Dennis Sczech
Dennis Sczech

Il viaggio di Dennis: dal test del DNA alle radici ritrovate a Molfetta

Una storia che parla di radici, di identità e della ricerca delle proprie origini

C'è un momento nella vita in cui il passato bussa alla porta, anche quando non lo si aspetta. È quello che è accaduto a Dennis Sczech, nato nel 1981 ad Ahlen, in Germania, che qualche tempo fa ha deciso, quasi per curiosità, di fare un test del DNA. Non poteva immaginare che quel semplice gesto avrebbe cambiato il modo in cui guarda se stesso e la propria storia.

«Con grande sorpresa ho scoperto di avere origini italiane, precisamente da Molfetta», raccontava Dennis quando, ancora ignaro di tutto, cercava di capire chi potesse essere suo padre biologico. I primi indizi arrivarono dai risultati del test: nomi e cognomi tipici di Molfetta — Squeo, Altomare, D'Ingeo — si intrecciavano tra le sue corrispondenze genetiche. Da lì, la decisione di cercare aiuto in un gruppo online di Molfetta, nella speranza che qualcuno potesse riconoscere un volto, un nome, una storia oppure iniziasse ad interrogarsi su alcune incredibili coincidenze. Quel post, scritto con la semplicità e la speranza di chi sente di essere vicino a qualcosa di importante, è stato l'inizio di un viaggio straordinario.

Dopo mesi di confronti, ricerche e test incrociati, Dennis è riuscito finalmente a dare un nome e un volto a suo padre: era un uomo della famiglia Squeo, nato a Molfetta nel 1938. «Purtroppo è già venuto a mancare, ma era un uomo meraviglioso, e non sapeva nulla della mia esistenza», racconta oggi Dennis con un'emozione composta ma profonda. Suo padre, negli anni '60, si era trasferito proprio ad Ahlen, dove aveva gestito a partire dagli anni '70 fino agli inizi degli anni '90, locali molto conosciuti, come la birreria Theresienhof, l'annessa Discoteca Hollywood, e infine con socio tedesco, la grande discoteca Amadeus, una delle più note e grandi in quella parte della Renania Settentrionale-Vestfalia, che fu inaugurata dal noto cantante Amadeus.

All'interno di quella grande discoteca, c'era anche una pizzeria gestita dal fratello, Josef, come lo chiamavano i tedeschi, anch'esso molto noto anche per la bontà delle sue pizze. Era una figura amatissima, sia dagli amici tedeschi che dai suoi familiari rimasti in Italia. Rimase ad Ahlen fino alla fine degli anni '90, poi si sposò e si trasferì in Croazia, dove è venuto a mancare intorno al 2012. La sua era una grande famiglia molfettese, con cinque fratelli e sorelle ancora in vita.

«Molte persone di Ahlen che lo conobbero lo ricordano ancora oggi: era molto conosciuto e amato. Anche nella sua famiglia era considerato il fratello affettuoso e lo zio sempre presente», racconta Dennis con orgoglio. Grazie al lavoro di una genealogista e all'aiuto dei test genetici, i legami familiari hanno iniziato a delinearsi in modo sempre più preciso.

«A livello genetico era chiaro che stavo seguendo la linea giusta — spiega — e il test del DNA lo ha confermato. Mio cugino ha fatto fare il test a suo padre, e il risultato ha dimostrato che è mio zio». Un tassello dopo l'altro, la storia si è ricomposta. Ora Dennis è in contatto con molti parenti, e l'anno prossimo verrà a Molfetta per incontrarli di persona. «Per me è ancora come un piccolo miracolo — confessa —. Fino a marzo pensavo di sapere chi fosse mio padre. Invece, nel giro di pochi mesi, ho scoperto un'intera famiglia, un pezzo di me che non conoscevo. È stato un viaggio pieno di emozioni, ma anche di gratitudine verso tutte le persone che mi hanno aiutato.» Una storia che parla di radici, di identità e di quell'incredibile forza che spinge ogni essere umano a cercare da dove viene, per capire meglio chi è.
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