Corrado Minervini
Corrado Minervini

Corrado Minervini: da un ristoratore di Molfetta la lettera aperta alla politica

Il titolare di Erbavoglio bistrot: «Giustizia prima che sia troppo tardi»

Cara Politica,
mi rivolgo a te, perché se non mi rivolgo a te, a chi devo rivolgermi? Si accettano suggerimenti.

Mi rivolgo a te perché sto subendo un'ingiustizia e non c'è un giudice, un tribunale, una corte a cui rivolgermi. Mi rivolgo a te perché è compito tuo prenderti cura di noi cittadini, decidere per il meglio, talvolta persino mettere dei limiti alle nostre libertà per salvaguardare interessi collettivi più importanti. Mi rivolgo a te, perché sei tu che hai preso le decisioni che mi hanno portato a questa situazione. Non è stata, da sola, l'epidemia.

Mi hai chiesto di chiudere il ristorante, poi di riaprirlo con delle giuste limitazioni, poi di chiuderlo di nuovo, poi di aprirlo in modo intermittente, poi di seguire orari e disposizioni a intervalli discontinui, finché non mi hai chiesto di controllare ogni giorno i colori dell'arcobaleno.
Infine mi hai chiesto di gettare una pallina su una roulette, sperando che uscisse il colore giusto, ma avevo capito male. Non era quella la roulette. La roulette che mi chiedevi di far girare era russa e non dovevo usare una pallina, ma un proiettile.

Finora ho eseguito sempre tutto per filo e per segno. Sempre. E anche adesso ho preso il proiettile, l'ho inserito nel tamburo, l'ho girato ed ho messo la canna alla tempia, senza sicura, con il dito sul grilletto. Però cara Politica, non voglio sparare. Avremmo ancora tanta vitalità che la metà basta. E poi, così non risolviamo mica il problema: i debiti resterebbero. Ricadrebbero sulla mia compagna e poi sulla mia bambina. Non va bene così, cara Politica.

Mi impedisci di lavorare ed è giusto che tu lo faccia, perché questa epidemia è un killer vigliacco e subdolo. Ci chiedi il distanziamento sociale, mentre la mia attività ha come fondamento la socializzazione. Lo capisco, è giusto che sia così. Poi, però, dici anche che le attività colpite verranno ristorate. E così cominci ad erogare sussidi, ristori e crediti d'imposta a destra e a manca. Ma non a me, non a noi. Cara Politica, ti sei dimenticata di me e non ho un tribunale a cui rivolgermi: ci sei solo tu, che puoi ascoltarmi o fare finta di niente, occupata come sei a gestire crisi e problemi ben più grandi.

Ecco, cara Politica, io non mendico un privilegio. Io batto i pugni per un'ingiustizia, una discriminazione. Questa volta lo faccio per me e per i miei lavoratori. Tu puoi silenziarmi quando vuoi: basta fare finta di niente. Da aprile siamo senza alcun ristoro, con lunghi mesi senza introiti e altrettanto lunghi mesi di stentati ricavi. E chissà per quanto altro tempo ancora resteremo così. Il nostro lavoro è di sera e di notte, ma di sera e di notte possiamo solo sognare. Nel frattempo le spese continuano a correre, persino i contributi e la fiscalità (che abbiamo sempre pagato). Tra poco toccherà pagare la rata del mutuo. Cara Politica, ti sei dimenticata di me e degli sfortunati che sono nella mia stessa situazione, ma sarebbe giusto che te ne ricordassi.

Non cerchiamo la luna, solo il minimo dei ristori per le aziende che hanno subito le stesse perdite degli altri, ma che non possono rientrare nei criteri sommari che hai definito per l'erogazione dei ristori: la perdita di fatturato rispetto ad Aprile 2019. Ad Aprile 2019 - anzi, da gennaio a giugno 2019 - noi eravamo nel pieno del cantiere per la ristrutturazione e la trasformazione dell'attività, avevamo le maestranze nel locale per trasformare un caffè letterario in un bistrot. L'Erbavoglio, bistrot in fermento, centro di cultura, buona cucina e buon vino. Ho investito tutto in questa attività, in questo nostro sogno: è una colpa? Ho fatto l'investimento nel momento sbagliato? È tutta una questione di fortuna? Io non credo sia così, non credo che debba essere la fortuna a determinare i nostri destini.

Sei tu, cara Politica, che lo devi fare. Sei tu che devi fare le cose giuste, rimuovere discriminazioni superficiali e ingiustizie, sei tu che devi raddrizzare quello che è storto. Sei tu che decidi, cara Politica. Nessun privilegio, solo giustizia. Prima che sia troppo tardi.

Grazie, cara Politica.

Corrado Minervini
Erbavoglio bistrot sempre in fermento, ma con 0 ristori da 10 mesi

Maripose, Alexander Calder (1960)
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