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Cronaca
Appalti e favori, il sindaco Minervini si difende: «Ho agito per il bene pubblico»
L'interrogatorio preventivo è durato 8 ore. La difesa: «Ha risposto a tutte le domande, spiegando la correttezza del suo operato»
Molfetta - venerdì 2 maggio 2025
19.03
«Ha risposto su tutto con grande puntualità, spiegando la correttezza del suo operato, improntato esclusivamente al bene pubblico. Confidiamo nella giudice che ha mostrato estrema attenzione nel corso dell'interrogatorio». Queste le parole dell'avvocato Tommaso Poli al termine dell'interrogatorio di Tommaso Minervini.
Per il sindaco, che si è difeso «convintamente» per ben otto ore respingendo le ipotesi accusatorie, sono stati chiesti gli arresti domiciliari il 24 aprile scorso. Con lui rischiano di essere attinte da misure cautelari altre 7 persone - su un totale di 21 indagati - con le accuse, a vario titolo, di corruzione, turbativa d'asta, peculato e falso, per 21 capi di imputazione. L'interrogatorio di Minervini, accusato di avere ricevuto favori per sostegno elettorale, è durato dalle ore 09.30 alle ore 17.30.
Il primo cittadino, eletto nel 2017 e riconfermato nel 2022 dopo avere battuto al ballottaggio Pasquale Drago, ha respinto le accuse «che riteniamo congetturali e alimentate dal convincimento della Procura che l'ingerenza nei procedimenti amministrativi - ha affermato l'avvocato Mario Malcangi - fosse dettata da interessi personali e privatistici e non invece, come si auspica di aver dimostrato, dall'esigenza di essere e di apparire imparziali per tutelare le esigenze della collettività».
Il sindaco e altre 7 persone sono accusate, a vario titolo, di turbativa d'asta, corruzione, peculato e depistaggio, in un fascicolo di inchiesta per fatti del 2022. Nel corso dell'interrogatorio preventivo, Minervini «ha risposto su tutto con una grande puntualità - ha detto ancora l'avvocato Poli - spiegando la correttezza del suo operato, improntato esclusivamente al bene pubblico. Confidiamo nella giudice - ha concluso -, che ha mostrato un'estrema attenzione durante l'interrogatorio».
Dopo il sindaco, uscito nel tardo pomeriggio, è entrata nell'aula Lovecchio del Tribunale, per fornire la propria versione dei fatti e respingere le accuse, la dirigente comunale Lidia De Leonardis (difesa dall'avvocato Michele Laforgia). Al termine, entro la serata, toccherà poi all'ex luogotenente carica speciale della Guardia di Finanza, Michele Pizzo (assistito dall'avvocato Andrea Calò). Per la prima l'accusa ha chiesto i domiciliari, mentre per il secondo il divieto di dimora a Molfetta.
Domani, infine, saranno ascoltati in udienza straordinaria gli altri, in particolar modo il dirigente comunale Alessandro Binetti (avvocato Nunzio Palmiotto e Felice Petruzzella), l'imprenditore Vito Leonardo Totorizzo (avvocato Maurizio Masellis) e l'autista del sindaco, Tommaso Messina (assistito dall'avvocato Petruzzella).
Per il sindaco, che si è difeso «convintamente» per ben otto ore respingendo le ipotesi accusatorie, sono stati chiesti gli arresti domiciliari il 24 aprile scorso. Con lui rischiano di essere attinte da misure cautelari altre 7 persone - su un totale di 21 indagati - con le accuse, a vario titolo, di corruzione, turbativa d'asta, peculato e falso, per 21 capi di imputazione. L'interrogatorio di Minervini, accusato di avere ricevuto favori per sostegno elettorale, è durato dalle ore 09.30 alle ore 17.30.
Il primo cittadino, eletto nel 2017 e riconfermato nel 2022 dopo avere battuto al ballottaggio Pasquale Drago, ha respinto le accuse «che riteniamo congetturali e alimentate dal convincimento della Procura che l'ingerenza nei procedimenti amministrativi - ha affermato l'avvocato Mario Malcangi - fosse dettata da interessi personali e privatistici e non invece, come si auspica di aver dimostrato, dall'esigenza di essere e di apparire imparziali per tutelare le esigenze della collettività».
Il sindaco e altre 7 persone sono accusate, a vario titolo, di turbativa d'asta, corruzione, peculato e depistaggio, in un fascicolo di inchiesta per fatti del 2022. Nel corso dell'interrogatorio preventivo, Minervini «ha risposto su tutto con una grande puntualità - ha detto ancora l'avvocato Poli - spiegando la correttezza del suo operato, improntato esclusivamente al bene pubblico. Confidiamo nella giudice - ha concluso -, che ha mostrato un'estrema attenzione durante l'interrogatorio».
Dopo il sindaco, uscito nel tardo pomeriggio, è entrata nell'aula Lovecchio del Tribunale, per fornire la propria versione dei fatti e respingere le accuse, la dirigente comunale Lidia De Leonardis (difesa dall'avvocato Michele Laforgia). Al termine, entro la serata, toccherà poi all'ex luogotenente carica speciale della Guardia di Finanza, Michele Pizzo (assistito dall'avvocato Andrea Calò). Per la prima l'accusa ha chiesto i domiciliari, mentre per il secondo il divieto di dimora a Molfetta.
Domani, infine, saranno ascoltati in udienza straordinaria gli altri, in particolar modo il dirigente comunale Alessandro Binetti (avvocato Nunzio Palmiotto e Felice Petruzzella), l'imprenditore Vito Leonardo Totorizzo (avvocato Maurizio Masellis) e l'autista del sindaco, Tommaso Messina (assistito dall'avvocato Petruzzella).