
Anastasia, l'infermiera partita per l'Ucraina con don Gino: «Faremo la nostra parte»
La 32enne è originaria della Bielorussia. Aiuterà anche con la traduzione
Molfetta - mercoledì 9 marzo 2022
7.16
La storia nella storia. Perché il viaggio del pullman da Molfetta verso l'Ucraina contiene al suo interno un altro incrocio del destino: a bordo del mezzo su cui verranno condotti in salvo diversi civili si trova anche Anastasia Lombardi, giovane infermiera che avrà un ruolo importante non solo per le sue competenze sanitarie ma anche per le sue conoscenze linguistiche.
Anastasia sarà infatti fondamentale perché ha origini bielorusse: è stata adottata all'età di 11 anni e ormai da venti vive in Italia. Non dimentica le sue origini e non ha esitato a dire sì alla collaborazione in questa iniziativa: «Avrei aiutato qualsiasi popolo bisognoso d'aiuto ma ancora di più in questo caso so che posso essere d'aiuto anche per quanto riguarda la comprensione, perché sappiamo che lì vivremo ore frenetiche in cui proveremo a fare il massimo nel minor tempo possibile».
«Una situazione come questa non è facile da comprendere e sappiamo anche che ci toccherà massima attenzione da ogni punto di vista - ha spiegato - perché un esodo come questo necessità di una organizzazione non indifferente, soprattutto perché le persone da aiutare sono tante. Sono nata in Bielorussia quindi per me il popolo ucraino è fatto solo di fratelli, non avrei mai potuto tirarmi indietro dalla possibilità di dare una mano».
«Non dobbiamo dimenticare che siamo ancora in una fase pandemica quindi procederemo subito con tamponi ai profughi, adottando soluzioni laddove dovesse emergere qualche positività che comunque ora non possiamo escludere. Una volta tornati in Italia, i civili tratti in salvo saranno anche vaccinati. Noi non vogliamo l'ora di arrivare lì per lasciare tutte le risorse che abbiamo con noi e riportare in cambio qui delle vite umane a cui dare riparo» ha concluso Anastasia prima della partenza da Molfetta.
E con lei ci sarà un'altra volontaria, la dottoressa Paola Coluccia: nel giorno della Festa della donna, Molfetta affida il proprio cuore a due grandi donne che si sono fatte carico di questa splendida missione.
Anastasia sarà infatti fondamentale perché ha origini bielorusse: è stata adottata all'età di 11 anni e ormai da venti vive in Italia. Non dimentica le sue origini e non ha esitato a dire sì alla collaborazione in questa iniziativa: «Avrei aiutato qualsiasi popolo bisognoso d'aiuto ma ancora di più in questo caso so che posso essere d'aiuto anche per quanto riguarda la comprensione, perché sappiamo che lì vivremo ore frenetiche in cui proveremo a fare il massimo nel minor tempo possibile».
«Una situazione come questa non è facile da comprendere e sappiamo anche che ci toccherà massima attenzione da ogni punto di vista - ha spiegato - perché un esodo come questo necessità di una organizzazione non indifferente, soprattutto perché le persone da aiutare sono tante. Sono nata in Bielorussia quindi per me il popolo ucraino è fatto solo di fratelli, non avrei mai potuto tirarmi indietro dalla possibilità di dare una mano».
«Non dobbiamo dimenticare che siamo ancora in una fase pandemica quindi procederemo subito con tamponi ai profughi, adottando soluzioni laddove dovesse emergere qualche positività che comunque ora non possiamo escludere. Una volta tornati in Italia, i civili tratti in salvo saranno anche vaccinati. Noi non vogliamo l'ora di arrivare lì per lasciare tutte le risorse che abbiamo con noi e riportare in cambio qui delle vite umane a cui dare riparo» ha concluso Anastasia prima della partenza da Molfetta.
E con lei ci sarà un'altra volontaria, la dottoressa Paola Coluccia: nel giorno della Festa della donna, Molfetta affida il proprio cuore a due grandi donne che si sono fatte carico di questa splendida missione.