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Covid e scuola, i genitori: «L'ordinanza di Emiliano ha creato confusione»

La testimonianza da una classe di Molfetta

L'ultima ordinanza del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, in merito alla ripartenza della scuola nella prima parte di gennaio, ha creato non poche polemiche nella città di Molfetta, soprattutto a causa della confusione generata dalla stessa e dalla conseguente gestione da parte di alcuni istituti.

In particolare, registriamo il malcontento di un gruppo di genitori della scuola primaria della sede "Vincenzo Valente" afferente all'Istituto Comprensivo "Scardigno-Savio": «Non possiamo che non essere soddisfatti di come si stia gestendo nella nostra regione il ritorno tra i banchi. Tempistiche e modalità non sono state ottimali ad una adeguata ripresa e a pagarne le conseguenze sono i nostri figli».

«Abbiamo ricevuto inizialmente dalla scuola un primo modulo - spiegano questi genitori - che non rispetta l'ordinanza di Emiliano, la quale si compone di tre punti per l'adozione di forme flessibili dell'attività didattica e i primi due riguardano il primo ciclo (scuola primaria e secondaria di primo grado). Nel primo si esplicita che le istituzioni scolastiche del primo ciclo devono garantire la possibilità di svolgere attività in presenza per l'uso di laboratori o per mantenere l'inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali».

«Il secondo punto - aggiungono - chiarisce che "medesime istituzioni scolastiche, nell'ambito dell'alleanza del rapporto Scuola-famiglia, devono garantire l'attività didattica in presenza in luogo della didattica digitale integrata, per tutti gli alunni le cui famiglie la richiedano espressamente per i propri figli". Alla luce della lettura dell'ordinanza, non è comprensibile il motivo per cui il modello fornito dalla scuola Valente-Savio non sia coerente con i due punti dell'ordinanza. Esso, infatti, trattando solo il primo punto, non prevede che anche le famiglie di alunni normodotati possano scegliere per i propri figli la didattica in presenza. Tale incongruenza è emersa anche dal confronto con moduli di richiesta di didattica in presenza forniti alle famiglie da alcune Istituzioni Scolastiche del nostro territorio».

«Questo primo modulo è stato sostituito in un secondo momento da una nuova versione in linea con quanto previsto dalla Regione: il vero problema è stato il fatto che questa nuova forma corretta aveva una scadenza di compilazione e non tutti i genitori hanno avuto modo di inviarla alla scuola per tempo. Dunque per alcune famiglie non è stato possibile garantire la didattica in presenza. Insomma, la didattica mista era già poco funzionale nella fase precedente ma in questo caso la situazione è diventata ancora più ingestibile» chiude la segnalazione.
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