Francesca Cavallo a Molfetta
Francesca Cavallo a Molfetta

Francesca Cavallo porta il suo caso letterario mondiale a Molfetta

La presentazione nel corso della rassegna "Storie italiane"

Solo posti in piedi martedì 16 luglio presso la Galleria dei Patrioti Molfettesi per il secondo incontro della rassegna "Storie Italiane", festival di letteratura organizzato dalla libreria indipendente "Il ghigno", che ha ospitato la scrittrice Francesca Cavallo, autrice assieme ad Elena Favilli di "Storie della buonanotte per bambine ribelli", collezione in due volumi di racconti di donne straordinarie del passato e del presente, adattata a misura di bambina. Dopo il successo dei due volumi, nati negli Stati Uniti e tradotti in 46 lingue, è stata la volta di "Io sono una bambina ribelle", quaderno di domande ed appunti per le future piccole donne.

Ad accogliere Francesca Cavallo, un pubblico variegato e festoso di bambine e bambini, senza dimenticare genitori e nonni, tutti con una copia della "saga" al seguito e tutti pronti a decretare con decisione quale è stata la donna che maggiormente ha attratto la loro attenzione tra le "storie della buonanotte" proposte.

Francesca Cavallo, nel corso della serata, ha raccontato la genesi dei due libri, una storia che già di per sé somiglia ad una favola: originaria del Tarantino ed emigrata negli Stati Uniti, a corto di fondi e di speranze, alla fine riesce, assieme alla collega Favilli, a far nascere e crescere la sua raccolta di storie della buonanotte tramite la campagna di crowdfunding (raccolta fondi online) più generosa mai vista sul sito Kickstarter nella storia dell'editoria mondiale: le due autrici si erano date come obiettivo la somma di 40.000 dollari per la stampa di 1000 copie. I 40.000 dollari arrivano nelle prime 36 ore. Con il secondo libro l'obiettivo era di 100.000 dollari che arrivano nelle prime tre ore di raccolta, arrivando alla fine alla cifra di 900.000 dollari.
Le storie della buonanotte per bambine ribelli sono, quindi, un piccolo grande sogno che si avvera: ne sono state vendute ben quattro milioni di copie in tutto il mondo, dai paesi a tradizione più femminista come la Svezia, fino a quelli ancora arroccati su posizioni più retrograde come la Turchia. All'interno dei due libri, tra le illustrazioni di oltre 60 disegnatori provenienti da tutto il mondo, si trovano i racconti delle vite straordinarie, per citarne qualcuna, di Frida Kahlo, Rita Levi Montalcini, Elisabetta I o Ada Lovelace, ma anche di Bebe Vio, Beyonce Knowles e J.K. Rowling, modelli di vita non soltanto per le bambine, ma anche per i maschietti. In questo, Francesca Cavallo è stata assolutamente categorica: il pregiudizio per cui un bambino non possa identificarsi con un'eroina femminile, persino una realmente esistita, è qualcosa che viene creato ideologicamente dall'educazione degli adulti. Un bambino non fa distinzione di sesso di fronte al coraggio, alla passione, alla forza, alla giustizia, indipendentemente dalla persona da cui provengano, cosa che, come ha sottolineato la Cavallo, nessuno ha mai pensato per le bambine, che di generazione in generazione hanno posto come riferimento spesso gli eroi maschili proposti dalla letteratura, dalla televisione o dal cinema.
Rivolgendosi al pubblico presente, Francesca Cavallo ha sottolineato quanto sia importante porre al centro del dibattito politico, sociale ed educativo la questione femminile, che non è da considerare una sorta di problema di serie B, a cui concedere magnanima ed accondiscendente udienza solo nel momento in cui altre questioni più importanti siano risolte. Il raggiungimento completo della parità per le donne, invece, è qualcosa di fondamentale per il fatto stesso che non riguarda una minoranza della popolazione, ma ben più della metà degli abitanti del pianeta. In questo, è necessario partire dalla bambine, a cui bisogna porre le domande giuste: quelle che le possano far sentire davvero cittadine del mondo, senza giocare al ribasso con le proprie aspirazioni e sogni per far contento qualcun altro.

Un'attenzione particolare è stata posta da Francesca Cavallo agli uomini presenti, papà delle piccole aspiranti bambine ribelli, ai quali è stato rivolto un accorato invito: comprare i libri, leggere le storie alle proprie figlie e figli, imparare a conoscere le vite di donne che hanno segnato la storia, è ben poca cosa se paragonata ad un padre che, giornalmente, non insegna il rispetto per il genere femminile, sminuendo il lavoro della compagna, molestando la collega o assumendo atteggiamenti paternalistici di arroganza virile. Più di qualsiasi libro, infatti, può l'esempio degli uomini che, da padri, hanno la grandissima responsabilità di educare con i loro gesti e le loro azioni i propri figli e figlie per un domani più equo e paritario.
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