Tommaso Minervini
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Cronaca

Appalti e favori, ecco perché il sindaco Minervini rischia l'arresto

Il 70enne è coinvolto in un'indagine della Procura di Trani. Indagate altre 7 persone, il 2 maggio gli interrogatori preventivi

«Collusioni, promesse e altri mezzi fraudolenti», usati per impedire la partecipazione ad offerenti diversi da quelli a cui l'avviso pubblico sarebbe stato assegnato definitivamente. Una gara «all'apparenza regolare», ma formulata da «un esperto in materia amministrativa e da uno in materia legale» per una «illecita finalità».

Sono alcuni passaggi inseriti nelle 66 pagine notificate a 8 persone indagate dalla Procura della Repubblica di Trani e che, a vario titolo rispondono di corruzione, turbativa d'asta, peculato e falso, per un totale di 21 capi di imputazione. Per gli 8 indagati sono stati chiesti i domiciliari e tra loro c'è anche il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, che il 2 maggio sarà ascoltato dalla giudice per le indagini preliminari di Trani, Marina Chiddo, che ha disposto l'interrogatorio preventivo.

Sono indagati anche i dirigenti Alessandro Binetti e Lidia De Leonardis, 58 anni, Domenico Satalino, di 54, e il funzionario Mario Morea, di 64. Ci sono l'autista del sindaco, Tommaso Messina, 66 anni, l'imprenditore Vito Leonardo Totorizzo, di 79, e il luogotenente delle Fiamme Gialle, Michele Pizzo, di 60. Gli accertamenti sono successivi a controlli fatti anni fa quando, i finanzieri hanno iniziato a indagare sulla gara per la costruzione dell'area mercatale: il cantiere fu sequestrato.

Così sarebbero saltate fuori altre anomalie, come raccontano varie intercettazioni. Come quella in cui Minervini e Totorizzo parlano di una gara per il porto con il sindaco che avrebbe favorito l'imprenditore agevolando il testo del bando. In un'altra intercettazione, Minervini prometterebbe un posto in una municipalizzata.

Il capo A

La prima ipotesi di reato a carico del sindaco Minervini, in concorso con Mariano Caputo, Vincenzo Balducci, Damiano Binetti, Maria Teresa Palazzo e Rocco Palazzo, riguarda i lavori di appalto per la riqualificazione dell'area mercatale di Molfetta, sita tra via monsignor Bello e via dei Salesiani: gli indagati «commettevano frode nelle pubbliche forniture» e «frode nella esecuzione del contratto di appalto nr. rep. 8424 del 12.02.2020», in particolare nel «realizzare l'intera pavimentazione dell'area mercatale in betonelle (ma, di fatto, realizzando solo parte di essa)».

Il capo B

La seconda ipotesi di reato a carico del sindaco Minervini, in concorso con Vincenzo Balducci, Mariano Caputo, Damiano Binetti, Giuseppe Santo, Teresa Santo e Andrea Leone, riguarda sempre i lavori di appalto per la riqualificazione dell'area mercatale di Molfetta, sita tra via monsignor Bello e via dei Salesiani affidati, previa gara, alla Palazzo Costruzioni s.r.l.s. e dopo che quest'ultima ha abbandonato il cantiere: gli indagati, «con mezzi fraudolenti, turbavano la libertà del procedimento di scelta del contraente e procedevano ad affidamento diretto in favore dell'Ati Sipa-Siles». Gli indagati, inoltre, avrebbero affidato «ad altra ditta appaltatrice, Associazione Temporanea di Imprese Ati Sipa-Siles, i lavori dell'area mercatale per l'importo sopra soglia di 400.496,11 euro».

