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Chiesa locale
Il Cardinale Parolin, il titolo di "Civitas Mariae": l'8 settembre 2021 a Molfetta
La Madonna dei Martiri in Cattedrale fino a domenica 12 settembre
Molfetta - giovedì 9 settembre 2021
9.42
Uno dei sacrifici maggiori che la città di Molfetta ha dovuto affrontare a causa della pandemia di Covid 19, è stata la rinuncia alla festa per la sua patrona, la Madonna dei Martiri, rito irrinunciabile dal 1951 che un po' chiude l'estate e traghetta verso l'autunno.
Quest'anno, a quasi diciotto mesi dallo scoppio della terribile emergenza mondiale, la festa della Madonna dei Martiri si riappropria di parte dei suoi riti che riportano l'amata effigie della patrona a riprendersi le strade della città, fino ad arrivare al cuore pulsante di Molfetta: Corso Dante e il quadrilatero con la Chiesa Cattedrale e il Purgatorio, dove nella serata di mercoledì 8 settembre si è celebrata la Messa Pontificale alla presenza del Cardinale Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato di Sua Santità Papa Francesco, e del Vescovo della diocesi di Molfetta Domenico Cornacchia.
La celebrazione è giunta al termine di una processione particolare della Madonna che, nel suo inedito itinerario, è stata portata nei luoghi simbolo della sofferenza inferta dalla pandemia di Covid: l'ospedale Don Tonino Bello, nel suo lavoro instancabile di cura dei contagiati e dei pazienti ordinari, e la Casa di Cura don Grittani, dimora di tantissimi anziani resi ancora più fragili dal pericolo del contagio e chiusi da una bolla maggiore di solitudine. Rinsaldato il rapporto di consolazione e fede tra la patrona e i suoi fedeli più sofferenti, la statua della Madonna è giunta sull'altare preposto per la celebrazione sul sagrato della chiesa del Purgatorio, prospiciente l'intero Corso Dante.
In apertura, le parole del Vescovo Cornacchia che si è rivolto all'intera collettività e al Cardinale Parolin con toni di sincera gratitudine.
La riconoscenza va in primis all'alto prelato per la partecipazione alla celebrazione e, in secondo luogo, al popolo di fedeli per aver rispettato i protocolli Covid, che hanno imposto il possesso di pass d'invito e green pass per poter essere presenti in quest'occasione. Affettuoso sempre il ricordo del Vescovo Cornacchia per il compianto Don Tonino Bello ed anche per don Ambrogio Grittani, per i quali ha auspicato che si completi presto il processo che porti entrambi alla gloria degli altari.
Punto focale della celebrazione è stata la lettura della bolla che, nel settantesimo anniversario dell'investitura della Madonna dei Martiri come patrona di Molfetta, ha conferito alla nostra città lo status di Civitas Mariae, un riconoscimento che premia la devozione dell'intera collettività al culto della Vergine e che è stato richiesto dai voti dei fedeli e dall'intervento dell'amministrazione comunale. Il Cardinale Parolin non ha mancato di sottolineare quanto questa concessione comporti onori e diritti per Molfetta, simbolo cardine di devozione mariana.
Nella sua omelia, il Cardinale ha ringraziato la città per l'invito, sostenendo che occasioni come questa sono necessarie anche agli uomini di chiesa per "ricaricare le pile" e concentrarsi sull'aspetto più intimo e spirituale del proprio ministero. Sono state ricordate anche le parole dell'omelia pronunciata dal Santissimo Padre in occasione della sua visita a Molfetta ad aprile 2018.
L'invito finale del Cardinale Parolin è stato quello di "restare uniti", augurio rivolto a quella che, da lui stesso, è stata definita "la vera Basilica Maggiore", come nelle parole del nostro amato Don Tonino che soleva definire la comunità di fedeli di carne, sangue e preghiera, come la vera ossatura della Chiesa. Paradossalmente quest'anno le parole di don Tonino riprese dal Cardinale, acquistano un senso persino maggiore, proprio con la celebrazione all'aperto che ha spogliato il rito dei muri e dei tetti fisici, restituendo la Messa a un luogo a tiro del cielo, unito e circoscritto solo dalla congrega dei fedeli e dei celebranti.
Al termine della celebrazione, dopo una piccola processione dei sacerdoti, delle rappresentanze delle confraternite molfettesi, del Vescovo, del Cardinale e delle autorità civili, la statua della Madonna dei Martiri è entrata nella sua dimora di questi giorni, la Cattedrale.
La sensazione che resta, vedendo la Madonna riprendere possesso del suo trono di settembre, è di malinconia frammista a speranza. Resta sempre quella sensazione un po' stonata di una festa che non è quella a cui Molfetta, da sempre, è abituata, con la sagra a mare.
