Tommaso Minervini
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Cronaca

Arresto del sindaco Minervini, la difesa: «Ricorriamo al Riesame»

Secondo l'avvocato Poli, il primo cittadino, ai domiciliari da questa mattina, «ha agito con onestà e nell'interesse della città»

«Ci aspettavamo un epilogo diverso, anche all'esito del lungo interrogatorio del 2 maggio, nel quale credevamo di aver spiegato le contestazioni. Prendiamo atto della valutazione della gip, che non condividiamo e faremo ricorso al Tribunale del Riesame». Lo ha dichiarato Tommaso Poli, difensore di Tommaso Minervini.

Il sindaco di Molfetta, da questa mattina, è agli arresti domiciliari nell'ambito di un'inchiesta della Procura della Repubblica di Trani su alcune presunte irregolarità relative all'affidamento di appalti in cambio di voti. A carico del primo cittadino, assistito anche dall'avvocato Mario Malcangi, la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, ha riconosciuto la sussistenza dei gravi indizi, mentre l'accusa di peculato è stata riqualificata in quella di peculato d'uso.

La misura, eseguita dai militari della Guardia di Finanza, è stata decisa dopo l'interrogatorio preventivo del 2 maggio scorso. Ai domiciliari anche la dirigente Lidia De Leonardis, 58 anni di Bari. Interdizione per un anno per i dirigenti comunali Alessandro Binetti, 58 anni di Bari e Domenico Satalino, 54 anni di Bari, e divieto di dimora a Molfetta per l'ex luogotenente Michele Pizzo, 60 anni, residente a Molfetta. Divieto di contrarre per un anno all'imprenditore Vito Totorizzo, di 79 anni.

Revocata la richiesta di misura nei confronti del funzionario Mario Morea, 64 anni di Bari. «La convinzione è che il sindaco Minervini abbia agito con onestà e nell'esclusivo interesse di Molfetta - ha concluso Poli -. Del resto la Procura ha dato atto che nessun vantaggio è derivato al sindaco dalle condotte contestate».
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