Avvicendamento tra Mancini e Ancona in Giunta
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Coravirus: interventi, mappatura dei casi e coordinamento a Molfetta

L'intervista all'assessore alla Protezione Civile Antonio Ancona

E' una lunga intervista quella che Antonio Ancona rilascia a MolfettaViva per aprire un ciclo di incontri, trasmessi in diretta sulla pagina Facebook e sulla home page del nostro giornale, che consentiranno ai cittadini di essere costantemente aggiornati sull'emergenza Coronavirus in città.

In un tempo in cui le fake news proliferano, come il panico totale non si riesce a fermarsi per via del girare immediato di messaggi nelle chat di Whatsapp, sono le istituzioni ad entrare nelle case dei molfettesi grazie al nostro giornale.

Antonio Ancona, assessore con delega alla sicurezza, alla Protezione Civile, al commercio e al marketing non lesina risposte anche alle domande che arrivano direttamente dai cittadini.

Come il Comune apprende di un caso di positività nel proprio territorio?
«Abbiamo la notizia riservata dal Dipartimento di Igiene. Noi però non aspettiamo la notizia: in questi giorni abbiamo fatto una serie di verifiche rispetto a delle segnalazioni che ci arrivavano, anche da cittadini che avevano probabili sintomi. Ma è un lavoro che viene fatto con un profilo basso per non creare allarmismo. Abbiamo una mappatura e facciamo controlli a campione su segnalazioni che ci vengono fatte. Questi giorni abbiamo fatto decine e decine di controlli».

Ma a Molfetta ci sono più "furbetti" o più gente che, ligia, si autodenuncia?
«Posso dire che quasi il 100% di quelli che abbiamo verificato si erano già autodenunciati. Ovvio che i soggetti vanno tracciati sia dal punto di partenza che dal punto di arrivo».

Ma è ipotizzabile nelle prossime settimane anche arrivare a fare i tamponi a chi è arrivato dal Nord?
«Sono procedure previste dall'ASL, non siamo noi che possiamo decidere. Se queste persone però arrivano a casa e fanno la loro quarantena, anche nel caso in cui sfortunato abbiano il contagio, alla fine non lo diffondono. Io guardo la vicenda da questo aspetto: il cittadino deve stare a casa, deve uscire solo per necessità e mantenendo la distanza di sicurezza, con mascherina e guanti. Se noi ci atteniamo a queste semplici procedure, non ci contagiamo e non contagiamo gli altri. L'attenzione deve essere per sè stessi».

Come sta rispondendo Molfetta alle restrizioni?
«Ora c'è più attenzione dettata sicuramente dalla paura ma non riesco ancora a capire perchè non riusciamo a gestire l'intera giornata, soprattutto per la spesa. Io preferirei vedere più gente alle cinque, alle sei del pomeriggio e non tutta la mattina. Niente di tutto questo».

Sulla riscossione delle pensioni quali problematiche sono emerse?
«Abbiamo messo degli stewart davanti alle Poste, gli stessi che ci stanno monitorando la città nelle ore notturne e gestendo gli ingressi alle aree mercatali. Con i direttori abbiamo predisposto una procedura. Ebbene la prima giornata è andata abbastanza bene, nella seconda c'è stata affollamento: mi sono recato personalmente e ho trovato anziani senza mascherine, assembrati. Ho distribuito 80 mascherine a loro che ne erano sprovvisti. Il rischio è ovunque e sono completamente sbagliati i comportamenti dei cittadini nelle ore mattutine, ad esempio. Noi ci aspettiamo un comportamento ancora più rigido da parte dei molfettesi, soprattutto la prossima settimana che sarà decisiva perchè ci darà i risultati di quanto fatto: non possiamo però dire che siamo in una campana di vetro a Molfetta. Adesso dobbiamo non far spostare la gente nel nucleo abitato».

Come siete intervenuti nei controlli?
«Abbiamo controllato il varco autostradale, ad esempio e abbiamo riscontrato che chi entrava o usciva da Molfetta lo faceva davvero per esigenze di salute o lavoro. Per gli assembramenti sono state elevate decine di denunce, soprattutto i Carabinieri nelle ore serali. All'inizio abbiamo fatto opera di informazione, lavorando molto sulla prevenzione, con le associazioni, i numeri verdi. Ora saranno distribuiti volantini e locandine nei portoni. Noi stiamo cercando di lavorare ventiquattro ore su ventiquattro per far arrivare i messaggi ai cittadini. Probabilmente però faremo altri provvedimenti restrittivi».

Ad esempio chiudere tutte le attività nelle ore pomeridiane?
«Non serve assolutamente a niente. Noi dobbiamo tenere aperti i negozi di prima necessità in una fascia d'oraria piuttosto lunga, magari anche con orario continuato proprio per evitare gli assembramenti. Aprire solo la mattina significa moltiplicare quello che già sta avvenendo oggi che è sbagliato».

Magari però bloccando la circolazione per fare spesa da un rione all'altro...
«E' praticamente impossibile perchè non abbiamo il personale per poter gestire questa situazione. Tra l'altro la gente si sposta in macchina e se sono in due, con le mascherine, questo non penso che sia un problema. Noi dobbiamo appellarci ai cittadini: abbiamo tre pattuglie al giorno per i blocchi alle città, altre che girano in centro. A ciò poi si aggiungono i Carabinieri, la Guardia di Finanza».

Ma chi è autorizzato a chiedere l'autodichiarazione ai cittadini per strada?
«Attualmente lo stanno facendo la Polizia Locale, i Carabinieri, la Guardia di Finanza e in alcune circostanze lo hanno fatto gli stewart di una security autorizzata dalla Questura solo alla raccolta dei dati».

Con quali associazioni di volontariato state lavorando?
«In Protezione Civile ci stanno aiutando attivamente il Ser, la Misercirodia, l'AVS, la Croce Rossa, la Gepa e le Guardie Ambientali che con noi hanno un contratto di collaborazione. Ci aiutano nell'assistenza ma anche nella sensibilizzazione. A proposito di questo stiamo lavorando su un canale del digitale terrestre per arrivare alla popolazione anziana. Devo dire che è un bel gruppo e si stanno dando tutti da fare».

Lei ha anche la delega al commercio: come procedono i controlli sulle attività che possono fare solo servizio a domicilio?
«Abbiamo fatto le verifiche e abbiamo avuto solo due casi che sono stati denunciati perchè colte a fare asporto e alcune situazioni borderline. Chi consegna deve essere dotato di mezzi idonei a svolgere questa attività, i cibi devono essere chiusi in appositi contenitori e non ci deve essere nessun contatto con la clientela finale. Ma da questo punto di vista la situazione è sotto controllo».

Assessore ma state già programmando le misure per la ripresa quando tutto sarà finito?
«Abbiamo già rinviato i ruoli e le cartelle di pagamento delle tasse che erano in procinto di partire in queste settimane per dare un pò di fiato a tutti. E' chiaro che le misure, per quello che un Ente comunale può fare, verranno prese tenendo conto del periodo di fermo che ad oggi non possiamo ancora definire. Certo è che non lasceremo soli e con loro riprenderemo quelle progettualità che avevamo già lanciato. Ma dobbiamo prima di tutto pensare alla salute pubblica».





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