Nicola Piovani a Molfetta
Nicola Piovani a Molfetta

Concerto di Natale 2019, Nicola Piovani incanta Molfetta

L'artista si è esibito ieri sera in una Cattedrale gremita

Si candida pienamente ad essere il fiore all'occhiello della stagione di eventi previsti per il periodo natalizio, il concerto del compositore e musicista Nicola Piovani, tenutosi presso la Cattedrale di Molfetta nella serata del 20 dicembre, organizzato all'interno del ciclo di iniziative "Molfetta in allegrezza", previste dall'amministrazione comunale e curato dall'Associazione "Auditorium" di Castellana Grotte. Nell'esibizione, l'artista romano è stato accompagnato da un ensemble di eccezione composto da Marina Cesari (sax/clarinetto), Pasquale Filastò (violoncello/ chitarra/mandoloncello), Ivan Gambini (batteria/percussioni), Marco Loddo (contrabbasso), Rossano Baldini (tastiere/fisarmonica).
Sarebbe già bastato solo il nome dell'artista per caratterizzare immediatamente l'esibizione avvenuta nella nostra città come un evento al di fuori dell'ordinario. Nicola Piovani, infatti, non ha bisogno di presentazioni: se nel suo sterminato curriculum salta immediatamente all'occhio il Premio Oscar vinto nel 1999 per la colonna sonora, oramai celeberrima, del film "La vita è bella" di e con Roberto Benigni, non si possono non menzionare le collaborazioni per le musiche delle pellicole di registi quali Bellocchio, Moretti, Monicelli, Bertolucci e Fellini per citarne solamente alcuni, nonché la composizione anche di pezzi per la televisione e di brani cantati.
Una carriera quindi sterminata che percorre con il potere di una musica evocativa e suggestiva il mondo del cinema; in questo risiede il secondo motivo di eccezionalità del concerto tenutosi a Molfetta. Lo spettacolo, infatti, chiamato "La musica è pericolosa", è stato definito nelle intenzioni dell'artista "un racconto musicale", chiamato a ripercorrere le tappe della vita musicale di Piovani attraverso l'esecuzione di pezzi noti al pubblico, ma anche di melodie assolutamente inedite, intervallati dalla narrazione di episodi della carriera dell'artista: gli spettatori hanno quindi potuto conoscere degli incontri di lavoro con il grande regista Federico Fellini che si prolungavano anche per diverse ore alla ricerca del tema portante musicale perfetto. Curioso è stato il racconto dell'innamoramento del regista per un motivetto suonato quasi per caso da Piovani, composto per uno spettacolo teatrale ma del quale Fellini fu così colpito da sceglierlo come refrain del suo film "Intervista", anche se non era strettamente originale. Del resto, era Fellini stesso a definire la musica come "pericolosa", cosa che ha dato nome allo spettacolo stesso, essendo nella sua opinione qualcosa che "strangola di emozione", alternando semplicemente note e pause che suscitano sentimenti e richiami nell'animo di chi ascolta. Ma Piovani non si è fermato qui all'interno di un flusso di coscienza straordinario e di melodie di incomparabile bellezza; ad aleggiare nello spazio sospeso della Cattedrale gremita, il ricordo del regista Monicelli che, diversamente da Fellini, "giungeva con due indicazioni chiare per la musica e poi andava via", accompagnato dal racconto del motteggio scherzoso alla base del verso finale della canzone scritta per Benigni "Quanto ti ho amato". Quel celebre ed evocativo "Nell'amore le parole non contano, conta la musica", scritto per stuzzicare i parolieri Benigni e Cerami a minimizzare giocosamente il loro apporto all'esecuzione, è diventato invece un verso di insospettata e nascosta poesia. Piovani ha anche ricordato pezzi della sua vita e storia personale, sempre intrecciati mirabilmente alla sua creatività musicale: le feste di paese con le processioni dei santi e la banda in lontananza sono diventate l'idea alla base della marcia per l'ingresso di Benigni, così come i suoni delle campane del quartiere Trionfale di Roma, luogo di origine dell'artista, sono stati trasfusi dentro l'album "Storia di un impiegato di De André". Nicola Piovani ha saputo guidare l'auditorio in un viaggio tra le Sirene fino alle colonne d'Ercole, eseguendo anche brani di Debussy e Chopin che hanno segnato particolarmente la sua vita, in un percorso da lasciare quasi frastornati e terminato con le note celeberrime de "La vita è bella" : magica quasi e carica di commozione l'esecuzione nella magnificenza della Cattedrale completamente ammutolita a dispetto del gran numero di persone presenti.
Se questo non fosse già sufficiente a descrivere una serata di enorme valore culturale per Molfetta, resta solo da aggiungere che, se le premesse possono far pensare ad un evento elitario, nella realtà dei fatti il concerto ha visto una grandissima partecipazione di pubblico in ogni ordine di posti, complice anche il costo del biglietto assolutamente popolare ed abbordabile. Bilancio largamente positivo quindi per gli organizzatori e per il Comune di Molfetta che inanella, dopo il successo dello scorso anno con il violinista Uto Ughi, un altro straordinario concerto di Natale che inorgoglisce la città tutta.
12 fotoNicola Piovani in concerto a Molfetta
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