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Vita di città

Il molfettese Alessandro Candida racconta la sua passione per la danza

«Trasmettere gioia e positività a chi mi guarda ballare è la mia soddisfazione più grande»

La scintilla nata grazie a Michael Jackson e alla trasmissione televisiva "Saranno famosi" (ora "Amici" di Maria de Filippi), in un tempo in cui i social non erano così diffusi e ancora dominava il piccolo schermo. Queste le origini della passione per la danza del molfettese Alessandro Candida, ballerino professionista e coreografo hip hop e reggaeton che ha iniziato a ballare a 14 anni e ha cominciato la sua carriera da giovanissimo, a soli 18 anni.

La redazione di "MolfettaViva" ha intervistato il ballerino in occasione della Giornata Mondiale della Danza, che ricorre il 29 aprile, come deliberato dall'International Dance Council dell'UNESCO nel 1982.

«Ho iniziato a ballare prima break dance grazie a persone del settore che ho conosciuto a Molfetta - racconta il giovane - poi mi sono iscritto a scuola di danza, dove ho scoperto di avere la predisposizione per l'hip hop che mi accompagna tuttora».

Non è il ballerino a scegliere il proprio stile, ma la danza a chiamare il ballerino. Attraverso il tempo, l'ascolto, l'esercizio, il confronto, Alessandro ha maturato la propria consapevolezza artistica, trovando nell'hip hop e nel reggaeton i tipi di danza che percepisce affini a sé.
«Posso sentire mille canzoni che rientrano nell'ambito di questi stili ed è la reazione del corpo a guidarmi - spiega il ballerino - sono stato anche fortunato a seguire la mia identità artistica abbastanza presto».

Le esperienze di Alessandro sono numerose. Il giovane molfettese ha lavorato a Roma per 12 anni, intraprendendo importanti collaborazioni e avendo l'opportunità di lavorare in ambito televisivo.

«Per me la danza è vita, mi ha formato come persona e mi ha dato tante sicurezze sin da quando ero ragazzino - prosegue - è quella componente della mia vita in cui mi rifugio quando ho dei problemi, in cui ritrovo l'energia e la positività nei periodi bui».
La consapevolezza del ballerino molfettese è che ogni danzatore trasmette determinate emozioni mentre esegue una coreografia.

«Quello che contraddistingue la mia danza è sicuramente la forza, l'energia del movimento - sottolinea Alessandro - quando chi ti guarda ballare ti dice che si percepisce la passione con cui ti esibisci, capisci che sei sulla strada giusta».

La danza, per Alessandro, è fondamentalmente quell'incantesimo che gli permette di entrare in un universo parallelo, dove esistono la musica, il movimento, il corpo e nient'altro.
«Trasmettere benessere, gioia e positività a chi mi guarda ballare è la mia soddisfazione più grande».
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