Il capo E

La terza ipotesi di reato a carico del sindaco Minervini, in concorso con Domenico Satalino e Antonio Ancona, riguarda sempre i lavori di appalto per la riqualificazione dell'area mercatale di Molfetta, sita tra via monsignor Bello e via dei Salesiani: gli indagati, «facevano approvare alla giunta comunale nella seduta del 21.02.2022 il progetto di fattibilità tecnica ed economica dei lavori di "completamento" dell'area mercatale per l'ulteriore stanziamento di 700.000 euro, omettendo in toto, dolosamente, nel testo dell'atto deliberativo, la ricostruzione delle reali ragioni che rendevano necessarie tali ulteriori opere di "completamento"».

Il capo F

La quarta ipotesi di reato a carico del sindaco Minervini, in concorso con Domenico Satalino e Mario Morea, riguarda sempre i lavori di appalto per la riqualificazione dell'area mercatale di Molfetta, sita tra via monsignor Bello e via dei Salesiani: il sindaco, «pur risultando destinatario del decreto di sequestro preventivo dell'area mercatale emesso dalla Procura della Repubblica di Trani in data 18.07.2022 e eseguito il 22.07.2022 dolosamente ometteva la doverosa comunicazione di tali eventi giudiziari al Ministero che nel mese di agosto 2022 erogava la tranche di 201.000 euro».

Il capo G

La quinta ipotesi di reato a carico del sindaco Minervini, in concorso con Lidia De Leonardis e Maria Cristina Del Vescovo, riguarda invece un altro appalto: in questo caso, infatti, gli indagati, «con abuso di poteri e con violazione dei doveri inerenti alle funzioni pubbliche da essi rispettivamente esercitate, impedivano o turbavano la gara per l'affidamento della realizzazione della gestione del servizio "sportello di orientamento al lavoro Porta Futuro" indetto e cofinanziato dalla Regione Puglia (corrispettivo complessivo di circa 800mila euro)».

Il capo I

La sesta ipotesi di reato a carico del sindaco Minervini, in concorso con Lidia De Leonardis, riguarda invece un presunto caso di depistaggio materiale aggravato: gli indagati, «in concorso tra loro, al fine di impedire, ostacolare e sviare le indagini della Guardia di Finanza di Molfetta nei loro confronti, immutavano le cose connesse al reato, sopprimendo e danneggiando le apparecchiature elettroniche intercettive installate dalla polizia giudiziaria nella stanza dell'ufficio comunale in uso alla dirigente Lidia De Leonardis, utili alla scoperta dei reati od al loro accertamento».

Il capo J

La settima ipotesi di reato a carico del sindaco Minervini, in concorso con Lidia De Leonardis, riguarda invece un presunto caso di falso ideologico in atto pubblico fidefacente e peculato: gli indagati, «in tempi diversi ed in esecuzione del medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, con abuso di poteri e con violazione dei doveri inerenti alle funzioni pubbliche di sindaco e dirigente comunale da essi rispettivamente esercitate, al fine di eseguir il reato di cui al capo che precede, ed anche al fine di conseguire ed assicurarsi l'impunità».

Il capo L

L'ottava ipotesi di reato a carico del sindaco Minervini, in concorso con Lidia De Leonardis e Tommaso Messina, riguarda invece l'utilizzo delle auto di servizio usate dagli indagati «con abuso di poteri e con violazione dei doveri inerenti la pubblica funzione». In particolare il primo cittadino avrebbe «utilizzato per fini privati e quindi di profitto, unitamente alla De Leonardis che concorreva nel reato, l'autovettura Alfa Romeo 156 di proprietà del Comune di Molfetta».

Il capo M

La nona ipotesi di reato a carico del sindaco Minervini, in concorso con Alessandro Binetti e Vito Leonardo Totorizzo, riguarda invece i lavori per la costruzione e la concessione per la gestione della banchina di riva (definita sud est) del piazzale retrostante (definita banchina sud ovest) presso il nuovo porto commerciale di Molfetta. Opere pubbliche il cui progetto era stato candidato dal Comune di Molfetta a finanziamento pubblico (per la complessiva somma di 12.000.000,00 euro. Gli indagati «in concorso tra loro, in tempi diversi ed in esecuzione del medesimo disegno criminoso, al fine di affidate al Totorizzo (e quindi alla società da lui amministrata) direttamente o tramite interposta persona, la realizzazione e gestione delle succitate opere pubbliche impedivano la gara e ne allontanavano gli offerenti mediante promesse, collusioni ed altri mezzi fraudolenti».