Ma al contempo, si ha la percezione di un tempo che torna faticosamente a girare per il verso percepito come giusto, che fa di nuovo suoi spazi e riti della socialità e della fede e che guarda al futuro con la speranza che presto, davvero, tutto sarà come sempre è stato.
Quest'anno, a quasi diciotto mesi dallo scoppio della terribile emergenza mondiale, la festa della Madonna dei Martiri si riappropria di parte dei suoi riti che riportano l'amata effigie della patrona a riprendersi le strade della città, fino ad arrivare al cuore pulsante di Molfetta: Corso Dante e il quadrilatero con la Chiesa Cattedrale e il Purgatorio, dove nella serata di mercoledì 8 settembre si è celebrata la Messa Pontificale alla presenza del Cardinale Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato di Sua Santità Papa Francesco, e del Vescovo della diocesi di Molfetta Domenico Cornacchia.
La celebrazione è giunta al termine di una processione particolare della Madonna che, nel suo inedito itinerario, è stata portata nei luoghi simbolo della sofferenza inferta dalla pandemia di Covid: l'ospedale Don Tonino Bello, nel suo lavoro instancabile di cura dei contagiati e dei pazienti ordinari, e la Casa di Cura don Grittani, dimora di tantissimi anziani resi ancora più fragili dal pericolo del contagio e chiusi da una bolla maggiore di solitudine. Rinsaldato il rapporto di consolazione e fede tra la patrona e i suoi fedeli più sofferenti, la statua della Madonna è giunta sull'altare preposto per la celebrazione sul sagrato della chiesa del Purgatorio, prospiciente l'intero Corso Dante.
In apertura, le parole del Vescovo Cornacchia che si è rivolto all'intera collettività e al Cardinale Parolin con toni di sincera gratitudine.
La riconoscenza va in primis all'alto prelato per la partecipazione alla celebrazione e, in secondo luogo, al popolo di fedeli per aver rispettato i protocolli Covid, che hanno imposto il possesso di pass d'invito e green pass per poter essere presenti in quest'occasione. Affettuoso sempre il ricordo del Vescovo Cornacchia per il compianto Don Tonino Bello ed anche per don Ambrogio Grittani, per i quali ha auspicato che si completi presto il processo che porti entrambi alla gloria degli altari.
Punto focale della celebrazione è stata la lettura della bolla che, nel settantesimo anniversario dell'investitura della Madonna dei Martiri come patrona di Molfetta, ha conferito alla nostra città lo status di Civitas Mariae, un riconoscimento che premia la devozione dell'intera collettività al culto della Vergine e che è stato richiesto dai voti dei fedeli e dall'intervento dell'amministrazione comunale. Il Cardinale Parolin non ha mancato di sottolineare quanto questa concessione comporti onori e diritti per Molfetta, simbolo cardine di devozione mariana.
Nella sua omelia, il Cardinale ha ringraziato la città per l'invito, sostenendo che occasioni come questa sono necessarie anche agli uomini di chiesa per "ricaricare le pile" e concentrarsi sull'aspetto più intimo e spirituale del proprio ministero. Sono state ricordate anche le parole dell'omelia pronunciata dal Santissimo Padre in occasione della sua visita a Molfetta ad aprile 2018.
L'invito finale del Cardinale Parolin è stato quello di "restare uniti", augurio rivolto a quella che, da lui stesso, è stata definita "la vera Basilica Maggiore", come nelle parole del nostro amato Don Tonino che soleva definire la comunità di fedeli di carne, sangue e preghiera, come la vera ossatura della Chiesa. Paradossalmente quest'anno le parole di don Tonino riprese dal Cardinale, acquistano un senso persino maggiore, proprio con la celebrazione all'aperto che ha spogliato il rito dei muri e dei tetti fisici, restituendo la Messa a un luogo a tiro del cielo, unito e circoscritto solo dalla congrega dei fedeli e dei celebranti.
Al termine della celebrazione, dopo una piccola processione dei sacerdoti, delle rappresentanze delle confraternite molfettesi, del Vescovo, del Cardinale e delle autorità civili, la statua della Madonna dei Martiri è entrata nella sua dimora di questi giorni, la Cattedrale.
La sensazione che resta, vedendo la Madonna riprendere possesso del suo trono di settembre, è di malinconia frammista a speranza. Resta sempre quella sensazione un po' stonata di una festa che non è quella a cui Molfetta, da sempre, è abituata, con la sagra a mare.
Ma al contempo, si ha la percezione di un tempo che torna faticosamente a girare per il verso percepito come giusto, che fa di nuovo suoi spazi e riti della socialità e della fede e che guarda al futuro con la speranza che presto, davvero, tutto sarà come sempre è stato.