
Il Centro Recupero Tartarughe Marine di Molfetta protagonista a “Geo” su Rai 3
A raccontare il lavoro della struttura operativa del WWF locale è Pasquale Salvemini
Molfetta - mercoledì 31 dicembre 2025
7.14
La tutela delle tartarughe marine passa anche dalla divulgazione e dalla sensibilizzazione del grande pubblico. Lo ha dimostrato la recente presenza del Centro Recupero Tartarughe Marine di Molfetta all'interno della trasmissione "Geo" su Rai 3, storico programma dedicato all'ambiente, alla natura e alla sostenibilità. Un'occasione importante per raccontare il lavoro quotidiano di una vera e propria task force pugliese impegnata nella salvaguardia di una delle specie più iconiche e minacciate del Mediterraneo.
In Puglia, infatti, è attivo un sistema articolato di intervento e ricerca scientifica per studiare e contrastare le cause che mettono a rischio la sopravvivenza della tartaruga marina Caretta caretta. Il Centro recupero tartarughe marine di Molfetta, struttura operativa del WWF Molfetta, nasce nel dicembre 2005 e rappresenta oggi un punto di riferimento nel Basso Adriatico. Grazie all'impegno dei responsabili e di una rete consolidata di volontari, il centro riesce a recuperare e curare in media circa 400 esemplari ogni anno, spesso in condizioni critiche.
Durante la puntata di Geo, il pubblico ha potuto conoscere da vicino le attività del centro attraverso le testimonianze di figure chiave del progetto. In studio è intervenuto Pasquale Salvemini, responsabile del Centro recupero tartarughe marine WWF Molfetta, mentre in collegamento dal Dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università di Bari hanno partecipato Carmela Valastro, medico veterinario e docente di chirurgia, e Antonio Di Bello, medico veterinario, docente di chirurgia e responsabile della Sea Turtle Clinic.
Il servizio ha acceso i riflettori sulla nascita di una nuova task force dedicata alla tutela delle tartarughe marine nel Basso Adriatico, con l'obiettivo di approfondire lo studio delle patologie che colpiscono questi animali e di migliorare le strategie di conservazione. Il Centro di Molfetta svolge un ruolo strategico, garantendo supporto logistico, personale specializzato e volontari impegnati nelle cure quotidiane, oltre a promuovere progetti di ricerca scientifica in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria di Bari, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Foggia e l'Università di Pisa.
Tra i principali temi affrontati, grande attenzione è stata dedicata alla Debilitated Turtle Syndrome (DTS), una sindrome sempre più diffusa lungo le coste adriatiche. Si tratta di una condizione complessa, caratterizzata da grave perdita di peso, difficoltà alimentari, fragilità del carapace e presenza di parassiti, che rende le tartarughe estremamente vulnerabili. Il protocollo di ricerca prevede analisi approfondite, come prelievi di sangue e plasma, biopsie, tamponi e necroscopie sugli esemplari deceduti, con l'obiettivo di confrontare i dati con quelli di altri centri italiani e balcanici e individuare possibili correlazioni tra ambiente, salute e mortalità.
Le cause della DTS non sono ancora completamente chiarite: si ipotizzano carenze nutrizionali, disturbi metabolici e infezioni concomitanti, in un contesto ambientale sempre più compromesso. Emblematica, in questo senso, la storia di una tartarughina ricoverata presso il centro WWF di Molfetta, arrivata in condizioni disperate e diventata un simbolo di speranza grazie alle cure attente dei veterinari e dei volontari.
In Puglia, infatti, è attivo un sistema articolato di intervento e ricerca scientifica per studiare e contrastare le cause che mettono a rischio la sopravvivenza della tartaruga marina Caretta caretta. Il Centro recupero tartarughe marine di Molfetta, struttura operativa del WWF Molfetta, nasce nel dicembre 2005 e rappresenta oggi un punto di riferimento nel Basso Adriatico. Grazie all'impegno dei responsabili e di una rete consolidata di volontari, il centro riesce a recuperare e curare in media circa 400 esemplari ogni anno, spesso in condizioni critiche.
Durante la puntata di Geo, il pubblico ha potuto conoscere da vicino le attività del centro attraverso le testimonianze di figure chiave del progetto. In studio è intervenuto Pasquale Salvemini, responsabile del Centro recupero tartarughe marine WWF Molfetta, mentre in collegamento dal Dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università di Bari hanno partecipato Carmela Valastro, medico veterinario e docente di chirurgia, e Antonio Di Bello, medico veterinario, docente di chirurgia e responsabile della Sea Turtle Clinic.
Il servizio ha acceso i riflettori sulla nascita di una nuova task force dedicata alla tutela delle tartarughe marine nel Basso Adriatico, con l'obiettivo di approfondire lo studio delle patologie che colpiscono questi animali e di migliorare le strategie di conservazione. Il Centro di Molfetta svolge un ruolo strategico, garantendo supporto logistico, personale specializzato e volontari impegnati nelle cure quotidiane, oltre a promuovere progetti di ricerca scientifica in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria di Bari, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Foggia e l'Università di Pisa.
Tra i principali temi affrontati, grande attenzione è stata dedicata alla Debilitated Turtle Syndrome (DTS), una sindrome sempre più diffusa lungo le coste adriatiche. Si tratta di una condizione complessa, caratterizzata da grave perdita di peso, difficoltà alimentari, fragilità del carapace e presenza di parassiti, che rende le tartarughe estremamente vulnerabili. Il protocollo di ricerca prevede analisi approfondite, come prelievi di sangue e plasma, biopsie, tamponi e necroscopie sugli esemplari deceduti, con l'obiettivo di confrontare i dati con quelli di altri centri italiani e balcanici e individuare possibili correlazioni tra ambiente, salute e mortalità.
Le cause della DTS non sono ancora completamente chiarite: si ipotizzano carenze nutrizionali, disturbi metabolici e infezioni concomitanti, in un contesto ambientale sempre più compromesso. Emblematica, in questo senso, la storia di una tartarughina ricoverata presso il centro WWF di Molfetta, arrivata in condizioni disperate e diventata un simbolo di speranza grazie alle cure attente dei veterinari e dei volontari.

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