Il capo N

La decima ipotesi di reato a carico del sindaco Minervini, in concorso con Alessandro Binetti e Vito Leonardo Totorizzo, riguarda invece il concorso nel reato di falso in atti pubblici fidefacenti nell'ambito dei procedimenti di appalto dell'area portuale di Molfetta. Binetti, infatti, «approvava lo schema dell'avviso pubblico per la nomina del supporto al Rup (avvocato)». Un «avviso falso», secondo la Procura, «in quanto il Binetti, pur essendo a conoscenza della scelta dell'avvocato già fatta dal Totorizzo di concerto con il Minervini, ed al fine di dare parvenza di trasparenza e legalità al procedimento di scelta del contraente, attestava falsamente» un documento «al fine di favorire la partecipazione e consultazione del maggior numero di operatori potenzialmente interessati».

Il capo O

L'undicesima ipotesi di reato a carico del sindaco Minervini, in concorso con Vito Leonardo Totorizzo, riguarda invece un presunto caso di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio. In particolare il primo cittadino, nella competizione elettorale del 2022, stando alle carte dell'accusa, «mediante i comportamenti e gli atti amministrativi, tutti contra legem, nonché contrari ai doveri di ufficio, si faceva promettere e dare da Totorizzo utilità consistite in appoggio politico e voti, risultati utili e decisivi per la sua elezione a sindaco».

Il capo P

La dodicesima ipotesi di reato a carico del sindaco Minervini, in concorso con Alessandro Binetti, Saverio Amato e Gianluca Loliva, riguarda un caso di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Gli indagati «con collusioni ed altri mezzi fraudolenti finalizzati a condizionare la scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione, in tempi diversi e con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, turbavano il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando, del capitolato d'appalto, del disciplinare di gara, nonché dell'allegato "migliorie priorità 2"» della gara per l'affidamento dei lavori di completamento delle opere foranee e di costruzione del porto commerciale di Molfetta.

Il capo Q

La tredicesima ipotesi di reato a carico del sindaco Minervini, in concorso con Antonio Ancona e Maria Pia Annese, riguarda un altro caso di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Gli indagati «colludevano, tra loro legati da vincoli di coappartenenza politica alla stessa coalizione elettorale ed in forza di accordo politico elettorale raggiunto in occasione delle elezioni comunali di Molfetta dell'anno 2022, e turbavano il procedimento amministrativo indetto con avviso pubblico a firma di Minervini per l'ammissione delle candidature relative alla designazione dei componenti del consiglio di amministrazione della società con capitale interamente pubblico Molfetta Multiservizi s.r.l., condizionando le modalità di scelte nel contraente nell'ambito della predetta procedura selettiva».

Il capo R

La quattordicesima ipotesi di reato a carico del sindaco Minervini, in concorso con Antonio Ancona e Maria Pia Annese, riguarda invece un altro presunto caso di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio. Il primo cittadino, sempre nella competizione elettorale del 2022, stando alle carte dell'accusa, «per compiere atti contrari ai doveri d'ufficio e in particolare per distribuire, quale controprestazione delle utilità elettorali ricevute, incarichi oggetto di procedure selettive ma in realtà pilotati e assegnati in forza dell'accordo politico già raggiunto in occasione della competizione elettorale del maggio/giugno 2022». Inoltre «si faceva promettere e dare utilità consistite in appoggio politico e voti, risultati utili e decisivi per la sua elezione a sindaco».
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