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Lopalco: «Puglia in zona rossa a causa dei contagi nel weekend di Pasqua»

L'assessore regionale alla Sanità spiega l'andamento della curva

A pesare sulla decisione dell'Istituto Superiore di Sanità di lasciare ancora la Puglia in zona rossa sarebbe stato principalmente il dato dell'incidenza: nell'ultimo monitoraggio di ieri è stato pari a 262, di poco sopra quel 250 che vincola una regione alle maggiori restrizioni per l'epidemia. Eppure quella cifra era scesa anche sotto 250 nei giorni precedenti, prima di risalire a causa dei contagi legati al weekend pasquale di inizio aprile: si ricorda infatti come debbano comunque passare tra i 7 e i 10 giorni per avere conseguenze nel numero dei casi rispetto all'occasione d'incontro.

A spiegare questa situazione, nel dettaglio, è stato proprio l'assessore regionale alla Salute Pier Luigi Lopalco: «Un grafico racconta la pandemia meglio di mille parole. La prima ondata è quella d'autunno. Si impenna ad ottobre e raggiunge il picco in novembre. La Puglia durate la seconda ondata non conosce zona rossa e l'effetto si vede dal fatto che la curva decresce lentamente e va avanti con un lungo plateau».

«La terza ondata, sostenuta dalla variante inglese, presenta una impennata altrettanto veloce - ha aggiunto Lopalco - ma, grazie al precoce intervento della zona rossa, un altrettanto veloce decremento. Il 'dentino' che si osserva in fondo è il risultato dei contagi intrafamiliari nel fine settimana pasquale. Si osserva in tutte le province pugliesi. Si ripete in quasi tutte le regioni italiane. Quel dentino, ahimè, porta l'incidenza dell'ultima settimana di valutazione a 262 casi per 100mila abitanti e decreta un'ulteriore settimana di zona rossa per la Puglia».

«Dobbiamo fare tesoro di questa esperienza. Il virus si controlla con i nostri comportamenti. Non finiremo mai di dirlo. Non mi dite che non si fanno tamponi e non si fa tracciamento. Se fosse vero, troveremmo meno positivi e l'incidenza sembrerebbe più bassa. Se siamo in zona rossa è proprio perché facciamo diagnosi per cercare di fermare la diffusione del virus. Il virus non si imbroglia, con il virus non si scherza. Siamo ad un passo dall'uscita definitiva dal tunnel. Un ultimo sforzo collettivo e ce la facciamo» ha concluso l'epidemiologo.
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