Archimars
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Al PoliBa la prima tesi italiana sulle architetture spaziali. C'è uno studente di Molfetta

Alessandro Angione tra i sei tesisti che hanno lavorato al progetto "Hive Mars"

Immaginate un insediamento umano su Marte nel 2035? Al Politecnico di Bari c'è chi non l'ha solo immaginato ma anche realizzato in 3D: stiamo parlando di sei studenti, tra cui il molfettese Alessandro Angione, che hanno realizzato la loro tesi sul tema della Space Architecture collaborando in un team definitivo non a caso "Archimars". Si tratta di un progetto del tutto nuovo che non trova precedenti in Italia.

Oltre ad Alessandro Angione hanno lavorato a questa tesi anche Federica Buono, Ivana Fuscello, Isabella Paradiso, Mirha Vlahovljak e Hana Zečević, coordinati dal Prof. Arch. Giuseppe Fallacara Chirico e dallo space Arch. Vittorio Netti. Per concretizzare questa ricerca il Politecnico di Bari ha operato in sinergia con il SICSA (Sasakawa International Center for Space Architecture) dell'Università di Houston (USA): lo scopo del Laboratorio di Tesi di Progettazione Architettonica è la diffusione di questa disciplina nel panorama italiano.

«L'approccio del nostro lavoro - spiega Alessandro - ha preso a modello gli studi indetti dalla NASA, con l'obiettivo di compiere progressi in ambito tecnologico volti a creare soluzioni abitative sostenibili in ambito extraterrestre. Prima di definire il progetto di un possibile insediamento umano su Marte, il team ha stilato un diagramma di missione, volto a valutare le fasi di lancio, viaggio e ammartaggio, esaminando tutti i mezzi necessari».

«Nella nostra ricerca abbiamo organizzato l'intera trasferta umana, articolata in 2 fasi principali. Un primo stadio vedrebbe il lancio del velivolo spaziale Big Falcon Rocket nel luglio 2030 mentre la seconda fase consisterebbe invece nel lancio, nel settembre 2035, del veicolo spaziale SLS BLOCK 1B. Quest'ultimo dovrebbe condurre un primo equipaggio teorico di 8 persone sul Pianeta Rosso, la cui permanenza durerà almeno 680 sol (730 giorni terrestri)» ha spiegato nel dettaglio il neolaureato di Molfetta.

«Oltre alla progettazione dell'impianto marziano con i suoi moduli abitativi, il team si è concentrato anche sulla sequenza costruttiva, in cui giocano un ruolo primario i veicoli automatizzati della Bee Family Rovers. Il loro design è ispirato agli insetti appartenenti alla famiglia delle api. La serialità degli habitat consentirà all'intero insediamento di espandersi tassellando lo spazio in esagoni, i quali ricordano la forma di un alveare, principio del nome e dell'idea fondativa dell'intero progetto Hive Mars» ha aggiunto.

«A differenza di tanti altri progetti sul tema extraterrestre, questo non riguarda uno scenario fantascientifico perché tutto parte proprio dall'attento studio delle risorse disponibili su Marte. Sinceramente non ci aspettavamo questa grande risonanza sulla stampa e per questo non possiamo che essere contenti dell'apprezzamento che sta riscuotendo la nostra ricerca, in un settore che in Italia è ancora in fase di sviluppo» ha concluso Alessandro.
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