta.

Nel 1992 don Tonino parlava di pace nei Balcani. Le armi tuonavano in una nazione di fronte al nostro Paese. Dopo 30 anni, le bombe cadono su un'altra terra sempre a noi vicina: l'Ucraina.

Nulla sembra essere cambiato, purtroppo. Rileggere i testi, rivedere i video con le parole di don Tonino, sembra veramente che nulla sia cambiato. Quelle sue parole semplici, ma dure come macigni, rimangono la pietra miliare per quanti credono nella pace. E come direbbe proprio don Tonino allora "In piedi costruttori e artigiani della pace". E Molfetta in piedi ha risposto all'appello per essere un tassello nella costruzione della pace.

Un germoglio lanciato tanti anni fa che ieri ha visto i suoi frutti. Tante, tantissime le persone che hanno aderito all'iniziativa. Con la propria presenza si è voluto dare un senso agli insegnamenti di don Tonino.

Ricordiamo che nel 1992 aveva da poco compiuto una impresa epica, storica, straordinaria, insieme a 500 costruttori di pace, erano entrati in pace in una martoriata Sarajevo. Sapeva benissimo che era un gesto folle, ma quel gesto per don Tonino era dire ai "potenti", che "c'erano altre strade alla militarizzazione, alla logica delle armi e della violenza". E raccontava nelle varie interviste fatte all'epoca che "Abbiamo visto il pianto dei soldati, questa per me è un'icona di quello che può significare l'anelito di pace che è sepolto nel cuore di tutti".

Pace, quattro lettere che nascondono un significato immenso. A cui don Tonino ha dato sempre massima importanza, diceva "la pace non si raggiunge con il fucile" per lui era fondamentale "l'educazione alla pace" e che "il potere dei segni è più importante dei segni del potere".

Le parole di don Tonino, i suoi insegnamenti, sono risuonati ieri sera come un monito ad un cambio di prospettiva chiedendo ai Governi non solo di ripudiare la guerra, così come è previsto nella nostra Costituzione, ma di abolirla.

Prima di dipanarsi per le strade di Molfetta, hanno portato la loro testimonianza don Renato Sacco, Rosa Siciliano, Nicola Colaianni e don Gino Samarelli.
La marcia si è conclusa sul sagrato della Cattedrale, dove i manifestanti sono stati accolti dal vescovo, mons. Domenico Cornacchia.

Molfetta ancora una volta si dimostra città di pace e accogliente, perché diceva nel 1992 don Tonino: "in questa terra è possibile organizzare alla speranza".
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