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Vita di città

La tradizione della "Quarantana" a Molfetta

Prima appesa e poi fatta scoppiare: la ''Quarantana'', bambola pagana e Pasquale

È interamente vestita in nero, ha il capo coperto, è sospesa ad un filo tra due balconi e rappresenta i quaranta giorni di digiuno in preparazione alla Pasqua.

Si nota in questi giorni, passeggiando per le vie di Molfetta in particolar modo in Piazza Municipio e sembra osservare tutto dall'alto. Ma niente paura, anche se ha un aspetto inquietante, si tratta solo di una bambola con le sembianze di una vecchia signora: è la cosiddetta "Quarantana", uno dei simboli più antichi e curiosi della tradizione quaresimale molfettese.

La "Quarantana" prende, infatti, il nome dai quaranta giorni di cui è composta la Quaresima. Tale fantoccio - realizzato dall'Associazione Culturale "Passione e Tradizione" - sta a rappresentare proprio la fine del Carnevale e l'ingresso nel lungo periodo di astinenza e penitenza; al centro del corpo una grossa arancia con sette penne di gallina (tante quanti i venerdì che sono compresi tra il Mercoledì delle Ceneri e la Santa Pasqua) che i fedeli attribuiscono ai sette dolori di Maria. La bambola, dunque, veglia per tutto il periodo quaresimale fino al giorno di Pasqua, giorno in cui viene bruciata o fatta scoppiare.

Insomma, tra le tante costumanze molfettesi che animano l'attesa dei fedeli per la Settimana Santa vi è senza dubbio quella dell'esposizione della Quarantana, che la leggenda attribuisce al rito della "nonnina di stoffa" un duplice significato: pagano, che la vuole moglie di Carnevale defunto e perciò triste e vestita a lutto; cristiano, a rappresentare la preghiera e la meditazione al dolore di Gesù Cristo.
  • Riti quaresimali
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